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“La leggenda del santo bevitore”, la crisi spirituale tra delirio e impotenza 

© Teatro Franco Parenti

Al Franco Parenti di Milano Carlo Cecchi è il “Santo bevitore” di Roth diretto da Andrée Ruth Shammah. In scena ancora fino al 19 febbraio

Joseph Roth scrisse “La leggenda del santo bevitore” nel 1938 durante il suo esilio a Parigi. Povero, malato e prossimo alla morte, condensò il suo malessere dentro quest’opera pubblicata postuma. Lo scrittore tedesco morirà infatti nella capitale francese il 27 maggio del 1939 a causa di una polmonite e delle complicazioni legate all’alcolismo.

Andrée Ruth Shammah riprende una tra le opere più poetiche di Roth per portarla nuovamente al teatro Parenti dopo l’allestimento di 15 anni fa con Piero Mazzarella. La pièce, in scena fino al 19 febbraio, racconta la storia di un uomo indigente di nome Andreas, aiutato da un anonimo benefattore che vuole offrirgli 200 franchi. 

Il protagonista tentenna ma li accetta dietro la promessa di restituire la somma alla “piccola Santa Teresa” nella chiesa parigina di Santa Maria di Batignolles.  Da allora, la vita di Andreas diventa un continuo pellegrinaggio verso la chiesa. I soldi aumentano e poi si dissolvono e sembra impossibile mantenere quella promessa fatta allo sconosciuto benefattore.

Questa indecisione rappresenta metaforicamente anche il rapporto conflittuale di Roth con il cattolicesimo in lotta con la sua identità ebraica.  Roth con quest’opera ci lascia un grande Kaddish, la preghiera che gli ebrei recitano per i defunti, intrisa delle sue fragilità esistenziali. La narrazione è ambientata a Parigi e ha un’atmosfera malinconica e onirica, regalandoci un’instantanea della città nel periodo tra le due guerre.

Carlo Cecchi è uno straordinario santo bevitore in grado di reggere da solo l’intero arco narrativo e capace di aggirare l’ostacolo di uno schermo che non proietta la pioggia improvvisando, perché dove non arriva la tecnologia arriva il talento.

Con lui sul palco il barista (Giovanni Lucini) e la donna che legge dei brani nel medesimo cafè (Roberta Rovelli) che con la sua presenza sposta l’asse temporale con un’ipotetica sovrapposizione.

teatrofrancoparenti.it

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