20 anni di edizioni L’Ippocampo. Intervista a Sebastiano Le Noel, art director della casa editrice: “I libri sono un antidoto a tutto perché consentono di viaggiare ovunque”
L’editoria è in crisi, gli italiani non leggono, le librerie chiudono, il canale digitale ha stravolto tutto il sistema: da anni ormai le grida di allarme sono sempre più numerose, eppure, nonostante un mercato sempre più complesso, negli ultimi anni i dati raccontano (anche altro). C’è voglia di tornare a leggere e di riscoprire il valore del libro come oggetto. In questo panorama L’Ippocampo, casa editrice specializzata in libri illustrati, si trova a essere una delle protagoniste del settore, con 20 anni di storia ricca di pubblicazioni che hanno sempre guardato alla qualità, sia dei contenuti (arte e natura in primo piano), che dei materiali (rilegatura, carta, grafica, tecniche di stampa). Con un catalogo che spazia da artisti come Gustave Doré, Benjamin Lacombe, Quentin Blake e Yuko Higuchi, dalla moda (con i maxi volumi che raccolgono tutte le collezioni di Versace, Prada, Chloé – e tutti gli altri grandi stilisti che hanno fatto la storia della moda contemporanea) all’arte culinaria (Cédric Grolet, Massimo Bottura, Nancy Singleton Hachisu), è impossibile pensare all’esperienza di sfogliare un loro libro in semplice versione eBook. In occasione del ventesimo compleanno abbiamo intervistato Sebastiano Le Noel, l’art director della casa editrice.
> Come è nata L’Ippocampo? È vero che il logo lo ha disegnato lei?
L’ippocampo è stata fondata nel 2003 da mio padre, Patrick Le Noel. Dopo anni come direttore commerciale di prestigiose case editrici in Francia (Hachette, Flammarion, Actes Sud), decise di trasferirsi in Italia, il suo paese del cuore e di mia madre Giuliana Bressan (attuale direttrice editoriale de L’ippocampo), e creare la casa editrice. Tutto è cominciato a pranzo, in famiglia, nella nostra casa di Genova. A tavola, mio padre ci annunciò che stava per creare una casa editrice e che bisognava trovarle un nome. Noi, tre figli, proponemmo nomi di animali e, essendo appassionati di mitologia greca, uscì il nome de L’ippocampo, un animale singolare in quanto il maschio dà il cambio alla femmina per tenere i figli in grembo. E sì, è vero: ho disegnato io il logo, a 15 anni, partendo da un modello vero. Tutta una storia di famiglia.
> Tre aggettivi per descrivere i primi 20 anni di L’Ippocampo?
Darò tre parole chiave, non per forza aggettivi, che per me descrivono perfettamente questi vent’anni di attività: avventura, sudore, crescita.
> Due dei vostri pilastri sono l’arte e la natura, che nella nostra vita quotidiana sembrano trovare sempre meno posto, i libri possono essere un antidoto a questo trend?
Non credo che l’arte e la natura trovino sempre meno posto, anzi, in un’era digitale le persone hanno bisogno di cose concrete, di estetica e di connettersi con la natura. I libri sono un antidoto a tutto perché consentono di viaggiare ovunque.
> Quanti titoli distribuite all’anno, e come li scegliete?
Siamo partiti nel 2003 con un solo titolo e quest’anno pubblicheremo 100 novità. La scelta è spesso una scelta di cuore, il nostro obiettivo non è quello di inserirci in un segmento ma di sorprendere sia i librai che il pubblico con delle novità originali e dal forte impatto contenutistico, emotivo ed estetico; il nostro DNA sono i libri illustrati di alta qualità.
> Quali sono i titoli a cui è più affezionato? Quelli che considera come delle sfide vinte?
I libri sono come dei bambini che vengono al mondo, l’emozione di vedere la prima copia stampata è sempre molto forte. Se dovessi scegliere i libri a cui sono più affezionato sono La Parigina di Ines de La Fressange, che è stato un colpo di fulmine e una success story incredibile, Louis Vuitton – 100 bauli da leggenda (il più bello), Botteghe di Tokyo (di cui si è fatta la mostra), e per ragazzi Il libro delle Terre immaginate, Il giardino segreto che ha inaugurato la fortunata serie dei classici illustrati da MinaLima (Lo studio che ha plasmato l’identità grafica di film di Harry Potter), e il piccolo yeti Murdo, premiato dai bambini italiani con il premio Strega 2021.
Per quanta riguarda le sfide, L’ippocampo stesso è stato una sfida, e lo è tuttora: è necessario reinventarsi ogni anno. Per quanto riguarda i titoli, recentemente il lancio di Club godo è stato una case history per quanto riguarda la strategia di lancio non convenzionale, ripagata da un successo incredibile in comunicazione e vendite. Il lancio dell’autrice Camille Monceaux, autrice della saga Le cronache dell’acero e del ciliegio, è stato un successo di libreria e di comunicazione nonostante non avessimo mai pubblicato romanzi young adult prima d’ora.
> Il mercato dell’editoria è un mercato complesso, che negli ultimi 20 anni ha attraversato diverse crisi (calo di lettori, costo della carta, digitalizzazione). Come si sopravvive a tutto questo?
Non bisogna riposarsi sugli allori, ma mettersi sempre in gioco e reinventarsi continuamente, sorprendendo il pubblico e cercando di essere unici.
> Non cedere ai trend (Ebook, Booktoker, influencers) è complicato? O ripaga in termini di reputation e credibilità?
Adattarsi e mettersi in gioco è importante, ma bisogna cercare di essere coerenti con la propria immagine e identità.
> Quali sono le novità per festeggiare questi 20 anni?
Abbiamo tantissime novità forti in programma tra le quali una collana di libri di viaggio molto curata a livello estetico, Gli atlanti edonisti, per riallacciarci con le nostre origini di editore di viaggio, poi il nuovo libro di Benjamin Lacombe, sempre a tema Giappone, e a Bologna presenteremo un libro sulle Metamorfosi di Ovidio, “riccamente illustrato” da Daniele Catalli.
Oltre alle novità abbiamo in programma una serie di attività per celebrare questo anniversario. Siamo andati a Tokyo per commissionare a Yuko Higuchi, una delle illustratrici più ricercate e misteriose del momento (non si fa vedere in pubblico), famosa per le collaborazioni con Gucci, il logo del nostro ventennale. L’opera verrà apposta su tutte le copertine delle novità, su uno sticker speciale che potrà essere riutilizzato come ex libris da riattaccare all’interno del libro. Abbiamo poi creato insieme a lei una borsa di altissima qualità, non una semplice stopper, che verrà distribuita nelle librerie.
> Chi sono i vostri lettori, come comunicate con loro?
Essendo editori generalisti e trattando argomenti più vari, non abbiamo un target definito, se non chi è attento all’estetica e alla qualità. Adoriamo il contatto con il pubblico, nelle fiere, tramite i nostri social e attraverso i librai.
> Come vede i prossimi 20 anni per L’Ippocampo?
Impossibile prevedere il futuro. Cerchiamo di andare ogni anno verso l’alta qualità, in cerca di nuove sfide.