Lo Spazio Kryptos in Porta Venezia a Milano ospita la prima personale di Massimo Boffa, Sottozero, a cura di Vera Agosti, dal 28 febbraio al 14 marzo 2023.
L’autore è giornalista e ha collaborato per alcune delle principali riviste italiane. Da bambino ha vissuto a Mosca, poiché suo padre era corrispondente per L’Unità. L’infanzia moscovita e i ricordi personali sono i soggetti prediletti della sua ricerca pittorica a cui si dedica da una dozzina d’anni per la propria necessità espressiva.
Il titolo dell’esposizione, Sottozero, allude non solo alle rigide temperature dell’inverno russo, con minuscoli paesaggi innevati e un piccolo Massimo con cappotto e colbacco, ma anche ad alcune caratteristiche dell’arte di Boffa. Come ricorda il suo maestro e amico Aldo Damioli, Boffa “abbassa la temperatura espressiva” della sua pittura, ovvero, a differenza di tanta arte contemporanea che alza i toni in maniera fortemente drammatica e dilata le dimensioni, il nostro artista preferisce le piccole cose e nelle misure delle tele e nella quotidianità dei temi trattati.
Lui stesso parla di “realismo socialista magico” per descrivere i suoi lavori, una definizione personale, originale e bizzarra, che unisce contenuti e riferimenti storico-artistici differenti, ma che nasconde sensazioni e sensibilità per lui fondamentali, come rappresentare la verità quotidiana di determinati luoghi e memorie con fantasia e rigoroso candore. Una purezza sentita anche da Duccio Trombadori che nelle minute tele di Boffa trova “un velo di melanconia”, di cui parlava Benedetto Croce in termini di bellezza.
Ecco allora l’artista bambino con il padre nella neve, tram che sfrecciano nel bianco, architetture comuniste squadrate e anonime, gli amici e gli affetti più cari in atmosfere sospese e scenari immobili e incantati. Tutto è essenziale, per un pittore che lavora per sottrazione, con figure dai contorni precisi e ben definiti che si stagliano su sfondi solidi e colorati