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La rivoluzione del gesto. Emilio Vedova nei luoghi di Osvaldo Licini

Si chiude l’8 gennaio 2023 la mostra “Vedova. Oltre il colore, etica ed estetica del segno” negli spazi del Centro Studi e nella Casa Museo Licini, a Monte Vidon Corrado (FM)

Emilio Vedova nei luoghi di Osvaldo Licini. A Monte Vidon Corrado (FM) una mostra nel nome del segno, quando il segno diviene significante e significato per catturare il fluire della vita, dare corpo all’idea di arte. Vedova nasce nel 1919, Licini nel 1894, il tempo di una generazione li separa.  In comune la rivoluzione del gesto, l’amore per un linguaggio che abbandona le forme della tradizione. L’impeto politico e il risvolto sociale del loro impegno, l’arte come messaggio, una originale e personalissima narrazione artistica. Vedova che durante le sue lezioni citava spesso Licini.

“Vedova. Oltre il colore, etica ed estetica del segno” è il titolo della mostra che presenta la ricerca grafica, la produzione meno conosciuta di un artista irrequieto, negli spazi del Centro Studi e nella Casa Museo Licini. Inaspettati, nelle cantine della Casa ci sono le tavole con gli Angeli che per Vedova sono domanda, turbamento, quando per Licini sono “Angeli ribelli”.

Un percorso espositivo nella continuità di una poetica che abbraccia contenuti paralleli dei due artisti e muove da un sentire che cambia i paradigmi dell’arte del Novecento. Questa l’operazione che Daniela Simoni ha pilotato per il 2022 delineando, con Roberto Budassi e la collaborazione della stamperia Albicocco, un viaggio che riunisce 80 lavori del grande maestro dell’Informale, caratterizzati da una marcata identità.

Opere grafiche, magistralmente in dialogo con alcuni dipinti, e ci si trova immersi in una dimensione di segni che si vestono di bianco e nero, si alleano in un’alternanza di gesti decisi, talora nervosi e imprevedibili, seppure guidati da una precisa intenzione, a creare un singolare pattern visivo.  La ragione di un fare che nasce dal profondo, l’adesione alla religione del segno e “nulla die sine linea”. Le sfaccettature di una personalità di ricercatore, il risvolto della ribellione, la passione, l’impegno civile e sociale che si nutre della complessità del suo tempo. Un lavoro che esprime, traduce i conflitti, l’ansia di un periodo storico per restituire una visione del mondo, l’aspirazione alla libertà. Libertà che si configura come necessità ineluttabile, come idea che sostanzia il vivere, così come essa pervade e nutre il territorio dell’arte. Energia, istintività, ma anche riflessione, analisi, ricerca, radici di un linguaggio come risvolto dell’essere.

Il percorso espositivo ripercorre la strada della grafica che diviene imprescindibile aspetto, espressione cui Emilio Vedova si è dedicato con grande energia e forza come fa un viandante alla ricerca di una terra da raggiungere. Come fa un archeologo che osserva e analizza il particolare per ricercare le origini, per arrivare a ricomporre il messaggio di frammenti ritrovati. L’energia vibrante di ogni lavoro e l’universo creativo di Vedova cattura, scuote il visitatore e l’incontro è con un artista profondo, appassionato il cui aspetto fisico era come quello di un Mangiafuoco della storia di Pinocchio. Ed ecco le opere di acquatinta, le serigrafie, le litografie del maestro veneziano a creare un fil rouge che riflette l’andamento segnico del lavoro tutto: propensione alla scoperta e determinazione in un vortice di energia e passione quando i gesti che tagliano la composizione irrompono nella scena come “Rottura”, o come brandelli di luce che illuminano il sentiero nel viaggio della vita. Percorsi dell’umano. Il carattere di quel nero caparbiamente ottenuto, un inserto rosso all’improvviso, tracce di giallo. Il nero che domina come specchio delle contingenze e i titoli sono “Vietnam ’67”, “Immagini del tempo”, “America oggi”, “Resistenza”. Linguaggio di un’arte che abbandona il terreno della individualità per abbracciare la coscienza collettiva. Il ciclo degli “Oltre” i Dischi, i Tondi pittorici e la presenza della forma circolare come principio, espressione di una sacralità in cui alberga armonia e perfezione. “Chi brucia un libro brucia un uomo”, è il bozzetto di un disco, combustione, pittura acrilica e carta su legno, che Vedova realizza in memoria dell’incendio della biblioteca di Sarajevo nel contesto della guerra civile in Bosnia Erzegovina: monito che riflette sull’assurdità delle guerre di ogni tempo. Coscienza civile, sensibilità morale, etica di un’arte che riflette, testimonianza  che esce dai confini della individualità per abbracciare una coscienza collettiva. 

Fino all’8 gennaio 2023
www.centrostudiosvaldolicini.it

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