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Biennale Architettura 2023. Un itinerario di 6 ore a Venezia tra padiglioni e mostre collaterali

Ricardo Flores, Eva Prats, Vatican Chapels ©alessandra chemollo Ricardo Flores, Eva Prats, Vatican Chapels ©alessandra chemollo
Ricardo Flores, Eva Prats, Vatican Chapels ©alessandra chemollo
Ricardo Flores, Eva Prats, Vatican Chapels © Alessandra Chemollo
Se siete a Venezia e non avete tempo per vedere la Biennale di Architettura 2023, vi consigliamo cosa non perdere assolutamente in città.

Da venerdì 19 maggio in laguna il tempo è più clemente. Non c’è più pioggia incessante come i giorni precedenti e il sole sembra stia prendendo il proprio ruolo in maniera seria in questo fine maggio, finalmente. Qui a Venezia ha appena aperto la diciottesima edizione della mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, e lo si capisce dalla marea di gente in abiti improbabili con colori ancora più improbabili in una città abituata alla sobrietà di stile.

Come consuetudine, Biennale riempie la città in maniera diversa quando c’è l’edizione a tema architettura, ma la riempie comunque rendendo il proprio programma sempre degno di essere seguito e visitato. Però mi sono chiesto una cosa: e se qualcuno ha davvero poco tempo per visitare qualcosa in città e non nelle due sedi storiche della Biennale, cosa potrebbe visitare diciamo in sei ore, per una toccata e fuga in laguna?

Eccomi qui, a segnalarvi quali, tra le esposizioni che gravitano intorno alla kermesse principale, non perdere. Iniziamo.

Tim Davis, Desert House (2021) posta nellaVatican Chapel ideata da Francesco Cellini 

Se arrivate dalla stazione dei treni o se siete a Piazzale Roma vi consiglio di prendere un biglietto giornaliero del traghetto e partire in direzione Zattere: andate assolutamente a visitare il padiglione del Kuwait che si trova al magazzino del Sale N.5. 

La mostra presenta vari studi che esplorano e riflettono su gli spazi di transizione della città che variano per dimensione e scala, soffermandosi sul concetto di storia dal punto di vista collettivo, che viene vista più come una spirale piuttosto che come un pezzo del tempo lineare. Così facendo ci si può mettere alla ricerca di momenti precedenti che possano influenzare gli sviluppi futuri della città e dei suoi spazi.

Una volta che uscite da lì, prendete sempre il vaporetto numero due sempre dalle zattere però in direzione Fondazione Cini sull’isola di San Giorgio, dove potrete ammirare una serie di mostre e progetti in relazione con la kermesse principale di architettura oppure no. Io vi consiglio in particolare: Sacred Landscapes alle Vatican Chapels. Per questo progetto, dieci grandi nomi della fotografia mondiale – quali Don McCullin, Tim Davis, Marco Delogu, Graciela Iturbide, Vanessa Winship, Martin Parr, Annie Ratti, Guy Tillim, Paolo Ventura, Francesca Woodman – vengono messi in relazione con le architetture delle dieci cappelle. Immerse negli spazi verdi di Fondazione Cini, le 11 cappelle sono state costruite in occasione del primo Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Architettura di Venezia del 2018. Un viaggio molto intenso tra verde, architetture e bellissime foto. Cercatele bene, sono davvero sistemate in posti dove non immaginereste mai, come fosse un invito a prestare attenzione al contesto e vivere meglio gli spazi.

La terza tappa è in direzione Giardini della Biennale. Prendete sempre il 2 e sbarcate ai Giardini, superate i grandi alberi ed entrate in via Garibaldi, qui andando sulla vostra destra dopo i cancelli, troverete la galleria 10 & zero uno con al suo interno la mostra: Tuning, dell’artista Matteo Vettorello. L’opera è un sintonizzatore site-specific in cui due persone coordinano il proprio vocalizzo usando i microfoni esterni alla galleria. A seconda della capacità di sincronizzare la propria inspirazione ed espirazione, azionano un argano collegato a due luci lampeggianti. Le variazioni di posizione delle lampade e il loro brillio esprimono le diverse condizioni in cui si trova la galleria. Un bel progetto di spazio e relazione. Visto che vi trovate in zona via Garibaldi fatevi uno spritz e poi passate al giro successivo.

Paesaggi Invisibili. Copyright Elena Andreato

Proseguite per l’Arsenale e andate in direzione Fondamenta dei Penini, dove troverete una bellissima mostra dell’artista Simone Carraro dal titolo: Paesaggi Invisibili. Disegni e opere meravigliose creano un labirinto di mappe idiosincratiche, basate sulla ricerca naturalistica che l’artista sta intraprendendo nel suo percorso, il quale si manifesta in un linguaggio arcaico e simbolico.

Dopo la visita, ritornate alla fermata dell’Arsenale e andate in direzione piazza San Marco, qui potrete andare in visita alla mostra degli artisti degli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa dal titolo: Vedersi da fuori, vedersi da dentro. La collettiva è il risultato di un periodo di lavoro di giovani artisti all’interno del programma di atelier della storica Fondazione. Vi consiglio di soffermarvi a guardare ognuna delle opere in esposizione, tutte di grande qualità. Una volta fuori dalla Fondazione andate in direzione Zattere. Se siete fortunati, sorseggiando lo Spritz da aperitivo, potrete assistere a un bel tramonto su Venezia. 

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