Nel 2023 Brescia si divide con Bergamo il ruolo di capitale italiana della cultura. Per l’occasione, il Museo Diocesano di Brescia ha in programma una serie d’iniziative che valorizzino il patrimonio artistico, culturale, religioso, spirituale della città. Eccole di seguito.
Adoremus!
12 dicembre 2022 – 15 gennaio 2023
La mostra presenta due opere di arte antica provenienti dalla collezione di Bper Banca, realizzate da artisti bergamaschi e bresciani: l’Annunciazionedi Giovan Battista Moroni, formatosi alla bottega di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (1498 circa – 1554) e la Madonna con bambino e San Paolo di Girolamo da Romano, detto il Romanino (1484 circa – 1566 circa).
Ultima cena
Dal 20 dicembre 2022
Nuova collocazione per l’Ultima cena realizzata nel 2010 dall’artista bresciana Franca Ghitti (Erbanno, BS, 1932 – Brescia 2012). Si tratta di un’opera di grandi dimensioni in cui la scultura s’intreccia alla pittura, che riprende un dipinto del 1963 in cui Franca Ghitti aveva raffigurato il Cenacolo, rielaborato alla luce delle sue ultime ricerche spaziali. L’installazione vede a terra, su una lunga pagina di carta nera, tre file di coppelle di ferro che contengono una manciata di semi, alternate a due pani rotondi e dodici cucchiai, simbolo dei dodici apostoli. Ad accoglierla al Museo Diocesano sarà la sala antistante il refettorio monumentale, andando così a dialogare col suo affresco seicentesco raffigurante proprio un’ultima cena e consentendo al visitatore di ammirarla da ogni punto di vista.
Focus inclusività
12 gennaio – 25 giugno 2023
Un progetto di forte impatto sociale, in collaborazione con l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), che ruota attorno alla personale dello scultore non vedente Felice Tagliaferri. L’artista cesenate si distingue nel panorama contemporaneo italiano e internazionale per la potenza espressiva delle sue opere figurative create nel marmo, attraverso la sapiente manipolazione tattile del materiale, con iconografie legate al mondo religioso e descrittive della fragilità umana. Le mani dello scultore traducono nel marmo ciò che gli occhi non vedono conferendo ai lavori – generalmente a grandezza naturale o di dimensioni poco più ridotte – una restituzione del dato reale talmente precisa che l’unico modo per interiorizzarle e comprenderle è proprio attraverso l’esperienza tattile. Al Museo Diocesano di Brescia, Tagliaferri propone il Cristo riVelato (2010), realizzato su modello del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino; la Pietà ribaltata (2020) ispirata alla Pietà di Michelangelo nella basilica di San Pietro nella Città del Vaticano, dove è il figlio che tiene tra le braccia la madre esausta; e la Sacra Famiglia con bambino fragile (2021) che vede la rivisitazione del soggetto con la presenza di un bimbo di circa 7 anni, affetto dalla Sindrome di Down. Parallelamente alla rassegna sono in programma delle azioni pensate per rendere il contesto museale un nuovo spazio dedicato all’accoglienza e all’inclusività. La mostra di Felice Tagliaferri inaugura il Percorso al Buio, allestito in permanenza e realizzato in collaborazione con l’architetto Roberto Bertoli, insieme a UICI e Arte con Noi, con delle installazioni dedicate alle persone non vedenti e la realizzazione di una sala immersiva al buio, per un’esperienza sensoriale amplificata e totalizzante per tutti.
Fabio Tavelli, in arte SIKU
In primavera
Fabio Tavelli, in arte SIKU realizza opere in marmo talmente fine da farle diventare quasi trasparenti.
Rita Siragusa
In estate
Rita Siragusa tramite il bronzo, la terracotta e altri materiali, propone di creare un tramite tra l’uomo e Dio, passato e futuro per illuminare l’attualità della speranza cristiana.
Abitare l’eternità. Sonia Costantini e l’icona sacra
Dal 16 gennaio al 26 marzo 2023
L’esposizione, curata da Alberto Cividati, docente di filosofia all’Istituto Cesare Arici, mette a confronto la ricca collezione di icone di provenienza russa, realizzate tra il XVII e il XX secolo, del Museo Diocesano di Brescia con la pittura monocroma di Sonia Costantini (Mantova, 1953), ponendo in relazione le due modalità di “pittura assoluta”: la frammentazione dell’icona e il monocromo come icona. Le icone e i dipinti saranno posizionati uno di fronte all’altro, svelando la continuità e la discontinuità del loro farsi esperienza del sacro.
Ceruti sacro e la pittura a Brescia tra Ricci e Tiepolo
Museo di Santa Giulia a Brescia
11 marzo – 21 maggio 2023
Curata da Angelo Loda, responsabile del settore storico-artistico della Soprintendenza ABAP per le province di Bergamo e Brescia, la mostra analizza la limitata produzione di opere di carattere sacro realizzate da Giacomo Ceruti durante il soggiorno in provincia di Brescia e da altri lavori successivi. La produzione sacra di Giacomo Ceruti è stata oggetto in questi ultimi decenni di progressivi studi critici che ne hanno sempre più circoscritto ampiezza e limiti oggettivi, rimanendo di fatto una sorta di appendice alla più nota e più celebrata attività di ritrattista e di pittore di scene di genere. Negli ultimi anni, al nome di Ceruti sono state accostate più opere di qualità assai dubbia e difficilmente rapportabili al suo operato, creando una certa confusione di attribuzione che è necessario dipanare.
Oggetto dell’esposizione è dunque quello di presentare la produzione a carattere religioso dell’artista milanese nella sua interezza per quanto concerne le opere conservate nella provincia di Brescia, cui si affianca una selezione di dipinti da lui eseguiti dopo il suo soggiorno in città, tra Padova, Piacenza e Crema. La mostra è introdotta da una selezione di dipinti sacri dei principali artisti attivi nel territorio bresciano e bergamasco nei primi anni del Settecento, tra cui Sebastiano Ricci, Giovambattista Tiepolo, Andrea Celesti, Antonio Cifrondi, Francesco Paglia e si conclude con una selezione di opere degli artisti operosi tra gli anni venti e gli anni quaranta quali Giuseppe Tortelli, Antonio e Angelo Paglia, Francesco Monti. La parrocchiale di Gandino (BG), che conserva una serie quasi unica di testimonianze dell’arte cerutiana, diviene una sorta di seconda sede della mostra.
Equilibristi
Seconda parte 2023
Il progetto presenta le opere di tre artisti quali Stefano Bombardieri, Alessandro Montanari e Cinzia Bevilacqua, che hanno deciso di collaborare tra loro e unire a forza dei loro linguaggi – scultura, fotografia, pittura – per dare vita a una mostra in cui raccontare l’instabile equilibrio che caratterizza spesso l’esistenza umana, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia.
La rassegna, curata da Anna Lisa Ghirardi e Valentina Pedrali, si costruisce lungo tre sezioni dedicate a ciascun artista. Stefano Bombardieri propone Balancing in the past, un nuovo ciclo di opere dedicate alla difficile ricerca dell’equilibrio che l’essere umano compie nel percorso della propria vita. Alessandro Montanari, con Il giro del palazzo, presenta una serie di fotografie in bianco e nero scattate durante la prima ondata della pandemia. Cinzia Bevilacqua, con Appartenere al quotidiano, espone una galleria di nature morte e ritratti di persone comuni e personaggi famosi, legate da un sentire comune, ovvero dalle stesse emozioni, entusiasmi e incertezze, preoccupazioni e speranze.