Una mostra attesissima che ha aperto finalmente i battenti lo scorso sabato. Fino al 23 aprile il Museo di Belle Arti di Gand presenta la prima monografica su Theodoor Rombouts (1597-1637), virtuoso del caravaggismo fiammingo. Figura eminente nell’ambiente artistico di Anversa, Rombouts fu molto apprezzato durante la sua breve vita, ma la sua eredità artistica fu presto eclissata dai maestri del barocco suoi concittadini Peter Paul Rubens (1577-1640) e Antoon Van Dyck (1599-1641). Il Museo di Belle Arti di Gand vuole per questo celebrarne il talento e gettare luce sulla sua originalità artistica, interpretando l’opera di Rombouts attraverso una lente inedita.
Una carriera breve ma di grande successo
Dopo gli anni formativi al fianco di Abraham Janssen (c. 1573-1632), il giovane Rombouts si trasferisce in Italia all’inizio del Seicento, dove è influenzato dal genio rivoluzionario di Caravaggio (1571-1610) e da Bartolomeo Manfredi (1582-1622), uno dei principali esponenti del caravaggismo. Tornato ad Anversa, il pittore fiammingo comincia a sviluppare la sua identità artistica. Capace di rielaborare e sublimare le influenze di Nord e Sud, diventa una personalità stimata nell’ambiente artistico di Anversa.
Dal suo atelier della Meir soddisfa con ingegno i desideri del pubblico e si trasforma in uno specialista del caravaggismo fiammingo, le cui pennellate lasciano intravedere le referenze stilistiche di Rubens, allora molto amato dalla committenza. La carriera di Rombouts termina all’improvviso alla sua morte, avvenuta nel 1637 a soli quarant’anni. Una figura chiave della pittura di genere dallo stile unico.
Nell’opera multiforme di Rombouts si fanno notare le scene di genere monumentali, vivaci e a tratti moralizzatrici che vedono protagonisti eleganti gruppi di figure e suonatori. Sono realizzate secondo la Manfrediana methodus, tecnica che prende il nome da uno dei primi esponenti del caravaggismo, Bartolomeo Manfredi (1587 – c. 1620/1621), e si distinguono per i giochi di chiaroscuro, il naturalismo e l’atmosfera drammatica, tra primi piani e gruppi di mezze figure ritratti nelle personalissime tonalità del viola, del rosso e del blu.
Figlio di un sarto, Rombouts ha una spiccata sensibilità per i tessuti, che dipinge con tangibile verosimiglianza, e per gli strumenti musicali, che riproduce con grande virtuosismo. Nelle sue composizioni attente, dal gusto scenografico, i personaggi popolari sono in un certo senso esaltati dall’atmosfera elegante e dai costumi raffinati. Rombouts preferisce scegliere direttamente i propri modelli, figure tipiche che ripropone dipinto dopo dipinto. A volte è lui stesso a comparire tra i personaggi delle sue tele, a volte è la moglie o la figlia.
Rombouts cattura come nessun altro composizioni popolari raffinate e accessibili con personaggi allegri e suonatori, ma sa anche rappresentare scene monumentali e religiose, o allegorie dai messaggi politici nascosti. Il pittore caravaggesco fiammingo unisce nei suoi lavori la tradizione del Nord e del Sud, e sebbene il suo stile abbia avuto vita breve, l’impatto di Rombouts sulla pittura di genere nei Paesi Bassi meridionali non è da sottovalutare.
Rombouts, pittore caravaggesco fiammingo
Per realizzare questa mostra e il catalogo, che vede Theodoor Rombouts per la prima volta al centro della scena, il Museo di Belle Arti di Gand ha esplorato con attenzione l’opera del pittore di Anversa. Dipinti di collezioni private, chiese e musei di tutta Europa e degli Stati Uniti sono arrivati a Gand, alcuni dei quali restaurati per l’occasione con il contributo del museo.
Il risultato è una panoramica inedita e sorprendente dell’artista. I visitatori potranno conoscere per la prima volta il cuore dell’opera del pittore, in un dialogo aperto con suoi contemporanei come Bartolomeo Manfredi, Valentin de Boulogne (1591-1632) e Hendrick ter Brugghen (1588- 1629). Attraverso un allestimento tematico, la mostra ripercorre tutti gli aspetti della pittura di Rombouts svelando l’uomo al di là dell’opera: un artista intelligente che ama lasciarsi incantare dal talento dei suoi colleghi, ma che allo stesso tempo sviluppa un’identità artistica riconoscibile sia per la committenza del tempo che per noi spettatori di oggi.
Rombouts e il Museo di Belle Arti di Gand
Il Museo di Belle Arti di Gand ha un legame speciale con il pittore di Anversa, iniziato nel 1860 con l’acquisto di L’allegoria dei cinque sensi (1632), primo dipinto del maestro ad aprire la collezione del museo, diventato presto tra le opere più apprezzate dal pubblico. Il Museo di Belle Arti di Gand custodisce nella sua collezione altri due dipinti di Rombouts, l’Allegoria dell’assemblea dei Gedele (1627-28), la tela più grande di Rombouts, e Il cavadenti (ca. 1628), tipico monito caravaggesco contro i truffatori. Quest’ultimo sarà restaurato proprio in occasione della mostra.