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Nan Goldin cambia tutto: la fotografa si unisce a Gagosian per rilanciare il suo mercato

Nan Goldin TUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE Tutta la bellezza e il dolore
Nan Goldin TUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE
Nan Goldin, artista e attivista protagonista del recente documentario All the Beauty and the Bloodshed, entra a far parte della mega galleria Gagosian.

Un altro duro colpo per Marian Goodman Gallery, che rappresentava Nan Goldin dal 2018. E che pochi mesi fa aveva perso anche Gerhard Richter, la sua stella più brillante, che è passato a David Zwirner.

Nam Goldin, a 69 anni, è nota per i suoi ritratti intimi realizzati durante la crisi dell’AIDS negli anni ’80 e, più recentemente, per la sua crociata contro la famiglia Sackler. Non è la prima a scagliarsi contro i proprietari della Purdue Pharma, produttori dell’OxyContin, farmaco responsabile della dipendenza e della morte di numerose persone. Sackler che, tra l’altro, cercano da tempo di ripulire il loro nome associandosi a importanti istituzioni museali e promuovendo l’arte. Per questo Goldin, fondato il collettivo P.A.I.N. (Prescription Addiction Intervention Now), ha iniziato una serie di proteste nei musei mettendo in evidenza l’operato dei Sackler.

Questa vicenda, raccontata nel documentario All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras, ha vinto il primo premio, il Leone d’oro, al Festival del cinema di Venezia nel 2022. Quest’anno è stato anche candidato all’Oscar, ma è stato superato da Navalny di Daniel RoherDella carriera dell’artista, abbiamo invece parlato in un recente articolo.

Ad ogni modo, Goldin non ha commentato il cambio, non specificando le ragioni che l’hanno portata a lasciare Marian Goodman per accasarsi da Gagosian. Forse un’offerta economica migliore, magari un lauto pagamento anticipato. Un’altra possibilità è la presenza da Gagosian di Andrew Leslie Heyward, direttore legato a Goldin, con cui ha lavorato da Matthew Marks e in seguito da Marian Goodman.

D’altra parte, forse Goldin necessita di una nuova spinta sul mercato. Infatti, nonostante sia tra le artisti più note della sua generazione, il suo record in asta è di appena 218.5 mila dollari, registrato da Ballad Triptych (1977/86) nel 2012 da Christie’s New York. D’accordo, si Gagosian può intervenire sul mercato primario e non secondario. Ma è anche vero che le due dimensioni sono connesse. E soprattutto pare assurdo che chi commercializza Goldin non sia riuscita a far crescere le sue valutazioni, che si muovono dai 15 ai 50 mila dollari a seconda dell’opera in questione. Ci riuscirà Gagosian?

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