Da Felice Casorati a Canova, da Filippo De Pisis a Sebastiano Conca, da Mario Mafai a Francesco Hayez. Questi ed altri giganti dell’arte sono gli autori contenuti nella collezione della Banca d’Italia. E la figura dell’eclettico imprenditore biellese Riccardo Gualino, a partire dal 1931, è l’involontario deus ex-machina dell’impresa collezionistica. Le vicende sono raccontate nella puntata diArt Night dal titolo Storia di una collezione. L’arte in Banca d’Italia. In onda, in prima visione Tv, mercoledì 19 aprile, alle 21.15 su Rai5
Il documentario è un progetto speciale di Art Night, scritto da Emanuela Avallone e Silvia De Felice, con la regia di Sabrina Salvatorelli, prodotto da Rai Cultura con la collaborazione di Banca d’Italia – Eurosistema. La Banca ha eccezionalmente aperto le sue porte al pubblico di Rai5, che per la prima volta potrà ammirarla e conoscerne la storia. Introduce il racconto il direttore generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini.
Fin dalla sua fondazione, nel 1893, la Banca d’Italia inizia a collezionare capolavori. Alcuni emergono già durante gli scavi per le fondamenta del palazzo della sede centrale, Palazzo Koch in via Nazionale, a Roma. I preziosi documenti dell’Archivio Storico della banca, illustrati dalla curatrice Anna Rita Rigano, testimoniano passaggi di proprietà anche per insolvenze. Come nel caso dell’imprenditore e collezionista Riccardo Gualino, confinato a Lipari dal regime fascista. Nel 1931 il crollo dell’impero finanziario di Gualino fa pervenire in Banca d’Italia parte della sua raffinata collezione, lasciata in garanzia per i prestiti ricevuti. La vicenda Gualino è descritta dallo storico Claudio Bermond, dalla storica dell’arte Giorgina Bertolino e da Annamaria Bava, direttrice della Galleria Sabauda di Torino. L’altra parte della collezione Gualino venne infatti ceduta allo Stato e allestita nel museo torinese.
L’arrivo a Roma della collezione Gualino rappresenta un momento fondamentale nella storia della collezione. I saloni di rappresentanza di Palazzo Koch accolgono arazzi, dipinti e sculture che diventano parte integrante della storia culturale e della memoria storica che la banca rappresenta. Nel corso del tempo, la Banca d’Italia organizza mostre e apre la Sala della Collezione orientale. Anche queste opere, fra le quali un’antica statua di Buddha Shakyamuni in meditazione, provengono dalla collezione Gualino. La passione per il collezionismo di Riccardo Gualino inizia dall’amicizia con il critico d’arte Lionello Venturi. Insieme ad artisti come Felice Casorati, Venturi è fra gli ospiti del castello neogotico di Casale Monferrato, che Gualino aveva fatto ristrutturare e dove viveva con la moglie. Lì inizia la ascesa della coppia come collezionisti; che si conclude nel 1959 con l’acquisizione dell’ultima parte della collezione da parte della Galleria Sabauda di Torino.