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Allucinazioni di un viaggio in Sardegna: Tim Davis a Cagliari

Man on the Moon (dettaglio), dalla mostra Akephalos, dalla mostra Tim Davis, Hallucinations, 2022, courtesy l'artista e Fondazione di Sardegna
Hallucinations, vista della mostra, foto di Andrea Mignogna, courtesy Fondazione di Sardegna
Hallucinations, vista della mostra, foto di Andrea Mignogna, courtesy Fondazione di Sardegna
Emerge quasi un continente di opposte visioni dal viaggio in Sardegna di Tim Davis: esperienza onirica e concreta realtà si confondono nell’atmosfera rarefatta dell’isola

60 fotografie formano il cosmo solido e sospeso che si apre alla Fondazione di Sardegna di Cagliari con “Hallucinations” di Tim Davis, mostra frutto del percorso dell’artista attraverso la poetica del quotidiano, curata da Marco Delogu e visibile fino al 31 marzo. Una ricerca di nuovi significati che Davis ha elaborato battendo in Sardegna un itinerario vasto e variopinto, sviluppatosi a partire da The Photo Solstice del 2021 e trovando approfondimento attraverso le sue residenze nell’isola mediterranea. Ne è nato un arcipelago di immagini, tortuoso passaggio dal porto di Golfo Aranci verso l’entroterra barbaricino seguendo strade secondarie, e poi ancora, da nord a sud e da ovest a est cercando i luoghi in cui nascondersi di un’isola battuta dai venti ed erosa dalle piogge stagionali, dove sentirsi alla deriva, con lo sguardo e con la mente.

Ed ecco il lago dove lento si abbassa il canadair a pescare l’acqua come la gazza ladra che svolazza tra gli alberi e Bottlescape, foto di un campo invaso di bottiglie di vetro che guarda ai segni del passaggio del fuoco dei piromani. È un universo di dettagli diversi, opposti, che convivono contemporaneamente nello stesso spazio. E le fotografie di Tim Davis diventano così un processo di iniziazione a una diversa realtà della Sardegna: abbiamo attraversato – scrive il curatore – una Sardegna che forse non è mai esistita, eppure è stata innegabilmente li, davanti ai nostri occhi. L’abbiamo vista, ne abbiamo riconosciuto dei frammenti.

E di particella in particella la nuova sostanza diventa fisica: la bellezza nascosta tra file di vite con le montagne bianco sullo sfondo si confronta con la città che si avvicina prepotente; le strade con i lavori e la vita non turbano il ritmo lento dell’uomo seduto al tramonto tra i murales; la realtà di segni, manifesti e scritte vive insieme alle saline, ai monoliti e alle stagioni e il nuovo e il vecchio si fondono in un unico momento presente. Emerge un luogo insieme condannato e incolume, eterno e transitorio nel dramma sardonico della vita e con queste visioni si sviluppano racconti minimi e fanno nascere nuovi significati nell’ordinario, trovandone l’elemento poetico in grado di liberare dal tragico dell’esistenza.

Akephalos, dalla mostra Tim Davis, Hallucinations, 2022, courtesy l'artista e Fondazione di Sardegna
Akephalos, dalla mostra Tim Davis, Hallucinations, 2022, courtesy l’artista e Fondazione di Sardegna

Con il progetto “Commissione Sardegna” curato da Marco Delogu Fondazione di Sardegna ha come obiettivo arricchire la narrazione sulla cultura e l‘immaginario legato alla Sardegna di nuove prospettive: la ricognizione dell’isola fatta da Tim Davis trova un universo di segni dove gli opposti si ritrovano riuniti, dove tutto è poesia in un quotidiano fuori di sé. Il viaggio attraverso gli scatti diviene turbamento mentale e le coordinate si perdono lungo i 2700 km percorsi: con le fotografie di Davis un più complesso e diverso mondo restituisce immagine di sé. La ricerca, come attraverso delle allucinazioni, esce fuori dal conosciuto: ciò che è consolidato e “reale” lo si scopre solo “immaginario” e ciò che è visione onirica, incubo lucido e abbaglio di un momento si dimostra “vero” in tutto e per tutto. E dunque ecco il viaggio lirico in cui perdersi e scoprire sono realtà che coincidono.

La casa editrice Punctum ha pubblicato il volume Tim Davis, “Hallucinations” con 128 fotografie e una eloquente serie di confronti tra gli scatti dell’autore e i testi dello stesso, di Elisa Medde, Marco Delogu e Flavio Scollo.

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