Sakamoto, grande musicista e compositore giapponese, è stato un pioniere della fusione tra la musica etnica orientale e l’elettronica occidentale
“Cinque anni fa i medici mi dissero che dovevo dare l’addio alle scene. Ora sto molto meglio, e posso venire a Roma per rendere omaggio al grande amico che non c’è più: Bernardo Bertolucci”. Così salutava l’Italia in un’intervista del 2019 Ryuichi Sakamoto, il grande musicista e compositore giapponese considerato un pioniere della fusione tra la musica etnica orientale e l’elettronica occidentale. Stava già lottando con la grave malattia che ora ha avuto la meglio, uccidendolo all’età di 71 anni.
Nato a Nakano nel 1952, è considerato uno dei primi sperimentatori tra la musica orientale ed il clima europeo e americano. Ricerche che hanno portato a Sakamoto numerosi riconoscimenti in carriera, tra cui il premio Oscar nel 1987 per la colonna sonora del film L’Ultimo imperatore, diretto dal regista italiano Bernardo Bertolucci.
La sua ampia discografia solista, ricca di oltre settanta titoli, spazia fra generi come pop, musica elettronica, ambient, bossa nova, world music e musica neoclassica. Ma la fama mondiale la deve al ruolo di compositore di note colonne sonore cinematografiche, per film cult come Fury e Il tè nel deserto. Ha collaborato con star della musica contemporanea come Alva Noto, Brian Wilson, Youssou N’Dour, Fennesz, Iggy Pop, Afrika Bambaataa.