Si chiama Small Fixations la mostra che a Fondazione ICA Milano raccoglie le opere pittoriche di Chiara Enzo, Jennifer J. Lee, Marta Naturale, Alexandra Noel e Yui Yaegashi. Le artiste danno rappresentazione delle piccole grandi fissazioni che scandiscono la nostra esistenza. Dal 28 ottobre al 23 dicembre 2022.
Chi possiede un’ossessione racconta spesso di esserne tormentato. É un pensiero costante, un chiodo che prova ad avvitarsi sempre nello stesso punto. Oppure una gabbia, che costringe a cercare soddisfazione sempre all’interno del suo perimetro. Eppure il rovescio della medaglia restituisce un aspetto positivo a chi è preda di un’irrefrenabile interesse. Una consolazione, forse. Ovvero la certezza di sapere sempre dove scovare la felicità. Certo, questo implica doversi affrettare, ogni volta, a cercare il soddisfacimento ai propri desideri nelle infinite sfumature che compongono lo spettro della propria fissazione.
E proprio da questo termine, fissazione, prende avvio la nuova mostra di Fondazione ICA Milano. Un’esposizione che dà sollievo (o acuisce?) a una serie di ossessioni che molti di noi potrebbero coltivare. Come, ad esempio, quella per i frammenti del corpo, per le ambientazioni quotidiane, per le astrazioni formali, per i pattern geometrici o per i dettagli urbani. Questi sono infatti i temi che le artiste Chiara Enzo, Jennifer J. Lee, Marta Naturale, Alexandra Noel e Yui Yaegashi mettono in scena in Small Fixations, in esposizione da venerdì 28 ottobre a venerdì 23 dicembre 2022.
L’esposizione, curata da Chiara Nuzzi, si compone di 23 dipinti di piccolo formato realizzate dalle pittrici sopracitate. Piccole perché piccole, in fondo, sono le cose che ci ossessionano. Un neo sulla coscia, la luce che riempie una finestra, un determinato colore, una forma che si ripete. Elementi minimi che nella nostra testa si ampliano come cerchi nell’acqua, generano mondi immaginari accessibili solo ai nostri sogni. Innescano passioni e turbamenti, accendono fantasie e spengono l’interesse per tutto ciò che abita al loro esterno. Così i piccoli quadri in mostra hanno il fascino magnetico di catturare, di attrarre verso i loro mondi spesso molto dettagliati. Perché del resto, della nostra ossessione vogliamo conoscere tutto quel che si può.
Nella specifico il lavoro di Chiara Enzo (Venezia, 1989) esplora il rapporto con l’altro attraverso immagini del corpo e delle sue vulnerabilità con uno sguardo analitico e intuitivo, capace di evocare una relazione intima, esclusiva e personale con l’osservatore. Analogamente Yui Yaegashi (Tokyo, 1985) realizza opere di piccolo formato per offrire una visione parziale al pubblico, invitato ad avvicinarsi alla tela per scoprire le numerose stratificazioni di colore da cui scaturiscono i suoi lavori. Jennifer J. Lee (USA, 1977) attinge invece all’ampio repertorio fornito da Internet per riprodurre scene della cultura americana, restituite attraverso uno stile fotorealistico che le rende fortemente riconoscibili e al tempo stesso curiosamente generiche. La ricerca di Marta Naturale (1990) si colloca a metà strada tra il biografico e il collettivo, congelando nella propria pittura scene legate alla routine quotidiana e al contempo dense di memorie e tensioni emotive connesse al proprio vissuto. Alexandra Noel (USA, 1989) colloca immagini di bambini, oggetti domestici e scene di periferia all’interno di ambientazioni immaginarie e scenari tragici, confezionando visioni surreali arricchite di riferimenti cinematografici.
La mostra gode inoltre del duplice significato che la parola fissazione assume in italiano. Non solo l’attenzione maniacale verso qualcosa, ma anche l’atto fisico di imprimere la materia. Due aspetti che nell’atto pittorico si intrecciano fino a confondersi. Così le opere stesse che deliano queste Small Fixations sono a loro volta fissazioni, esercizi precisi di chi in quanto artista non può che esprimere la propria creatività per mezzo di un’opera. Perché sa che solo lì troverà la propria felicità.