Che tempo fa nel mondo delle serie TV? Ecco due esempi recenti: il distopico e atteso The Last of Us ha appena esordito su Sky e la terza stagione della serie di ispirazione sociale, Mare fuori, sarà in onda su Rai2 dal 15 febbraio. Si dice che la realtà superi la fantasia; delle nuove serie si potrebbe dire (per ora) il contrario. Ma anche che i due aspetti si assomiglino in modo poco rassicurante. E un certo pubblico apprezza.
Di The Last of Us si è parlato a lungo prima dell’esordio su Sky e Now Tv, lo scorso 15 gennaio in contemporanea con gli Stati Uniti. E fin dalle prime puntate si è cantata vittoria sul tema degli ascolti, almeno negli USA. La serie è stata preceduta dalla fama del videogioco omonimo, nel quale uomini-zombie, infettati da un fungo (che esiste davvero) si aggirano per il mondo affamati di carne umana; fino al disastro della nostra civiltà.
La serie The Last of Us
Nella serie Tv, i pochi sopravvissuti vivono seminascosti in casa (vi suona familiare?) e le vicende centrali ruotano attorno a un adulto e una ragazza che devono compiere un viaggio insieme per raggiungere un centro di ricerca. La ragazza è fra i pochi immuni dall’infezione e, grazie a lei, forse si potrebbe sconfiggere la pandemia. Attori, regia, sceneggiatori (fra di loro, Craig Mazin, già autore di Chernobyl), ambientazioni, costumi ecc. sono ai massimi livelli, per questa serie che fa rivivere ansie conosciute ed altre amplificate verso il futuro. Il primo episodio inizia nel 1968, con un programma televisivo nel quale è ospite uno scienziato (virologo?) che spiega le possibili mutazioni del fungo in questione. Passano due o tre decenni e la previsione si avvera tragicamente; un altro paio di decenni e il mondo è semidistrutto e pieno di presenze inquietanti, nostri simili infettati e trasformati in cannibali. Nel corso della terza puntata c’è una sorta di pausa nell’avventura di Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey): si parla, infatti, di una relazione tra due uomini e di eutanasia.
Tra finzione e realtà
Come finirà? Non bene, nel complesso. Nel mondo delle serie Tv di oggi non c’è posto per una vera luce alla fine del tunnel. Già annunciata, invece, una seconda stagione. Nel frattempo, un articolo apparso sul National Geographic avvisa gli spettatori che i funghi parassiti potrebbero davvero attaccare l’uomo.
Mare fuori 3, la serie Rai
Di tutt’altro stile e tema è Mare fuori, giunta alla terza stagione. Già visibile su RaiPlay (otto milioni di visualizzazioni, al momento), la serie sarà di seguito in onda su Rai2, dopo l’affollata settimana di Sanremo. Mare fuori 3 è un successo annunciato, grazie agli ascolti crescenti delle stagioni passate, con un pubblico prevalente di giovani e giovanissimi; e questa è una notizia nell’ambito della programmazione Rai, generalmente seguita da spettatori più agé.
Mare fuori, la cui trama si svolge attorno alle vicende di un penitenziario minorile della Campania, è un prodotto di qualità (nome di punta fra gli attori, Carolina Crescentini, ma i giovani interpreti fanno concorrenza ai veterani) come spesso accade ultimamente. Sono, quindi, credibili, le scene di bullismo e delinquenza, il clima di nichilismo morale dei ragazzi, l’intervento non sempre affidabile degli adulti. Ne è autrice la stessa Rai che si prodiga in questi giorni in un’operazione lodevole, ma che utilizza una metodologia opposta: martedì 7 febbraio, la programmazione delle reti partecipa alla Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo. Siamo sicuri che i giovanissimi eroi maledetti della serie di Rai2 siano meno accattivanti dei discorsi ispirati ai buoni sentimenti a reti unificate?