Print Friendly and PDF

Fondazione Imago Mundi e Centre Pompidou insieme per dare voce alle donne iraniane

Memories of a Table_Niyaz Azadikhah

Dal Centre Pompidou di Parigi alla Fondazione Imago Mundi a Treviso la performance dei due artisti iraniani in solidarietà con la rivolta iraniana iniziata dopo la morte della giovane curda Mahsa Amini, accompagnata da una mostra e un incontro pubblico. La mostra sarà aperta al pubblico dal 23 novembre all’11 dicembre 2022, mentre la performance si terrà i giorni 25, 26, 27 novembre 2022.

“In Iran è sempre esistita la tradizione di tagliarsi i capelli in un momento di lutto e di dolore. Ma dopo la tragica morte di Mahsa Amini per mano della polizia morale, il taglio dei capelli è divenuto un simbolo di resistenza e di empatia in tutto il mondo. Un atto di solidarietà che dà forza ai corpi e alle anime ferite nelle strade dell’Iran. Come artista donna e artista queer, dopo la fuga dal controllo patriarcale sui nostri corpi e sulle nostre identità, l’arte rimane la nostra unica salvezza.

Con queste parole Niyaz Azadikhah e Alireza Shojaian, protagonisti di Iran: Stitches on the Body of Freedom (Suture sul corpo della libertà), presentano la loro performance che avrà luogo il 25, 26 e 27 novembre presso Ca’ Scarpa e Gallerie delle Prigioni. Accolta per la prima volta dal Centre Pompidou di Parigi lo scorso 9 ottobre, dove era nata come manifestazione spontanea nella piazza antistante il museo, la performance verrà riproposta a Treviso nella sua versione italiana. Tutto ruota attorno a un drappo che riporta lo slogan più diffuso durante le manifestazioni contro il regime iraniano: “donna, vita, libertà”. Durante la performance, Niyaz Azadikhah e Alireza Shojaian cuciranno i capelli donati dai visitatori e da chiunque voglia partecipare al progetto di solidarietà attraverso una call-to-action.

Performance at Centre Pompidou_photo by Tereck Raffoul

La performance è una simbolica sutura del corpo sfregiato della libertà realizzata con fili e capelli, legando una varietà di identità a uno slogan che può portare progresso e liberazione a una nazione. Afferrare la storia tra i fili e immortalare il coraggio di una nazione che si è sollevata per far scorrere il sangue nelle vene della libertà” proseguono Niyaz Azadikhah e Alireza Shojaian.

Alle Gallerie delle Prigioni sarà esposto il drappo realizzato durante la performance a Parigi insieme a tre opere in tessuto di Azadikhah: Uncle (Zio), Essence of Being (L’essenza dell’essere) e Memories of a Table (I ricordi del tavolo), realizzate con una tecnica del cucito che ricalca l’effetto del disegno. L’artista usa il ricamo come mezzo espressivo per riflettere sulla quotidianità, esplorando sentimenti personali. 

Essence of Being_Niyaz Azadikhah

Dice Azadikhah: “Mi ispirano le vicende emotive delle persone. Paura, amore, memorie infantili, confessioni, abusi, tabù culturali e traumi che condizionano le nostre vite e le circostanze in cui siamo nati stanno alla base della mia pratica. Nei miei lavori con i punti ricamati, il filo che corre sul tessuto agisce come una matita che disegna sulla carta. Trasformo le narrazioni orali in voci visuali nel momento in cui cucio la storia, infilando la narrazione che prende la forma di disegni […] Penso a questo come a un modo per rimediare ai traumi emotivi di queste storie, cucendoli in delicate rivisitazioni che toccano le corde del nostro cuore”.

Fondazione Imago Mundi, da sempre attenta all’attualità e ai temi più cruciali che investono il mondo, vuole contribuire a dare voce al popolo iraniano e in particolare alle donne iraniane, che a rischio della propria vita, agiscono per rivendicare diritti civili fondamentali e universali.

Commenta con Facebook