Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management dell’Arte e dei Beni Culturali”, tenuto tra novembre e dicembre 2022 da Luca Zuccala, direttore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.
Un percorso sull’astrazione, dalle origini alle sue molteplici declinazioni: Kandinsky e le avanguardie. Punto, linea e superficie è la mostra allestita al Centro Candiani di Mestre dal 30 settembre 2022 fino al 21 febbraio 2023. Un’esposizione che parte da Kandinsky e poi si concentra su «artisti che hanno compiuto il loro percorso nell’astrattismo. Fino ad arrivare, come lo stesso Kandinsky ha scritto, a trovare nelle linee e nel colore la massima espressione del loro animo» spiega Elisabetta Barisoni, curatrice della mostra e responsabile di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia.
“L’arte supera i limiti in cui la sua epoca vorrebbe costringerla e annuncia il contenuto del futuro”. Questa citazione dal libro Punto, linea, superficie scritto da Kandinsky nel 1926, oltre a dare il sottotitolo alla mostra, inquadra chiaramente il senso delle avanguardie, “avanti” rispetto a ciò che le circonda nel presente e, contemporaneamente, preambolo di ciò che attende solo di essere espresso. Il trattato del Maestro russo esamina aspetti di pittura e geometria, che tuttavia identificano più ampie riflessioni di carattere filosofico estetico. Ciascun elemento concorre a creare una grammatica, che pone le basi per una rigorosa scienza dell’arte.
Grazie alle teorie di Kandinsky, artisti come Piero Manzoni, Lucio Fontana, Jackson Pollock, Hartung e molti altri possono essere compresi maggiormente ed apprezzati a fondo. Il suo insegnamento permise di creare un nuovo dialogo tra autore, opera e pubblico, fornendo la “possibilità di entrare nell’ opera, diventare attivi in essa e vivere il suo pulsare con tutti i sensi”.
Nei suoi studi egli mirava a determinare la natura e le proprietà degli elementi essenziali della forma: il punto, la linea e la superficie. Quando il pittore tocca la tela per la prima volta, genera un punto, nucleo del significato di una composizione. Esso è statico. La linea, al contrario, è dinamica ed è la traccia lasciata dal punto in movimento. Può assumere orientamenti e spessori diversi; può essere spezzata, curva, mista. Ad ogni linea sono associate tensioni spirituali: quelle dell’artista, che compie il gesto e quelle delle emozioni suscitate nell’osservatore esterno.
Nel testo, l’artista esprime le concezioni che poi sperimenta nei suoi lavori come quelle intorno ai diversi tipi di linea (zig-zag, diagonali, curve, angoli), all’energia e al ritmo, al valore del peso e della gravità. Zig-zag bianchi, Tre triangoli e Piccoli mondi anticipano Paul Klee e Lyonel Feininger, che insieme al maestro costituirono i “Quattro Blu” (Die Blaue Vier). Sono artisti che, pur insegnandovi, non si riconoscono nel rigore compositivo del Bauhaus ma cercano maggiore libertà espressiva, mescolando fantasia e spiritualità. Sulla scia di questa apertura, le avanguardie astratte si incontrano con le sperimentazioni del Surrealismo, che ha tra i maggiori interpreti Miró, ma anche Tàpies, Brauner, Tanguy, Veronesi e le sue forme musicali, lo scultore Jean Arp e il futurista Prampolini, di cui sono esposte le Analogie cosmiche.
La terza parte della mostra conduce il visitatore al secondo Dopoguerra, quando gli artisti cominciano a concepire l’arte come un processo esistenziale e non solo creativo, che non necessita di mediazioni e codificazioni. Secondo la curatrice, «negli anni Quaranta la lezione di Kandinsky si declina nel mondo inglese con l’esperienza di Ben Nicholson, nelle esperienze internazionali dell’Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell’Astrattismo segnico. Da Emilio Vedova a Mario Deluigi, da Giuseppe Santomaso a Tancredi, da Roberto Matta a Karel Appel fino a Mark Tobey, le forme dell’astrazione nella seconda parte del ‘900 si collocano a metà tra informale, suggestione lirica e gestuale».
La mostra si chiude con un’accurata selezione di scultura con opere di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Luciano Minguzzi e Bruno De Toffoli. Infine, si arriva alle punte del contemporaneo: la ripresa di un’astrazione radicale si fa strada con le esperienze di Richard Nonas e di Julia Mangold, che introducono il visitatore nel pensiero degli anni Settanta, «per raccontare ancora nuove motivazioni alla base dell’arte minimal, con spunti che derivano anche dalla riflessione sui temi ambientali», spiega Elisabetta Barisoni. Uomini lontani nel tempo e nello spazio, ma accomunati dalla lucida ricerca di un’espressione artistica che garantisce la piena libertà di esprimersi.
I capolavori esposti provengono dalla collezione della Galleria Internazionale d’Arte Moderna, arricchita dall’importante donazione Prast del 2020. Molti sono stati acquistati dal Comune di Venezia in varie edizioni della Biennale, altri donati dagli stessi artisti premiati, altri ancora provengono da Istituzioni culturali, da collezionisti e grandi mecenati. Motivo di orgoglio per la Fondazione Musei Civici di Venezia è aver realizzato questa ricca esposizione attingendo solo al proprio patrimonio, senza prestiti esterni. Dunque, Venezia non è solo Biennale. Essa offre un’incredibile offerta espositiva che la qualifica come uno dei centri propulsori del panorama artistico mondiale.
Sitografia
1. https://www.veneziatoday.it/eventi/mostra-kandinsky-avanguardie-mestre-candiani.html
2. https://live.comune.venezia.it/it/2022/09/cultura-al-candiani-kandinsky-e-le-avanguardie-europee-mostra-fino-21-febbraio-2023