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Viaggio nella Colección SOLO di Madrid, dove la contemporaneità è colorata ma perturbante

Espacio SOLO Museum, Exhibition view Espacio SOLO Museum, Exhibition view
 Espacio SOLO Museum, Exhibition view
Espacio SOLO Museum, Exhibition view
900 opere che raccontano la contemporaneità attraverso tutti i medium che l’arte le offre. Ma anche tante iniziative a supporto degli artisti e progetti di promozione a tutti i livelli. È la Colección SOLO di Madrid, che si appresta a diventare ancora più grande.

Nel cuore di Madrid c’è un labirinto. Vi si accede dalla Puerta de Alcalá, ma dall’esterno non lo si nota facilmente. Del resto un labirinto esiste finché conserva il suo mistero. Una volta all’interno l’enigma prende le forme grigie di un percorso aggrovigliato, dove le sale si alternano intrecciandosi e ingabbiando il visitatore. Al quale non rimane che orientarsi-confortarsi con le opere d’arte lo circondano. E che rivelano la vera natura del luogo in questione: l’Espacio SOLO. L’edificio, ideato dall’architetto Juan Herreros, vincitore del Madrid College of Architects Award nel 2018, ospita l’omonima collezione di arte contemporanea, generata in sette anni dall’attività mecenatistica di Ana Gervás e David Cantolla.

I due imprenditori spagnoli, mossi dalla passione per l’arte contemporanea, hanno raccolto in pochi anni più di 900 opere d’arte. Ma non si fermano qui. SOLO gestisce infatti una serie di programmi di supporto per gli artisti, contribuisce all’organizzazione di mostre nazionali e internazionali, garantisce loro sovvenzioni annuali, organizza progetti di assistenza su misura e ospita residenze di artisti a Madrid e in Cantabria. Dunque, sintetizzando: Colección SOLO è un progetto artistico internazionale con sede a Madrid che mira a promuovere, sostenere e divulgare le opere d’arte di oggi.

Keiichi Takami, The Last Supper
Keiichi Takami, The Last Supper

Un’arte che non ha confini geografici e non conosce qualsivoglia limite espressivo. Pittura, scultura, fotografie, video, istallazioni. Tutto il prisma della creatività contemporanea illumina (a rotazione) le sale del labirinto espositivo. Uno spazio dove perdersi tra le opere, proprio come desiderano i due collezionisti. Che, a tal proposito, rinunciano all’egocentrica (ma dopotutto legittima) tentazione di porre il loro nome in calce alla Colección. La quale, difatti, rimane SOLO. É solo lei a parlare, e lo fa un modo vivace, colorato, ma anche perturbante e sinistro.

Un sentimento riassunto nella scultura di KAWS che accoglie il visitatore all’inizio del percorso. Che, tra l’altro, è sempre gratuito previo appuntamento con le guide del museo. Una bambola di grandi dimensioni, nera, con il viso frantumato a metà e alcuni coloratissimi organi in vista. Gioco e orrore si alternano senza mischiarsi, costringono chi osserva a percepire sensazioni contrastanti, emettono segnali opposti. Emblema di un pop surrealismo che dilaga nell’intera collezione. Come per esempio in The Last Supper di Keiichi Takami, dove mostri e figure fantastiche si sovrappongono in un delirio di forme e colore.

David Atmejd, Spirit, 2019
David Atmejd, Spirit, 2019

Se le tematiche rimangono le medesime – la figura umana, la sua metamorfosi, le sue reinterpretazioni, la cultura contemporanea, questioni sociali e politiche – il range di medium si espande a innumerevoli ed eterogenee soluzioni. Dall’AI-art di Mario Klingemann o Egor Kraft alla digital art Wu Tien-Chang, Lee Nam Lee e Nam June Paik. Presente in collezione anche una quota più classica legata alla pittura figurativa di Neo Rauch, Miriam Cahn e Danny Fox. Pur sempre contemporanea, come contemporanea la sezione dedicata alle sculture di David Altmejd, Glenda Leon e Nina Saunders.

Artisti che la Colección SOLO non si limita a supportare con l’acquisto di una o più opere, ma che si impegna ad accompagnare nel percorso di crescita con un sostegno concreto all’attività espositiva. Anche al di fuori della Collezione. É il caso del progetto che Colección SOLO ha realizzato, da ottobre 2021 a febbraio 2022, insieme al Matadero Madrid, Center for Contemporary Creation. Ovvero una mostra dedicata alla reinterpretazione de Il Giardino delle Delizie di Bosch, conservato al Prado di Madrid.

SMACK, Speculum (2019) Installation view
SMACK, Speculum (2019) Installation view

Le tematiche universali dell’opera sono state assorbite dunque da 15 artisti legati alla Collezione: SMACK, Mario Klingemann, Miao Xiaochun, Cassie McQuater, Filip Custic, Lusesita, La Fura dels Baus-Carlus Padrissa, Mu Pan, Dan Hernández, Cool 3D World, Sholim, Dustin Yellin, Enrique del Castillo, Dave Cooper e Davor Gromilovic. Di particolare impatto l’opera digitale di SMACK, che ha disposto su tre schermi Purgatorio, Paradiso e Inferno, proprio come avviene nel trittico originale. Dell’opera di Bosch ha tratto poi la potenza immaginifica e la forza simbolica, dando vita a figure assurde ma contemporanee, afflitte dai piaceri e dai dolori dei nostri tempi.

Gli stessi tempi che vive la Colección SOLO e a cui, in qualche modo, è molto legata. La sua affezione per la contemporaneità non si manifesta infatti in una sua cieca celebrazione. Anzi le opere che raccoglie si fanno spesso portavoce di un’aspra critica nei suoi confronti, ne svela paradossi ed evidenzia deformità. Ma lo fa con l’ironia e la sagacia di chi sa che non tutto è perduto. Tanto che, a tal proposito, la Colección SOLO ha in mente di espandersi e intensificare la sua attività. Entro il 2023 è infatti prevista l’apertura di un nuovo museo per la Collezione, grande 4,000 m2 e situato ancora più nel centro del cuore artistico di Madrid.

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