Sostenibilità ambientale ed estetica, ispirata dalla natura delle meduse e dalle immagini di Zena Holloway: la collezione Ephyra della giovanissima Sofia Masciotta è in mostra a Milano, alla galleria Amy d Arte Spazio
Sofia Masciotta, vincitrice del Fashion Award Camera Nazionale della Moda Italiana 2022 e per la sostenibilità italiana per Art Around, è nata nel 1997 e cresciuta a Roma, dove dopo il corso triennale all’Accademia Costume e Moda, continua a sperimentare stampe biomateriche con la collezione Ephyra, in cui sostenibilità ambientale ed estetica convergono. Per la prima volta a Milano nella galleria Amy d Arte Spazio, espone abiti sculture e “membrane” come texture di cromatismi ibridi tra natura e artificio si racconta in questa intervista.
Come nascono gli abiti della collezione Ephyra?
La collezione Ephyra trova ispirazione da un viaggio del 2019 a Lisbona. Visitando l’Oceanàrio, mi sono trovata immersa in una stanza di meduse. Sono rimasta colpita sia dalle loro movenze leggiadre, che dal loro fluttuare nello spazio, con le loro forme armoniche, la loro trasparenza come esseri evanescenti. Questo ha evocato immagini oniriche, potenti, senza tempo. L’Ephyra è la forma embrionale della medusa, emblema della collezione, rinascita verso un futuro all’insegna della sostenibilità. Il clima globale si basa su equilibri dinamici, particolarmente complessi e delicati. Oggi questi equilibri alterati da noi, generano il surriscaldamento globale e il riscaldamento delle acque marine con conseguente proliferazione delle meduse, indicatori biologici dell’alterazione climatica. Analizzando varie specie di meduse, mi sono soffermata sulla ricerca di un possibile un “Elisir di lunga vita”. Il mistero dell’immortalità è stato scoperto all’interno di uno di questi animali, la specie mediterranea Turritopsis dohrnii, che ha trovato il modo di aggirare la morte. Quando il suo organismo corporeo muore e si decompone non cessa di esistere ma si trasforma invertendo la rotta rigenerando le cellule. Questo concetto di auto rigenerazione ha spinto la ricerca della collezione verso un prodotto che non avesse mai fine, ma con il potere di trasformarsi sempre. Da qui nasce la voglia di sperimentazione di nuovi materiali anticonvenzionali e sostenibili come le biomaterie. Ho creato un composto bio (acqua, gelatina, glicerina, cera d’api) che con l’aggiunta di un pizzico di sapone e l’aiuto di una cannuccia viene soffiato su piazzamenti di tulle lasciando una texture reticolare emblema di tutta la collezione. Il risultato; una stampa biomaterica leggera, lucida, luminosa e con volumi come le onde del mare. Totalmente idrosolubile a impatto zero per un concetto di moda all’insegna della sostenibilità ambientale in un’economia circolare. La collezione prende ispirazione dalle foto della fotografa Zena Holloway, che realizza scatti subacquei creando ambienti suggestivi, che ritraggono abiti immersi nell’acqua in connubio con le forme organiche delle meduse.
Fashion, moda e sostenibilità ambientale sono convergenti? Come?
“Ephyra” rappresenta una rinascita, volta a trasmettere un nuovo modo di produrre e affrontare la sostenibilità; una nuova frontiera della scienza dei materiali consente di ottenere prodotti biologici a partire da materie prime particolari, come polimeri, molecole, cellule e matrici extracellulari. Si autoproducono così materiali di origine naturale o riciclati, definendone i connotati strutturali ed estetici. Vere alternative ai materiali tradizionali, deboli sul piano ambientale e non capaci di adeguarsi alle nuove esigenze di sostenibilità attuali. Provando a fare in modo autonomo ciò che le grandi industrie non vogliono o non sono in grado di fare. Bisogna però domandarsi se questo processo potrà davvero permettere all’industria e alla società di ripristinare, e soprattutto di mantenere, un nuovo equilibro ambientale che possa conciliarsi con un futuro prossimo. Molti stilisti e aziende si stanno impegnando su questo fronte, un esempio è Suzanne Lee innegabilmente descritta come la pioniera di BioCouture, con il progetto della kombucha, un materiale totalmente organico: “Ciò che mi attrae è che è compostabile. Non è solo biodegradabile, è compostabile. Quindi potresti buttarlo via come faresti con le bucce delle verdure”, spiegava Lee
Cosa rappresentano gli ambiti-scultura esposti per la prima volta nella galleria Amy d Arte Spazio a Milano?
La modalità espositiva creata per l’esposizione nella galleria di ricerca Amy d Arte Spazio Milano è in linea con il concept stesso di Ephyra; volevamo strutture sospese che si trasformassero nella forma e nell’estetica. Ecco quindi che una capsula indossabile prende sembianze di polena o altro seguendo l’immaginazione personale con una fortissima valenza narrativa e onirica. Gli stessi scampoli-residui sono stati rigenerati e hanno preso nuova vita e significanza grazie anche alla mission della galleria pioniera nella sperimentazione di smart materials e/o materiali intelligenti di ultima generazione come il grafene. È stato un rigenerante lavoro di squadra in cui la creatura Ephyra è rinata sotto nuova forma; rigenerandosi.
Cosa significa Body nude attraverso il tulle nella tua ricerca ?
In questo progetto la natura incontra la moda e si fondono dando vita alla collezione. L’incontro con il corpo della modella fa diventare il capo parte integrante del suo corpo quasi come una seconda pelle; proprio per questo gli abiti sono stati realizzati con body nude. La biomateria inoltre rende il tessuto compatto, quindi ogni taglio, ogni orlo, con biomateria, è lasciato tagliato a vivo con un motivo al pari di un pizzo. L’abito deve completare, arricchire e unirsi al corpo fondendo questi due poli moda e natura. Dal concetto di bellezza che vede protagonista il connubio tra Natura e Moda scaturisce quasi un disegno divino, grazie alla bellezza delle idee. Questo incontro genera una creatività “Pura”, che prende forma con la realizzazione di abiti, accessori, senza tempo. Perché come ricordava Alexander McQueen, “Non esiste miglior designer della natura”.