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Il cielo stellato di Caterina Erica Shanta da Careof, a Milano

Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato - Installation view, Careof, Milano, 2023 - Courtesy Careof Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato - Installation view, Careof, Milano, 2023 - Courtesy Careof
Caterina Erica Shanta, ritratto, 2023 - Courtesy Careof, ph Diego Mayon
Caterina Erica Shanta, ritratto, 2023 – Courtesy Careof, ph Diego Mayon
Il cielo stellato è un progetto artistico e cinematografico realizzato da Caterina Erica Shanta e fruibile, a cura di Marta Cereda, negli spazi milanesi di Careof fino al 17 marzo 2023.

La mostra coinvolge, in maniera organica, differenti media partendo dalla Festa della Madonna della Bruna di Matera per indagare il rapporto con le immagini nel nostro presente, utilizzando lo strumento dell’open call per raccogliere fotografie e filmati che divengono la materia prima per la realizzazione delle opere.

Per meglio conoscere il progetto abbiamo dialogato con l’artista.

Il cielo stellato, come nasce il titolo di questa mostra e a cosa si riferisce?

Così descriveva i Sassi di Matera nel 1703 Giovan Battista Pacichelli, nel suo Regno di Napoli in prospettiva: “I lumi notturni” li fanno “parere un cielo disceso e stellato”.

L’idea della vallata dei Sassi di Matera come città/cielo speculare alla volta celeste, si riferisce alle innumerevoli luci delle candele che di notte si diffondevano dalle aperture delle case scavate nel tufo.

Tuttavia, vorrei fare un passo indietro e descrivere il caso studio che ho portato al centro del mio progetto, la festa della Madonna della Bruna di Matera. 

È una festa che dura circa 24 ore, che inizia all’alba per concludersi a notte fonda. È un rito complesso e articolato, al culmine del quale v’è il momento dello “strazzo”, termine dialettale che indica l’azione dell’assalto e distruzione del carro trionfale della Madonna della Bruna da parte della popolazione. Il carro trionfale è un gigantesco artefatto in cartapesta costruito sopra lo chassis di un treno lungo tredici metri. Il momento dello “strazzo”, in cui ognuno cerca di prendersi i pezzi migliori del carro da portare a casa come buon auspicio per l’anno a venire, è estremamente concitato, a tratti violento, alla stregua di una grande abbuffata nel piatto della festa. In quel momento ad assistere allo “strazzo” vi sono migliaia di persone, una folla gremita e urlante, che nella piazza principale della città fotografa e filma il gigante prima della sua sparizione.

Il cielo stellato, la cui origine nasce dalla dicitura dei viaggiatori, si sviluppa con una accezione più contemporanea nel mio progetto, identificandolo con l’orizzonte tecnologico e digitale che si forma poco prima dell’assalto del carro trionfale, quando migliaia di smartphone dallo schermo luminoso, si elevano sopra le teste degli spettatori. Ognuno di essi scatta immagini fotografiche dell’oggetto e assieme realizzano inconsciamente una copia virtuale del carro trionfale sotto forma di fotogrammetria, ossia una nube vettoriale di punti luminosi nello spazio nero virtuale: il terzo cielo stellato. 

Appare quindi che lo “strazzo” fisico, dove le persone demoliscono fisicamente il carro, s’accompagna a uno “strazzo” virtuale, dove ognuno si appropria di un prospetto fotografico dell’oggetto d’attenzione. Il titolo del progetto ‘Il cielo stellato’ descrive questo salto di “uno e tre cieli”, in un percorso di astrazione e virtualizzazione dello spazio che si relaziona al corpo umano e ai suoi dispositivi. 

Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato - Installation view, Careof, Milano, 2023 - Courtesy Careof
Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato – Installation view, Careof, Milano, 2023 – Courtesy Careof

Il tuo progetto coinvolge tutti coloro che sono entrati in contatto, negli anni, con la Festa della Madonna Bruna di Matera. Come ti relazioni con le persone e il materiale raccolto?

Il progetto ha coinvolto innumerevoli persone, principalmente quelle che hanno voluto raccontare il proprio punto di vista sulla festa tramite storie, memorie personali e frammenti visuali da archivi privati. Il film che n’è conseguito, Il cielo stellato, riporta frammenti da queste storie, restituiti attraverso un movimento erratico della narrazione, caotico, che si snoda attraverso le 24 ore della festa. Si affrontano diversi temi, dalle origini oscure della festa in un tempo antico dove il mondo era scandito dalla dicotomia natura-cultura, all’influenza che il cinema ha avuto sulla popolazione e sulle storie della festa stessa, allo sfollamento dei Sassi, che ha radicalmente cambiato la conformazione della città e quindi del sentire comune, alle scenografie odierne più impattanti, dove gli elementi si predispongono per essere fotografati o filmati, etc. 

Ho cercato di agire in ottica di apertura e con modalità partecipative, con l’intento di voler coinvolgere attivamente la popolazione. Ad esempio, durante le interviste per il film chiedevo a ogni intervistato: “secondo te, chi potrebbe essere un/una buon narratore/narratrice della festa?”, in questo modo ho seguito una rete di relazioni amicali e sono entrata in contatto con innumerevoli racconti e spaccati di vita. Inoltre, ho avuto la fortuna di entrare in contatto con diversi archivi storici privati locali, tra cui quello di Franco Palumbo, le cui immagini sono in piccola parte esposte nella mostra presso Careof.

Per la raccolta dei materiali fotografici da dispositivi smartphone che immortalavano il momento precedente allo “strazzo” ho diffuso una open call tramite social, giornali locali, la fondazione Matera-Basilicata 2019, tramite passaparola e messaggi, al fine di avere più materiale possibile per realizzare le fotogrammetrie. Avevo chiaro nella mente che la piazza gremita di persone, per come era disposta, aveva una stretta correlazione con la tecnica della fotogrammetria. Non mi restava altro che raccogliere le fotografie e metterle assieme tramite dei software dedicati. 

Sono così riuscita a ricostruire diversi carri trionfali parziali o interi, sia dell’anno dell’open call – era il 2017 – sia degli anni precedenti. Nelle fotogrammetrie tuttavia si è persa l’autorialità data dalle singole fotografie, poiché non è più possibile distinguere dove inizia una e finisce l’altra. 

In qualche modo si ritorna così al marasma iniziale della folla. 

Per la produzione di parte delle opere in mostra hai utilizzato la tecnica della fotogrammetria: puoi raccontarci brevemente di cosa si tratta e per quale motivo hai deciso di utilizzarla?

La fotogrammetria è una tecnica di rilievo ampiamente utilizzata in architettura e archeologia digitale. È una tecnica di conservazione digitale che, con l’ausilio della fotografia, permette di creare un modello tridimensionale simile all’originale. Le fotografie dell’oggetto sono scattate in gran numero da diverse angolazioni a 360°, in questo modo il software che elaborerà le fotografie nel loro insieme sarà in grado di comprendere dimensioni e dettagli dell’oggetto restituendone una copia virtuale tridimensionale in nubi di punti o poligoni. 

Ho deciso di utilizzarla principalmente per tre motivi: il primo perché attorno all’oggetto principale di attenzione, il carro Trionfale della festa della Bruna, le persone si dispongono a 360° munite di smartphone e macchine fotografiche che scattano a raffica nell’attimo prima della sua evanescenza; secondo perché è un processo che avviene spontaneamente e inconsapevolmente da parte del pubblico; terzo perché lo “strazzo” dell’oggetto fisico si accompagna a quello virtuale. Nel film Il cielo stellato infatti, vediamo come i frammenti di cartapesta del carro si mescolano ai telefoni che si muovono in una danza sospesa sopra le teste del pubblico.

Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato - Installation view, Careof, Milano, 2023 - Courtesy Careof
Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato – Installation view, Careof, Milano, 2023 – Courtesy Careof

Come Il cielo stellato dialoga con gli spazi milanesi di Careof?

Il cielo stellato è nato in seno all’edizione di ArteVisione del 2016. Careof poi è divenuta co-produttrice del film assieme alla casa di produzione cinematografica Invisibile Film di Gabriella Manfrè. Per cui abbiamo collaborato assieme per diversi anni. Potrei dire che la restituzione del progetto negli spazi di Careof è una conseguenza quasi naturale e strutturale. Con questa mostra Il cielo stellato viene restituito per la prima volta nella totalità.

Direi che la mostra si sviluppa lungo tre nuclei principali, che sono: l’archivio storico Franco Palumbo, che fornisce un rapido excursus sugli aspetti storici e popolari della festa, accompagnato dal video Acheronte che ho realizzato sulla transumanza tra la Murgia materana e il fiume Bradano; le fotogrammetrie “Soggetti ricostruiti”, con tre stampe di grandi dimensioni dove si vedono le rotazioni del modello principale tridimensionale che racchiude i carri trionfali ricostruiti virtualmente e le “icone” ossia le singole statue portate in processione, anch’esse frutto della fotogrammetria; il film Il cielo stellato che racconta il rito e la sua storia, il processo che ha generato le fotogrammetrie e che racchiude la riflessione attorno alla quale è stato costruito l’intero progetto.

Il tuo progetto evidenzia come l’atto del fotografare sia diventato un rituale quasi necessario dell’uomo moderno. In che modo indaghi questo tema e verso quali direzioni si sta sviluppando la tua ricerca artistica?

Ho cominciato a fare ricerca su questo tema con un progetto precedente nato dalla collaborazione con l’università IUAV di Venezia su Palmyra, la sua città e il suo sito archeologico. Era il 2015 e c’era la guerra in Siria. Durante quell’anno la comunità archeologica internazionale si chiese come preservare a distanza l’archeologia distrutta dalle bombe, quindi si tentò la strada della ricostruzione virtuale. 

Mi sono perciò chiesta se non fosse possibile fare la stessa identica cosa con un oggetto rituale, in modo da poter delineare delle tensioni attorno alla mancanza dello stesso. Così ho trovato Matera e il suo rito, rendendomi conto che è parte effettiva del nostro vivere odierno il fare fotografie. 

Negli anni di maturazione di quest’idea alcune tecnologie erano ancora agli albori e solo di recente sono state implementate direttamente dentro agli smartphone per facilitare certe operazioni, come prendere una misura usando la fotocamera. 

Per quanto riguarda la mia ricerca artistica, sono interessata a comprendere come si creano certi archivi privati e personali che però hanno il potenziale di dialogare con la collettività perché sono frutto di un processo storico e sociale. Questa attenzione ha diversi risultati nel mio lavoro. Nel caso de Il cielo stellato, l’archivio è collettivo e si costruisce collettivamente. Se ci fermiamo a riflettere un attimo, ogni elemento di attenzione – che viene perciò ripetutamente fotografato -, corredato di un sufficiente numero di immagini, può essere ricostruito virtualmente con la stessa tecnica, ad esempio tramite una semplice ricerca su internet.

É chiaro che queste banche dati fatte interamente di immagini e metadati sono alla base di ulteriori sviluppi tecnologici – ad esempio le IA – che stiamo iniziando a sperimentare solo ora.

Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato - Installation view, Careof, Milano, 2023 - Courtesy Careof
Caterina Erica Shanta, Il cielo stellato – Installation view, Careof, Milano, 2023 – Courtesy Careof

Questo contenuto è stato realizzato da Marco Roberto Marelli per Forme Uniche.

https://www.instagram.com/careof_milano/

https://www.instagram.com/caterina.shanta/

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