Fino al 13 agosto 2023 la sede LAC deI MASI Lugano ospiterà Hidden, una delle più grandi retrospettive mai dedicate finora da un’istituzione museale all’opera di Rita Ackermann. Il progetto espositivo ne ripercorre gli ultimi trent’anni di carriera, attraverso una selezione di circa cinquanta opere, tra dipinti e disegni creati a partire dall’approdo dell’artista nella scena newyorkese degli anni Novanta.
L’esposizione, curata da Tobia Bezzola e Chiara Ottavi, si pone l’obiettivo di ripercorre la complessa vicenda artistica di Rita Ackermann. Diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Budapest, Akermann si trasferisce a New York nel 1992, dove frequenta la New York Studio School of Drawing, Painting and Sculpture del Greenwich Village, entrando a contatto con l’ambiente artistico metropolitano. Allontanandosi progressivamente dalle tendenze accademiche, Ackermann si avvicina agli artisti della Lower East Side, per mutare la sua ricerca pittorica approdando ad una personale sintesi tra la propria cultura estetica d’appartenenza e il peso dell’immaginario figurativo americano. Le nuove istanze che domineranno la produzione dell’artista fino ai lavori più recenti, sono già icasticamente delineate negli Early Paintings esposti in mostra e, come spesso accade, emergono con maggior chiarezza degli intenti nelle prove grafiche, esemplificate dagli straordinari Sketchbook Drawings e dai collages. In queste opere si palesano per la prima volte le figure femminili di adolescenti messe a nudo, la cui innocenza fumettistica è minata da atteggiamenti lascivi ed autodistruttivi, che costringono provocatoriamente lo spettatore ad assumere un punto di vista forzato, avviando un’automatica riflessione sulla questione del male gaze, il plurisecolare punto di vista dello sguardo maschile prevaricante.
I corpi protagonisti della prima produzione dell’artista sono assurti a simbolo di un’energia femminile che evolve nelle scelte stilistiche adottate nei grandi formati appartenenti alla recente serie Mama, iniziata nel 2018. Le tele monumentali sono caratterizzate da un progressivo abbandono della figurazione, liquefatta nella pennellata sempre più libera, attraverso la quale Ackermann costruisce il proprio paradigma linguistico, che assume i connotati di una complessa stratificazione pittorica. Elementi gestuali sprigionati dai corpi, citazionismo e continue negazioni della forma si alternano ad un uso privilegiato del colore puro volto a celare, nascondere, in un paradosso formale, la progettualità tecnica dell’artista e con essa la stratificazione dei propri rimandi semantici.
È il 1992 quando, prima del trasferimento dell’artista a New York, viene tradotto in ungherese l’Estetica della sparizione di Paul Virilio: le dissertazioni dell’intellettuale circa il tema della crisi del progresso rappresentano una vera e propria folgorazione per Rita Ackermann. La constatazione che l’eccesso di informazione e di velocità tecnologica produce, anzichè una percezione più vivida del reale, un vuoto, un’assenza, riecheggia nella produzione dell’artista, nelle sue giovani accidiose e nel tentativo della pittura astratta di sondare il vuoto, colmandolo. La seduzione, considerata in senso prettamente etimologico, se-ducere, condurre a sé, riverbera nel continuo rincorrersi di figurazione e gestualità pittorica, come estenuante ricerca di un “oltre” e di un “altrove” possibili, incessantemente perseguiti con la consapevolezza che il vortice dell’assenza costituisca l’attuale senso della realtà.
Fino al 13.08.2023
LAC Lugano, Piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano
ORARI
Martedì / Mercoledì / Venerdì: 11.00 – 18.00
Giovedì: 11.00 – 20.00
Sabato / Domenica / Festivi: 10.00 – 18.00
Lunedì: chiuso