Viveva a Parigi, Vilma, con il suo grande amore Claude, filosofo già allievo di Foucault. D’Improvviso si è ammalata ed è tornata a Milano per curarsi, la sua città natale, dove si è spenta il giorno di San Valentino. Le esequie si sono svolte questa mattina 16 febbraio presso la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Vilma lascia tanti ricordi nel cuore di molti giornalisti d’arte italiani. Un bacio da tutta la redazione e la direzione di ArtsLife
Impossibile dimenticarla. Vilma Sarchi era un’istituzione a Milano vent’anni fa. Fu lei a convincere i primi giornalisti italiani a visitare, per esempio il Tefaf di Maastricht, la fiera dell’arte più bela al mondo. La prima volta che ci andai ricordo che tornai in redazione al Corriere ancora stupefatto da quello che avevo visto esposto. Ci impiegai un po’ per spiegare ai miei capi che a Maastricht stava nascendo un’esposizione al top mondiale. Ma poi capirono e mi diedero lo spazio sul giornale per spiegare, anzi raccontare le meraviglie raccolte dai più importanti mercanti del pianeta su tutte le discipline e la storia dell’arte. Dal reperto archeologico millenario ai capolavori dell’arte moderna, passando per tavole e oli incantevoli dipinte dai maestri fiamminghi del XVI e XVII secolo, su cui la fiera era nata.
Gli inviti di Vilma (che fossero a Maastricht, Parigi o Miami) erano sempre corredati da un’organizzazione perfetta non solo logistica ma anche nei contenuti e nelle lunghe serata a chiacchierare, insieme ai colleghi, in squisiti ristoranti. Vilma è stata una donna colta e soprattutto raffinatissima. La sua immagine ci ha guidati a scoprire opere mozzafiato. A corredo, in alcune giornate dei nostri indimenticabili viaggi, spuntava Claude suo marito, compagno e mentore, con il quale le lunghe chiacchierate viravano dalla tavolozza di Van Gogh all’ultimo testo di Derrida.
Insomma Vilma ci hai nutrito e scorrazzato per il mondo. Anche se ti eri trasferita da anni nel buen refugio parigino non mi aspettavo proprio che ci lasciassi così d’improvviso. Avevamo appuntamento a luglio per una mia mostra in Faubourg St. Honorè. E ci eravamo promessi cene e lunghi discorsi. Come farò ora a Parigi senza di te ancora non lo so. Ma ti dedicherò la mia esposizione. Con il cuore ti abbraccio. Un saluto alla figlia Simona, nipoti e il mio amico e maestro Claude.