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La ville lumière confinata: cinque mostre parigine da visitare online

David Hockney, Apple Tree (détail), 2019, acrylique sur toile, 91,4 x 121,9 cm © David Hockney Crédit photo : Richard Schmidt Courtesy Galerie Lelong & Co. Paris / David Hockney
David Hockney, Apple Tree (dettaglio), 2019 | © Courtesy Galerie Lelong & Co. Paris / David Hockney

Tra i primi paesi europei a reintrodurre un lockdown totale faccia all’aumento esponenziale dei contagi, dal 30 ottobre scorso la Francia intera è confinata. Bar, ristoranti, cinema e musei sono chiusi, di nuovo. Addio alle mostre in carne e ossa almeno fino al prossimo 1° dicembre. Per continuare a scoprire la proposta culturale della capitale, abbiamo selezionato cinque mostre parigine da visitare online.

Ma Normandie, David Hockney – Galerie Lelong & Co.

In 13 rue de Téhéran, la Galerie Lelong & Co. propone ai visitatori un salto in Normandia senza lasciare Parigi. Inaugurata lo scorso 15 ottobre e in programma fino al 27 febbraio 2021, Ma Normandie è la sesta esposizione di David Hockney nella galleria parigina dal 2001 in poi. In mostra, una decina di nuovi dipinti e una serie di opere su carta che l’artista ha realizzato da quando si è trasferito in Normandia, nel marzo del 2019. Tra i chiodi fissi del pittore, avido lettore di Proust, la possibilità di rendere su tela il passaggio del tempo. Nel paesaggio normanno, Hockney rinnova ciò che ha fatto, dieci anni prima, nel suo Yorkshire natale: ha dipinto l’avvento della primavera e il suo corso, come fosse un racconto.

 

David Hockney, Beuvron-en-Auge Panorama, 2019 | © Courtesy Galerie Lelong & Co. Paris / David Hockney

Anticorps – Palais de Tokyo 

Il team curatoriale del Palais de Tokyo, insieme a Cédric Fauq e François Piron, propone un modo nuovo di guardare alla nostra epoca a partire da una citazione di Donna Haraway: perché il confine dei nostri corpi dovrebbe fermarsi alla pelle? Detto in maniera più diretta: ripensare ai nostri corpi in termini di porosità. Ai tempi dei volti mascherati, dei corpi confinati e degli abbracci proibiti, la mostra Anticorps guarda al mondo attraverso i nostri rapporti sociali e corporali. In scena fino al 3 gennaio 2021, l’esposizione dà voce alla scena artistica francese e internazionale coinvolgendo 20 artisti che, con lavori recenti e nuovi, riflettono e misurano la nostra capacità di unione, ripensando il nostro modo di abitare il mondo.

Josèfa Ntjam & Sean Hart, Mélas de Saturne, 2020 (fotogramma)

Pierre et Gilles, Errances Immobiles – Galerie Templon 

Dal 1976 Pierre Commoy (1950) e Gilles Blanchard (1953) portano avanti un’opera a quattro mani che unisce la pittura alla fotografia. I loro lavori mettono in scena amici e conoscenti, anonimi o celebri, all’interno di scenografie sofisticate costruite dal vero nel loro atelier. Una volta stampate le fotografie, inizia la fase pittorica: in quasi quarant’anni di carriera, il duo ha ormai costruito un’iconografia singolare che esplora il confine fra storia dell’arte e cultura popolare. Fino al 31 ottobre la Galerie Templon di Parigi ha ospitato una mostra più intima che mai, che raccoglie opere realizzate negli ultimi due anni: : osservatori attenti dei fenomeni sociali, gli artisti propongono tele dolciamare che fanno eco alle grandi contraddizioni della nostra epoca.

Pierre et Gilles, La pêche miraculeuse (Pierre & Filip), 2019 | © Pierre et Gilles, Courtesy Galerie Templon

Global(e) Resistance – Centre Pompidou 

In programma fino al 4 gennaio 2021, Global(e) Resistance rivela, per la prima volta, l’opera di oltre sessanta autori riunita dal museo parigino nel corso dell’ultimo decennio. Per la maggior parte, si tratta di artisti provenienti dal sud del mondo: Africa, Medioriente, Asia e America Latina. L’ambizione di questa esposizione, curata da Alicia Knock e Christine Mace, è di esaminare le strategie contemporanee di resistenza. In totale, un centinaio di opere tra video, scultura, fotografia, pittura rappresentano una testimonianza potente che denuncia, tra l’altro, l’oppressione dei migranti, dei senzatetto o ancora, i conflitti bellici.

Taysir Batniji, Pères (2006)

Sebastião Salgado, A Forest / Sze Tsung Nicolás Leong, Horizons 2 – Polka Galerie

Una linea circolare, continua e omogenea, si compone e si rivela intorno al visitatore, ad altezza sguardo. Con Horizons 2, l’artista anglo-americano Sze Tsung Nicolás Leong ci accompagna in tour ai quattro angoli del mondo senza mai svelare chiaramente dove ci troviamo. Nelle sue immagini, il luogo non ha alcuna importanza: è la linea dell’orizzonte ad avere valore, legando insieme ogni veduta.

Sempre sul tema de paesaggio si muove la mostra A Forest del celebre fotografo franco-brasiliano Sebastião Salgado, in programma fino al 9 dicembre. Ecologista convinto, per oltre vent’anni l’artista ha ripiantato insieme alla moglie Léila gli alberi distrutti dalla deforestazione intorno al ranch di famiglia, nello stato del Minas Gerais, in Brasile. Oggi questa foresta ospita oltre 100 specie minacciate.

Sze Tsung Leong, Nakuru I, 2009 | Courtesy Polka Galerie

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