In un video pubblicato su instagram Banksy rivendica sette opere in Ucraina (una con tanto di presa in giro alla “zeta” degli invasori), e con il sottofondo di una musica folk locale, appare una scritta: “In solidarietà con il popolo ucraino”.
Il murale di Banksy rivendicato in Ucraina
Esattamente una settimana fa, Banksy aveva pubblicato su instagram la foto di uno dei murales apparsi nell’insediamento urbano dell’Oblast di Kiev. Nello specifico, una ragazza nell’intento di fare un’acrobazia tra le macerie di un palazzo distrutto dalle bombe.
In realtà erano molti altri i murales apparsi nello stesso periodo in Ucraina ripresi dal fotografo Ed Ram. Per chi, come noi, segue Banksy da molti anni, non c’era praticamente dubbio sulla paternità dello street artist di Bristol. Tuttavia, mancava l’ufficialità che, come è noto, arriva sempre per mezzo di foto o video sul profilo ufficiale dello street artist iù amato al mondo. E c’era già chi parlava di falsi.
Rivendicate in tutto sette opere
Si sa, Banksy ama mantenere sempre quell’alone di mistero. Non è la prima volta che lascia nel dubbio i suoi ammiratori prima di rivendicare le opere. Così, anche stavolta, dopo una settimana, arriva non solo la rivendicazione delle opere già conosciute ma ne vengono svelate anche di nuove.
Oltre alla ragazza con il nastro, al piccolo judoka che mette al tappeto quello che potrebbe essere Putin e ai due bambini che usano un cavallo di frisia come altalena, Banksy ha dunque presentato altri murales effettuati in varie località dell’ Ucraina.
Le nuove opere
Nel video infatti, una sorta di “making off” della sua performance in questa terra martoriata dalla guerra, si vede anche un vecchio dalla barba lunga seduto in una vasca da bagno a Horenka (regione di Kiev) che si strofina la schiena con una grossa spazzola, disegnato sulla parete di una casa sventrata dai bombardamenti.
Un’altra opera raffigura una donna con la maschera antigas. E poi lo sberleffo: il lanciarazzi il cui cannone diventa un organo sessuale maschile.
Il tutto con il sottofondo di una musica folk folk locale (eseguita da due musiciste di strada) e una scritta che non lascia adito a dubbi: “In solidarietà con il popolo ucraino”.
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