Il Centre Pompidou potrebbe aprire una nuova sede in Arabia Saudita. Un tassello ulteriore nella più ampia collaborazione culturale che il Paese mediorientale ha intrapreso con la Francia.
Dal fascino urbano della sede parigina agli edifici in arenaria antichi 2000 anni e alle tombe, scolpite da artigiani della tribù dei Nabatei, dell’antica regione di AlUla. Questo l’ampliamento che secondo Le Monde il Centre Pompidou avrebbe intenzione di intraprendere, grazie a un contratto di 2 milioni di euro che gli permetterebbe di aprire un avamposto contemporaneo nella regione saudita. Sarebbe il sesto nel mondo, dopo quelli di Bruxelles, Jersey City, Malaga e Shanghai. Oltre che, ovviamente, a Parigi.
Il museo di AIUla – parte di un più ampio progetto di potenziamento culturale del sito, ideato dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman Al Saud con il presidente francese Emmanuel Macron – dovrebbe prendere il nome di Perspective Galleries. Per progettarlo è stata scelta l’architetto libanese Lina Ghotmeh. Il Pompidou si occuperà di curare l’aspetto conservativo e didattico dell’istituzione, oltre che impegnarsi in una strategia quinquennale il prestito di opere e la produzione di mostre.
Era l’aprile 2018 quando la Francia e l’Arabia Saudita hanno firmato un accordo decennale per rendere AlUla una regione ricca di musei e proposte culturali. Le tre fasi di cui si compone il progetto dovrebbero essere completate nel 2023, 2030 e 2035. Non è però chiaro al momento in quale di queste scadenze si inserisce Perspective Galleries.