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Mostre in mostra: Mario Merz, Balla, Carrà, De Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini (Roma 1978)

Palazzo delle Esposizioni di Roma, Mario Merz. Balla, Carrà, de Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini. Mostre in mostra. 29 novembre 2022- 26 febbraio 2023 Foto © 2022 Azienda Speciale Palaexpo / Monkeys Video Lab
Palazzo delle Esposizioni di Roma, Mario Merz. Balla, Carrà, de Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini. Mostre in mostra. 29 novembre 2022- 26 febbraio 2023
Foto © 2022 Azienda Speciale Palaexpo / Monkeys Video Lab

Un titolo fatto di molti nomi, ma ciascuno rivelatore, come la mostra stessa in corso a Roma al Palazzo delle Esposizioni (sino al 26 febbraio 2023), parte del progetto “Mostre in mostra” a cura di Daniela Lancioni

L’intento, ricostruire alcune tra le più significative vicende espositive, che hanno caratterizzato il panorama artistico a Roma dal secondo Novecento. Iniziativa importante e intelligente perché riporta alla ribalta artisti e personaggi che il tempo tende a far dimenticare, li fa rivivere attraverso uno studio rigoroso delle fonti, ne coglie concatenazioni e sviluppi con una visione già storica. 

In questa edizione viene riproposta la mostra “Mario Merz, Balla, Carrà, De Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini”, nata dalla collaborazione tra Luisa Laureati Briganti, fondatrice della celebre Galleria dell’Oca, e i galleristi – curatori Luciano Pistoi (scomparso nel 1995) e Gian Enzo Sperone.  La Galleria dell’Oca era nata come libreria nel 1965 per trasformarsi due anni dopo in una delle più vivaci gallerie romane, frequentate da artisti, scrittori, giornalisti, personaggi della cultura.   

Palazzo delle Esposizioni di Roma, Mario Merz. Balla, Carrà, de Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini. Mostre in mostra. 29 novembre 2022- 26 febbraio 2023
Foto © 2022 Azienda Speciale Palaexpo / Monkeys Video Lab

La mostra, oggi riproposta, inaugurata il 15 marzo 1978 (un giorno prima del rapimento di Moro in via Fani), rappresenta un momento di passaggio nella storia dell’arte contemporanea, perché accosta, con spregiudicatezza e naturalezza, un protagonista dell’Arte Povera, Mario Merz, interprete di quelle neoavanguardie che avevano rinunciato alla pittura per un più autentico rapporto con la realtà, e i principali pittori italiani del Novecento. Arte concettuale e pittura, sino allora incompatibili, vengono avvicinate abbattendo con questo atto (chissà quanto consapevole!), barriere stilistiche, cronologiche, ideologiche, in nome di un valore più alto, la qualità e il valore delle opere.

Mario Merz, Fibonacci e|and Vento preistorico dalle montagne gelate; nella foto si riconoscono|recognisable in the frame are Stefano Donati, Mariano Rossano e|and Valerio Giannetti
Foto | Photo Archivio Luisa Laureati Briganti

«Riproporre questa mostra permetterà di ragionare su alcuni snodi della cultura recente, sullo sbiadire in particolare, di alcune rigide ‘compartimentazioni’ che segnarono gli anni Settanta» spiegando anche la complessa fluidità che segna il tempo presente,  sostiene la curatrice.

La rassegna viene riproposta fedelmente grazie allo studio dei documenti, delle fotografie, degli articoli, del prezioso materiale conservato nell’archivio Luisa Laureati Briganti. Sono presenti le opere fondamentali esposte allora (anche se non tutte) come le tre di Merz (Crocodilus, 1970; Fibonacci, 1971; Vento preistorico dalle montagne gelate, 1976), cui è stata aggiunta Senza titolo del 1978, allora presentata in contemporanea nella sede romana della Galleria di Gian Enzo Sperone.

Mario Merz, Fibonacci, 1971
Musée d’art moderne et contemporain de Saint-Étienne Métropole
© Foto/Photo Cyrille Cauvet, Musée d’art moderne et contemporain de Saint-Etienne Métropole

Opere fatte di numeri, neon, cera, fascine, che si accostano con armonia con le Morbidezze di primavera dipinte da Balla nel 1918, con le Vele nel porto di Carrà del 1923, con i Cavalli che s’impennano di De Chirico, del 1927, con le nature morte di De Pisis e di Morandi,  con l’aereo e colorato Sodome di Savinio, del 1929, con lo Studio per “Nature morte” di Severini del 1918. E, a ben guardare, l’avvicinamento di questi dipinti alle opere di Arte Povera di Merz non è poi così strano, se posiamo gli occhi sul suo Vento preistorico dalle montagne gelate, dove al di sopra delle fascine si riaffaccia un brano di pittura. Insomma, passato e presente si innestano tra loro anticipando il futuro, la Transavanguardia, ad esempio, e altri movimenti.

Giacomo Balla, Morbidezze di primavera, 1918
Galleria d’arte moderna, Milano
© Comune di Milano – tutti i diritti riservati – Galleria d’Arte Moderna, Milano / Umberto Armiraglio
Carlo Carrà, Vele nel porto, 1923
Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, Firenze
Gino Severini, Studio per “Nature morte”, 1918
Collezione Franchina
© Foto/Photo Antonio Idini
Mario Merz, Vento preistorico dalle montagne gelate, 1976
Sammlung FER Collection

Le fotografie del 1978 hanno permesso di rintracciare collocazione delle opere e volti del pubblico, tra cui molti artisti e intellettuali. A frequentare la Galleria dell’Oca c’era, ad esempio, Pasolini, di cui è in corso una mostra a Palazzo delle Esposizioni. A raccontare tutto della mostra del 1978 e della vivace stagione di quegli anni c’è un catalogo edito dall’Azienda Speciale Palaexpo, completato dalla cronologia sull’attività della Galleria dell’Oca dal 1965 al 2008, anno della chiusura. Nel sito del Palazzo delle Esposizioni è consultabile il database Mostre a Roma 1970-1989 che permette di accedere ai dati e ai materiali relativi alle mostre tenute a Roma in gallerie, spazi pubblici e altri

Mario Merz, Balla, Carrà, De Chirico, de Pisis, Morandi, Savinio, Severini.
Roma 1978. Mostre in mostra (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 29 novembre 2022-26 febbraio 2023)

Palazzo delle Esposizioni
Roma, via Nazionale, 194

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