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L’occhio affamato: Arthur Duff alle Procuratie Vecchie di Venezia

“The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential” di Arthur Duff per “The Art Studio” in “A World of Potential”. Ph. Matteo De Fina
Alla Casa di The Human Safety Net, presso le Procuratie Vecchie a Venezia, l’opera di Arthur Duff ci mostra l’unicità in ognuno di noi

C’è una divertente modo di dire a Venezia che fa più o meno così: Quando in città piove, state a casa, che ghe xè già i turisti! Aldilà della facile ironia su una delle città con più traffico di turismo, la pioggia a Venezia è davvero bella, aldilà dei turisti. Se vi capita fatevi una passeggiata per le calle con la pioggia, un esperienza incredibile.
E proprio di esperienza sensoriale volevo scrivere oggi, quando qualche giorno fa mi sono ritrovato in San Marco per la mostra “The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential” di Arthur Duff e curato dal sempreverde Luca Massimo Barbero.
In questi tempi in cui tutti i grandi del settore contemporaneo si cimentano con NFT, AI, e tecnologie simili qui a Venezia apre al pubblico presso la Casa di The Human Safety Net alle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, l’installazione di Arthur Duff che prende parte e completa il percorso della mostra permanente “A World of Potential”. In che consiste? Per dirla con parole dell’artista americano: “(…) il lavoro nasce da questa esigenza di non generare solo stupore, ma anche sfruttare stupore, cioè lo stupore diventa in un qualche modo un modo per riunire e creare comunità”. Un opera dove l’ausilio del pubblico è fondamentale, perché motore dell’opera finale; infatti attraverso una card che vi viene consegnata all’ingresso delle Procuratie, e con l’ausilio di una serie di risposte che darete attraverso dei device in sala, il programma crea, partendo dalle risposte che darete nel quiz iniziale, una immagine grazie all’utilizzo di un sistema laser con forme uniche in un caleidoscopio di luci, che vivrà il tempo che passa tra voi ed un altro visitatore.

“The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential” di Arthur Duff per “The Art Studio” in “A World of Potential”. Ph. Matteo De Fina

Da dove nasce l’idea alla base di questo progetto? Il tutto nasce da una scoperta dell’artista che entra in contatto con determinate informazioni attraverso la sua ricerca, dove scopre che esistono xilografie giapponesi ottocentesche raffiguranti i fuochi d’artificio, emblema di un ideale di bellezza effimera e transitoria, pensati per sbalordire e sorprendere l’occhio di chi guarda. Un occhio ‘affamato’ – da qui il titolo dell’opera – che ambisce non solo ad essere il punto di passaggio, uno stimolo percettivo, ma vuole essere motore dell’elaborazione, dell’esperienza.
L’opera di Duff è solo la parte finale di quello che troverete all’interno dei bellissimi spazi ristrutturati della Casa di The Human Safety Net, un edificio di importanza storica eccezionale, restaurati grazie ad un progetto rispettoso e innovativo firmato da David Chipperfield Architects Milan, citato dalla giuria che ha assegnato a David Chipperfield il Premio Pritzker 2023. Uno spazio incredibile e senza tempo che, nel primo anno di apertura, è stato visitato da oltre 60mila persone e ha ospitato oltre 100 eventi, supportando in questo modo le attività di The Human Safety Net: la metà del costo del biglietto, infatti, sostiene i programmi della Fondazione per le famiglie vulnerabili con bambini da 0 a 6 anni e per l’inclusione economica e professionale dei rifugiati.
Per Citare il curatore: “L’Art Studio è un luogo di sperimentazione visiva e personale che il visitatore fa attraverso la propria esperienza in tutto questo straordinario piano di The Human Safety Net, luogo sospeso e perno visivo da raggiungere proprio nel cuore di Venezia. Il tema è quello di creare una rete che colleghi le attività dello spazio The Human Safety Net all’arte, ma anche alle questioni sociali che in esso si sviluppano e vengono rappresentate. Arthur Duff crea un momento raccolto e visivamente forte che concettualmente parte dalla storia della visione, dell’effimero e del meraviglioso come la grande tradizione Orientale dei fuochi d’artificio, e lo riporta alla contemporaneità nel centro di Piazza San Marco coinvolgendo così l’occhio del visitatore in quell’esercizio che tutti noi dobbiamo fare quotidianamente in questa straordinaria città e più in generale nella vita”.

“A World of Potential”, installation views, ph. Matteo de Mayda/Contrasto
“A World of Potential”, installation views, ph. Matteo de Mayda/Contrasto

Provando l’opera, superato il quiz (potete anche non terminare il quiz per intero, l’opera verrà comunque realizzata in base ai punti di forza delle vostre risposte nelle varie sezioni), mi sono seduto a guardare la composizione che i laser avevano creato, andando molto vicino a quelli che poi sono di fatto i miei colori preferiti. Che voi passiate da Venezia in questi giorni di romantica pioggia tra una calle e un’altra, prendetevi un pò di tempo anche per vedere quanto, come mi piace sempre ripetere, Venezia sia ancora oggi così contemporanea andando in visita alle Procuratie vecchie in piazza san Marco.

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