Nasce una nuova ambiziosa collaborazione tra due magazine che da anni si occupano di arte e cultura. Black Camera atterra su ArtsLife con una nuova sezione totalmente dedicata alla fotografia e alla cultura delle immagini.
Grande mostra a Le Stanze della fotografia, nuovo spazio espositivo veneziano situato all’interno di Fondazione Cini a San Giorgio Maggiore
Parafrasando Giulio Carlo Argan, celebre critico d’arte, la pittura non è che un evento, o un insieme di eventi, che accadano sotto il nostro il nostro sguardo, come se vivessero in un costante presente. La fotografia invece no, non vive di questa fluidità temporale, il suo assunto è ciò che è stato. È stato, al passato, perché un’immagine fotografica è un apparente che non possiamo toccare, mostrando con innegabile certezza che qualcosa è accaduto. Come in algebra una frazione, o un’equazione, deve dimostrare le sue condizioni di esistenza per non perdere significato, cosi fa la vita con la fotografia, immortalarsi per non essere dimenticata.
Oltre i confini
Ma come tutte le cose umane, l’arte fotografica contiene un pizzico di follia: bugiarda nella percezione, ma dannatamente vera nell’universo temporale. Ugo Mulas è un fotografo fuori dal tempo, che analizza e scruta le condizioni, e le possibilità, del mezzo fotografico. Non ha paura di sovvertire e ribaltare tutto ciò che è regola della rappresentazione fotografica. È stato quella scintilla di “follia”, della storia dell’arte, che ha spinto la fotografia oltre i confini dei suoi stessi limiti, come testimoniano le sue celebri verifiche.
Le Stanze della fotografia, nuovo grande spazio espositivo veneziano situato all’interno di Fondazione Cini a San Giorgio Maggiore, ospita, fino al 6 agosto, una mostra dedicata ad Ugo Mulas. Un grande omaggio che coincide con i 50 anni dalla scomparsa prematura dell’autore. Un percorso espositivo che si snoda attraverso oltre 300 immagini, tra cui 30 mai viste prima, libri, documenti e filmati. Un’esposizione che affronta, a 360 gradi, il linguaggio e artistico, e filosofico, di un grande autore.
Il bar Jamaica
Tutto questo materiale è stato suddiviso il 14 sezioni che ricalcano tutti i generi affrontati dall’autore: dal teatro alla moda, con i ritratti di amici e personaggi della letteratura, del cinema e dell’architettura fotografati come “modelli in posa”, dai paesaggi e dalle città alla sua esperienza con la Biennale di Venezia e con gli artisti della Pop Art. Una sezione, naturalmente, è dedicata a Milano e al celebre bar Jamaica. Che il grande Luciano Bianciardi descrive nel suo libro “La vita agra” come il “il bar delle Antille”.
Denis Curti, curatore della mostra, racconta: “Il Jamaica è il luogo degli incontri, delle amicizie complici, quelle con Mario Dondero, Piero Manzoni, Alfa Castalfi, Pietro Consagra, Carlo Bavagnoli e Antonia Bongiorno, che diventerà sua moglie. A questa sezione segue un capitolo dedicato ai progetti industriali e alle esperienze più interessanti con Olivetti e Pirelli. A chiudere il percorso, le ‘serie’ più significative per lo stesso Mulas, quelle dedicate a Calder, a Duchamp e le fondamentali ‘verifiche’, che sono certamente da considerarsi come uno dei più interessanti ‘esperimenti di pensiero critico’ sulla fotografia”.
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