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Da Canova a Manet. In arrivo la prima asta invernale di Bonino

La casa d’asta Bonino ha in calendario per il 28 dicembre l’asta intitolata “Da Canova a Manet“, che propone tre opere: un gesso di invenzione di Antonio Canova, un dipinto-omaggio a Velásquez attribuito a Edouard Manet e una veduta settecentesca di Venezia di Johan Richter

Il gesso di Amore e Psiche

“Amore e Psiche stanti” è stata eseguita nella bottega di Antonio Canova (1757-1822) probabilmente da Vincenzo Malpieri e Giuseppe Torrenti, i suoi più famosi gessini: così erano chiamati gli aiutanti del maestro responsabili per la predisposizione dei gessi preparatori per i marmi e dei gessi invece derivati dai marmi stessi. Si tratta di un gesso di 148x68x65cm proprietà di Veneto Banca SpA in LCA. Il gruppo bancario, ora in liquidazione coatta amministrativa, pur non avendo mai formato una collezione, ha acquisito in modo piuttosto randomico alcune opere d’arte di differenti temi e qualità, per arredare le proprie sedi o anche a seguito di fusioni e procedure di recupero del credito. E questo gesso ne è un esempio.

L’opera in marmo da cui questo gesso è tratto fu realizzata da Canova nel 1796-1797 ed in seguito venne acquistata da Gioacchino Murat, per entrare nelle collezioni del Louvre. Canova chiamava questo tipo di gessi “da forma buona” ossia cavati dal marmo, e li faceva realizzare appositamente a scopo promozionale, per diffondere con la loro circolazione la propria fama, ma anche per poter essere riutilizzati, con modifiche, come modello per nuovi marmi. Il calco in gesso di proprietà di Veneto Banca è citato, negli antichi archivi canoviani, tra le opere trasportate dallo studio romano di Canova a Possagno dopo la sua morte, nel 1829.

L’opera è stata oggetto di numerose esposizioni tra cui Canova. Eterna Bellezza (Roma, Palazzo Braschi 2019-2020), Canova. Gloria Trevigiana (Treviso, Museo Bailo, maggio-settembre 2022: opera immagine in tutta la comunicazione) ed è attualmente esposta nella mostra Io, Canova. Genio europeo (Bassano del Grappa, 15 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023). Tale la fama di questo gesso, vincolato nel 2022 come bene di straordinario valore storico artistico dal Ministero per i Beni e le attività culturali – che nel 2021 è stato richiesto dal Comune di Venezia per celebrare i milleseicento anni della Serenissima (421-2021).
L’opera è offerta in prima fase d’asta con un prezzo di partenza di € 400.000.

Manet, una proposta di nuova attribuzione

Per la seconda opera è stata proposta dalla specialista Maria Teresa Benedetti una attribuzione a Edouard Manet (1832-1883): si tratta di una tela di grandi dimensioni (155,5 x 58 cm), in cui l’autore si misura con l’artista antico che più di tutti ha ispirato gli impressionisti, Diego Velázquez (1599 – 1660). In  “Veduta di Saragozza, da Velázquez” il pittore si confronta con una Veduta di Saragozza conservata al Prado realizzata da Juan Bautista Del Mazo (1611-1667), genero di Velázquez ma a lungo creduta del Maestro.

L’attribuzione, come detto, è stata presentata da Maria Teresa Benedetti, ora curatrice della mostra di Van Gogh a Roma (Palazzo Bonaparte, 8 ottobre 2022 – 23 marzo 2023) e  studiosa italiana dell’impressionismo e del post-impressionismo. E’ autrice di studi fondamentali sul tema e curatrice di mostre per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Palazzo delle Esposizioni a Roma, il Palazzo Reale e il Palazzo della Permanente di Milano, nonché della retrospettiva al Vittoriano su Cézanne e gli artisti italiani del ’900 e della mostra monografica su Toulouse-Lautrec a Palazzo Blu di Pisa del 2015.

Il ragionamento attributivo della Benedetti si avvale di una lettera di Manet al pittore Henry Fantin-Latour del 3 settembre 1865 dove l’artista descrive il suo incontro con il modello velazqueziano al Prado: “c’è qui un quadro enorme, pieno di piccole figure, come quelle che si trovano nel quadro del Louvre intitolato I cavalieri, ma queste figure di donne e di uomini sono superiori, forse, e soprattutto esenti da restauro. Lo sfondo, il paesaggio, è di un allievo di Velázquez”.  L’opera è visibile presso la sede Bonino di Vicenza (Via Vecchia Ferriera 70). Il prezzo di partenza è di € 160.000.

L a terza opera è un omaggio alla diffusione internazionale della cultura veneta: un dipinto del pittore svedese barocco Johan Richter (1665-1745), la cui maturità coincide con l’esordio di Canaletto. Olio su tela 132×109 cm., rappresenta una Barca in fiamme sul Canal grande, icona del convivere tra natura e teatro nel paesaggio veneziano di primo Settecento. Anche questa opera è visibile presso Bonino, Vicenza, e parte da un prezzo di € 28.000.

L’asta si svolge in sette fasi, secondo il seguente calendario: 28 dicembre 2022 (con base d’asta al 200% della stima minima); 12 gennaio 2023 (con base d’asta al 150% della stima minima); 26 gennaio (con base d’asta al 100%), 9 febbraio (con base d’asta al 75%), 23 febbraio (con base d’asta al 50%), 9 marzo (con base d’asta al 33%), 23 marzo (con base d’asta ad offerta libera).

Il 28 dicembre 2022, a partire dalle ore 18, si tiene la seduta di aggiudicazione, presso la sede della Casa di Vendite Bonino a Roma, Via Filippo Civinini 21 – 37
Tel 06 8075228

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