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Zian Cao e Ziyi Liu. L’arte contemporanea vista dalla “Cina di New York”

Zian Cao e Ziyi Liu nello studio di Gregory Kitterler Zian Cao e Ziyi Liu nello studio di Gregory Kitterler
Zian Cao e Ziyi Liu nello studio di Gregory Kitterler
Zian Cao e Ziyi Liu nello studio di Gregory Kitterler

Intervista a Zian Cao e Ziyi Liu, galleristi, Young Collector del Guggenheim Museum e Young Fellow della Frick Collection

Nato in Cina e residente a New York da quasi 10 anni, Zian Cao è un collezionista, gallerista e membro del Young Collectors Council (YCC) del Guggenheim. Insieme alla sua partner Ziyi Liu – laureata al The Courtauld e giovane collaboratrice alla The Frick Collection – Zian ha fondato la propria galleria d’arte ad Hangzhou, in Cina. All’interno di un percorso dinamico e in evoluzione, in bilico tra arte orientale e occidentale, Zian e Ziyi ci raccontano, in un dialogo esclusivo, la loro vocazione di collezionisti e la passione maturata per l’arte contemporanea europea, campo fecondo di ricerca e luogo di contatto con la sensibilità artistica cinese.

Da ceramista e scultore a gallerista e collezionista, potremmo dire che hai percorso tutte le tappe del mondo dell’arte. Vuoi raccontarci qualcosa del tuo viaggio?
ZC: Certo, partirei da qui: il collezionismo d’arte è una tradizione di famiglia che nasce dalle aspirazioni artistiche di mio padre. Lui ha iniziato a collezionare opere e a sostenere artisti ed è un fatto che ha inciso profondamente sul mio trasporto per l’arte. Crescere circondato di artisti mi ha permesso di sviluppare un insieme di abilità e di affinare il mio modo di comunicare con il mondo. Gli artisti in genere sono acuti osservatori, in possesso di una grande consapevolezza e percezione di ciò che li circonda: descrivono il mondo con la volontà di esplorare tutte le possibilità. Il mio obiettivo è quello di stabilire una piattaforma che faccia da ponte tra l’artista e il pubblico, presentando visivamente e comunicando il linguaggio dell’arte in un modo che sia il più accattivante possibile per entrambe le parti.

 

Un rendering della ZIAN Gallery (Courtesy Debelle de Montby)
Un rendering della ZIAN Gallery (Courtesy Debelle de Montby)

Parliamo dell’YCC. La tua collaborazione con il Guggenheim è una fonte di ispirazione o più un modo per arricchire l’orizzonte del museo con il tuo bagaglio artistico cinese?
ZC: Questa collaborazione è senza dubbio qualcosa di illuminante, mi sono state offerte opportunità uniche: misurarmi con un enorme patrimonio artistico ed entrare in contatto con una comunità di appassionati d’arte. Partecipando al fitto calendario di eventi offerti dal Guggenheim, tra cui conferenze di curatori e tour di collezioni private, ho acquisito nuove prospettive. Sono nate in me idee nuove e ho affinato sempre più la mia comprensione dell’arte. Allo stesso tempo, vedo questo programma come un modo per condividere il patrimonio artistico cinese con la più ampia comunità museale. Come collezionista, sono sempre alla ricerca di opere e di artisti con un grande potenziale e credo ci sia una ricchezza di talenti da trovare e far emergere nella fiorente scena artistica contemporanea cinese. Portando questi artisti all’attenzione del Guggenheim e di altre istituzioni internazionali spero di contribuire a un mondo artistico più diversificato e inclusivo.

Vivi a New York da diversi anni. Quali sono le gallerie che hanno stimolato o che stimolano la tua vocazione di collezionista e le tendenze che ti catturano meno?
ZC: New York ospita alcune delle gallerie più rigogliose del mondo: il che la rende un luogo “sacro” per l’arte contemporanea. Paula Cooper, James Cohan, Nicodim, Mendes Wood e 52 Walker sono solo alcune delle gallerie che posso citare, insieme a molte altre che mi piace visitare. In genere indago e ricerco opere nascoste, non seguo le ultime tendenze.

 

Guo Weixuan, Hollow NO.2, 2021, Oil on canvas, 100 x 150 cm
Guo Weixuan, Hollow NO.2, 2021, Oil on canvas, 100 x 150 cm

Tu e Ziyi, giorni fa, mi parlavate della vostra fascinazione per l’arte contemporanea europea che non dimentica la tradizione. Perché è importante che la tradizione non venga meno?
ZC/ZL: Sulla definizione filosofica di arte si è discusso per molti secoli. Nel Novecento, poi, Ludwig Wittgenstein ha presentato un argomento convincente contro un discorso estetico totalizzante per definire l’arte. Wittgenstein ha ipotizzato che questo potrebbe soffocare la creatività e la diversità dell’espressione artistica e di qui molti studiosi e movimenti hanno cercato di separare l’arte contemporanea dalla tradizione. Per quanto mi riguarda, anche se l’impatto tangibile dell’arte sulla realtà può non essere sempre immediatamente evidente, vale la pena notare anzitutto che l’arte non dovrebbe mai incitare alla violenza, al pregiudizio o all’inganno: il valore della sua esistenza dovrebbe essere quello di opporsi strenuamente a queste forze negative. Nonostante le prove, gli errori, le contraddizioni e i conflitti interni, l’arte dovrebbe rimanere una costante fonte di dignità umana. In questo senso credo che la tradizione rimanga un elemento rilevante e che non sia da considerare una presenza obsoleta nell’arte contemporanea.

La ZI AN Gallery è stata inaugurata nel 2022 a Hangzhou, sulla costa orientale del Mar Cinese. È la città che Marco Polo visitò e descrisse nel Milione, la stessa che ospita i Musei Nazionali della Seta e del Tè. Per il suo sviluppo informatico, biotecnologico e tessile è conosciuta come uno dei luoghi più all’avanguardia al mondo. Eppure la capitale cinese delle gallerie d’arte è Shanghai, come mai hai scelto Hangzhou?
ZC: Hangzhou è dove sono nato e cresciuto, la cultura e la storia della città mi è molto familiare, dunque per me iniziare da lì è stato un passo naturale. E se Shanghai è fitta di gallerie, Hangzhou condensa in sé un numero fittissimo di Accademie d’arte sin dalla dinastia Song meridionale nel XII secolo! La città custodisce una ricca eredità di risultati artistici nella pittura a inchiostro, nella calligrafia, nella letteratura e nella produzione di porcellane. Più tradizioni la attraversano da secoli rendendola un crocevia affascinante. La ZI AN Gallery desidera promuovere la scena artistica locale. Sosteniamo le sfide che gli artisti emergenti devono affrontare quando cercano di ottenere visibilità e stabilire la loro carriera, in particolare nelle aree in cui le gallerie e le istituzioni sono scarse. Crediamo fermamente che Hangzhou abbia il potenziale per diventare un grande centro per le arti e per questo ci impegniamo anche a ringiovanirne la scena artistica.

 

Han Xinyu, Jazz Dance, oil on canvas, 90 x 120 cm
Han Xinyu, Jazz Dance, oil on canvas, 90 x 120 cm

Guo Weixuan, Han Xinyu, Liu Langqing e Yang Shibing sono alcuni degli artisti che rappresenti. Si può effettivamente riscontrare in loro una contaminazione tra arte europea e cinese?
ZL: Credo che il pubblico occidentale possa trovare visivamente familiare la pittura a olio del nostro Yang Shibin. La sua immaterialità, il suo uso di sfumature tenui, che richiamano la terra screpolata o l’aridità dell’aria. Lo spettatore viene trasportato, attraverso le sue pennellate sottili e silenziose, in uno spazio simile a quello di una grotta bizantina o di una cappella del deserto. Guo Weixuan invece, pur avendo spostato la sua pratica dalla pittura a inchiostro cinese all’uso dell’olio resta più nell’ambito dell’estetica Zen. Siamo sempre in una tensione tra oriente e occidente, fra tradizioni e tradizioni. Han Xinyu, ad esempio, ha studiato arte alla SVA di New York e alla Slade School di Londra e credo sia unica nel descrivere l’ambiente circostante dal punto di vista della “nuova generazione”; il suo linguaggio è globalizzante e diversificato. E influenze insolite sono evidenti anche in un altro artista che rappresentiamo. Si tratta di Liu Langqing, la cui pratica si lega alla porcellana che era la merce di scambio principale nella Via della Seta, tra l’Est e l’Ovest. Le sue opere generano visioni molteplici, lasciando spazio ad intriganti interpretazioni transculturali.

La tua ricerca in campo artistico è in corso e a luglio apre una nuova mostra della tua galleria negli States. Puoi anticiparci qualcosa?
ZL: Siamo molto entusiasti della mostra congiunta che si svolgerà a luglio qui a New York. Infatti sarà la prima mostra personale di Han Xinyu e allo stesso tempo la prima partecipazione della ZI AN Gallery negli USA! Han Xinyu è un’artista che esplora paesaggi urbani a Shanghai, New York e Londra, dove risiede. La nuova serie di dipinti che presenteremo è stata creata durante i suoi studi alla Slade School di Londra. Dove ha adottato un nuovo approccio alla costruzione di immagini attingendo dalla memoria per catturare momenti immediati e fugaci di sentimenti ed esperienze. Le sue opere, che trasmettono un senso di solitudine e di alienazione, sono strettamente legate allo stile di vita metropolitano. E in particolare a New York e generano una risonanza immediata, specialmente nelle giovani generazioni.

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