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Le complicazioni del mondo in cui viviamo. Paolo Woods in mostra a Milano con i progetti Happy Pills e Pèpè

Paolo Woods è in mostra alla Galleria Valeria Bella a Milano ancora fino al 28 febbraio con  i progetti ‘Happy Pills’ e ‘Pèpè’. Qualche anticipazione su Kometa, un nuovo giornale che racconterà l’Est europeo e sarà lanciato a settembre

In uno dei Paesi più poveri del mondo Haiti, l’isola caraibica dove ha vissuto dal 2010 e nei successivi quattro anni, Paolo Woods è riuscito con il suo sguardo fotografico contemporaneo a cogliere le incongruenze e l’ironia della nostra società, che attraverso pillole e medicine assicura un Paradiso di felicità.

E i ritratti dei venditori di Port-au-Prince che reggono costruzioni gigantesche, vere istallazioni chimiche fuori misura formate da migliaia di farmaci pressati come torri di Babele, rappresentano la metafora di un mondo che regala chimere e falsi sogni. Happy Pills è il titolo di un grande progetto, uno dei tanti di Woods, scaturiti da una creatività aperta, legata a doppio filo da un’osservazione critica e attenta sull’evoluzione e l’involuzione mondiale. Ed è una metafora dove una genuina ironia fa da sfondo a un racconto magistrale che porta a continui rimandi e riflessioni sul valore della vita, sul mito della giovinezza a tutti costi, sui disagi così dilaganti e sulle promesse di una perfezione fisica da raggiungere, costi quel che costi e tappa irrinunciabile per entrare in un Eden virtuale.

Dopo aver girato il mondo in varie esposizioni, accompagnato da un libro e da un film, il lavoro di Woods con un’accurata selezione di immagini, approda alla Galleria Valeria Bella di Milano e si affianca a Home Pharma, l’indagine sullo stesso tema realizzata con Gabriele Galimberti. Ancora una volta l’autore, pluripremiato nel mondo, presenta un’indagine profonda che arriva al cuore dei problemi dei Paesi, come afferma lo scrittore Serge Michel che segue da vicino fin dall’inizio i suoi progetti, da Un Monde De Brut (Pianeta Petrolio) sul tema dell’industria petrolifera nel 2003 ad altri fenomeni che cambiano i continenti come Chinafrica sulla presenza massiccia dei Cinesi nel mondo africano (2007/2008) in un incontro tra giornalismo longform e fotografia documentaria.

“Le mie fotografie cercano di spiegare le complicazioni del mondo in cui viviamo” aggiunge l’autore. Così nel 2021, insieme ad Arnaud Robert, ha completato Happy Pills, un progetto quinquennale sul perché le pillole sono la nostra nuova religione e su come le aziende farmaceutiche commercializzano la felicità.

>> Happy Pills è un libro, una mostra attualmente in tournée mondiale e il primo film di Woods, presentato in anteprima al Festival dei Popoli nel 2022.

Arnaud Brunel and his wife Candelita in their house in Lausanne, Switzerland. Arnaud is businessman and CEO of Tectona. He is also an avid collector of photography and supporter of various photographic institutions. In the photo some of the works he owns are visible, including by Richard Avedon, Andres Serrano and Vik Muniz.
Isidro Flores Gonzales, 48, and his son Adrian Flores Mendoza, 25, in their house in Xochimilco one of the boroughs of Mexico City, Mexico. Isidro is a biologist and founder of the conservation group Santuario del Ajolote that tries to protect the Axolotl, a rare kind of salamander that lives in the nearby lakes.

“Il film in Italia sarà visibile il 24 febbraio al Cinema Beltrade a Milano”, precisa Woods. La Galeria Valeria Bella espone anche Pèpè, come gli Haitiani chiamano gli abiti di seconda mano che arrivano per container dagli Stati Uniti al porto della capitale, e che ormai vestono la maggior parte della popolazione. E come spiega in dettaglio il fotografo: “Una maglietta prodotta per Walmart nelle misere fabbriche di Port-au-Prince sarà prima indossata da un texano e poi, in qualche modo, restituita al mittente, che finalmente potrà indossarla. La T-shirt è il luogo preferito dagli americani per l’espressione di sé, una sorta di cartellone personale, dove si condensano convinzioni politiche, filosofiche e religiose, ma anche i peggiori slogan immaginabili. Gli Haitiani che portano queste magliette in seconda battuta sono spesso ignari del significato delle frasi che indossano. Mentre vivevo ad Haiti sono andato a caccia della T-shirt perfetta”.

Un aspetto della fotografia di Paolo Woods è strettamente legato anche al valore artistico e se l’editoria internazionale ha sempre messo in risalto le sue storie e riconosce il suo talento, anche i musei e il collezionismo pubblico e privato mostrano un forte interesse per le sue opere. “Vengo dalla documentazione e negli anni mi sono reso conto che un certo tipo di linguaggio non era più adatto a raccontare certe storie. E mi riferisco anche al progetto triennale intitolato The Heavens sui paradisi fiscali o su cosa cerchiamo come forma di felicità in Happy Pills. Per questo ho molto lavorato sull’idea di quale linguaggio scegliere per raccontare delle storie contemporanee. E, quando ho cominciato ad Haiti, quelle torri di Babele mi sono sembrate da subito delle opere d’arte e ho cominciato a fotografarle come tali, con gli artisti venditori/scultori che costruivano queste grandi istallazioni”.

Inarrestabile come fotografo Paolo Woods nel 2022 è stato nominato direttore artistico del festival Cortona On The Move, il principale festival fotografico italiano e la prima edizione da lui curata si chiamava Me, Myself and Eye. E per questa prossima edizione di luglio: “Sarà di nuovo un’edizione dove il tema è molto importante, non vago ma veramente specifico e si verrà a Cortona per scoprirlo”. Cofondatore di RIVERBOOM, collettivo e casa editrice che esplora i limiti del linguaggio fotografico e ha celebrato 20 anni di storia,

Paolo Woods ora sta preparando un nuovo giornale che racconterà l’Est europeo, da Varsavia a Vladivostok fino a Istanbul e lo farà attraverso giornalisti, fotografi, ricercatori, scrittori che spesso e volentieri non hanno la possibilità di farsi conoscere.  “Questa nuova rivista uscirà a settembre e darà loro la chance di essere pubblicati e conosciuti in Occidente. Ci siamo resi conto che conosciamo malissimo quella parte del mondo, c’è un vero bisogno di decifrarla e noi pensiamo che la cosa migliore sia lasciarla raccontare a chi la conosce e in maniera più intima”. In attesa di un lancio ufficiale a settembre in Francia, in Svizzera e in Italia Kometa, questo il titolo scelto, uscirà per quattro numeri all’anno e la fotografia avrà un grande ruolo.

Le opere di Paolo Woods alla Galleria Valeria Bella sono tirate in dieci esemplari e due formati.
Serie Happy Pills Haiti (Venditori su fondo bianco) cm 80 x 60, edizione di 10.
Serie Happy Pills Niger (Venditori in esterni) cm 50 x 50, edizione di 10.
Serie Home Pharma (Personaggi in casa con display di medicine) cm 40 x 50, edizione di 10.
Serie PèPè (magliette) formato 50 x50 cm, edizione di 10.

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