A seguito della decisione di Papa Francesco, i Musei Vaticani hanno finalizzato un accordo con la Grecia per il rimpatrio di tre frammenti scultorei del Partenone che da tempo erano conservati nella sua collezione.
I tre pezzi – che raffigurano ognuno una testa, di cavallo, di un uomo barbuto e di un ragazzino – erano conservati ai Musei Vaticani dal XIX secolo. Dopo tanti anni, il 24 marzo i manufatti faranno ritorno in Grecia, dove è prevista una cerimonia per accoglierli. Un passo importante nella politica di restituzione che diversi musei si stanno impegnando ad applicare verso la Grecia o i tanti stati africani, per esempio, privati nel passato di parte dei rispettivi patrimoni artistici.
Anche se, a livello ufficiale, il Vaticano non parla di restituzione, ma di donazione. Una donazione a favore dell’arcivescovo della Chiesa greco-ortodossa, Ieronymos II. “Questa iniziativa aiuta a guarire le ferite del passato e dimostra che quando i leader cristiani lavorano insieme, possono risolvere i problemi in modo pratico“, ha detto il portavoce della Chiesa padre Emmanuel Papamikroulis. “Si è svolto in un momento difficile per il nostro Paese e, si spera, fornirà un senso di orgoglio e felicità. Spero che questa iniziativa sia seguita da altre”.
Difatti, al di là della definizione ufficiale, l’evento è un caso quasi unico di un’istituzione occidentale che ha ascoltato le richieste della Grecia per la restituzione dei marmi. Su tutti il British Museum, che ha conserva dal 1826 circa la metà dei marmi del Partenone rimasti, finora si è sempre rifiutato di restituire gli oggetti. E la Grecia ha respinto le soluzioni fantasiose del Regno Unito di sanare la questione. Tra queste un prestito a lungo termine e un accordo “ibrido” sulla proprietà dei marmi.
Soluzioni che non possono accontentare la Grecia, che nel frattempo nel 2009 ha aperto il Museo dell’Acropoli, completo di una Galleria del Partenone destinata a esporre tutti i marmi sopravvissuti. Un modo per sollecitare il rimpatrio di tutti i manufatti illecitamente prelevati. Questi risalgono a circa 2500 anni fa, quando insieme componevano un fregio di 160 metri he circondava l’esterno del Partenone dell’Acropoli. Il tempio fu ampiamente saccheggiato nel XIX secolo, soprattutto dal 7° conte di Elgin, che vendette il suo bottino al British Museum nel 1816.
“Sentiamo le voci che chiedono la restituzione“, ha dichiarato George Osbourne, presidente del museo, a novembre. “Ma creare questo British Museum globale è costato il lavoro di molte generazioni. Smantellarlo non deve diventare l’atto negligente di una sola generazione“.