Il Festival dei Matti torna a Venezia dal 25 al 28 maggio 2023. Un’iniziativa culturale che da 13 anni si interroga su ciò che chiamiamo “follia” e sui tabù che la circondano. Quest’anno il focus della discussione è sulla frenesia che pervade il nostro mondo. Le sue implicazioni sui legami sociali, sulla natura del lavoro, sui processi percettivi stravolti dal digitale e dalla produzione infinita di immagini.
FRENETICA. La spirale che consuma è il titolo della tredicesima edizione del Festival dei Matti. Quattro giorni di incontri, spettacoli, laboratori, reading, proiezioni che provano a indagare le grandi contraddizioni del nostro tempo: ciò che domina la scena della “normalità” e quello che resta sottotraccia, inavvertito, ripudiato. Una ricerca che quest’anno torna in tre luoghi amici del festival: al M9 Museo del ‘900 a Mestre; al Teatrino di Palazzo Grassi; all’Accademia di Belle Arti.
Un festival nato per riportare la “follia” al centro di una riflessione seria e interdisciplinare che ne valorizzi le potenzialità creative e comunicative, riconoscendone le componenti vitali, quotidianamente rimosse, nella vita di ciascuno. Ancora, insieme alle persone che hanno vissuto o sono state sfiorate dall’esperienza della follia, insieme a cittadini, esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo, giornalisti, registi, filosofi, artisti, ad amici, sostenitori e tante persone che in questi anni partecipato, raccontato, vissuto il festival.
Gli eventi sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti, ad eccezione di: Note sui sillabari. Omaggio a Goffredo Parise e a Vitaliano Trevisan (giovedì 25 maggio) biglietto: € 12,00 su www.m9museum.it/events. La partecipazione al laboratorio Muoversi nel vortice (sabato 27 maggio) è su prenotazione a laboratoriodeimatti@gmail.com
Giovedì 25 maggio – Auditorium di M9 – Museo del ‘900
Wake up on Mars
Documentario girato da Dea Gjinovci, intervistata dall’antropologa Claudia Antonangeli
Un ritratto di famiglia di rifugiati rom kosovari in attesa regolarizzazione in Svezia, alle prese nel quotidiano con una strana malattia che ha colpito le due figlie adolescenti divenute, come in un sonno senza sogni, incapaci di muoversi, bere, mangiare, bisognose di totale assistenza. Un racconto poetico e senza sconti, la storia di un destino sospeso, di figli che traducono nell’immaginazione la fuga impossibile da un mondo inabitabile, nel corpo la minaccia della deportazione.
Corpi disertati
Dialogo tra gli psicologi e antropologi Simona Taliani e Francesco Vacchiano, con Anna Poma e Tamara Agostini
Dialogo a partire da quella “sindrome della rassegnazione” che colpisce centinaia di bambini e adolescenti figli di richiedenti asilo che, dopo ripetuti rimandi ricevono il diniego del permesso di soggiorno. Una riflessione sull’impatto esistenziale delle nostre feroci politiche migratorie e sui limiti e paradossi dei nostri saperi e dispositivi di cura.
Note sui sillabari * Omaggio a Goffredo Parise e a Vitaliano Trevisan
Uno spettacolo che restituisce la poeticità di un sodalizio postumo tra due delle voci più complesse e rappresentative della letteratura italiana degli ultimi 50 anni (ingresso: € 12,00 acquisto biglietti e prevendita presso M9-Museo del ‘900, oppure on line www.m9museum.it/events).
Venerdì 26 maggio – Accademia di Belle Arti di Venezia
Ma siamo matti?
Il primo incontro, alle 16.30 vede in scena i lavori di studentesse e studenti del laboratorio esperienziale Ma siamo matti? che ha esplorato il confine tra la normalità e la follia nell’esperienza privata e collettiva.
Legami sociali e patologie della cittadinanza
Alle 18.00 un incontro con l’etnopsichiatra e antropologo Roberto Beneduce, fondatore del Centro Franz Fanon di Torino, Antonio Esposito, ricercatore indipendente e Marica Setaro, filosofa. Al centro la natura dei legami sociali in un mondo in cui i dispositivi amministrativi, giuridici e clinici colludono nell’inibire l’accesso alla cittadinanza e nella messa in bilico dell’altro: il migrante, il povero, il matto, l’emarginato, il “perdente”. A tema, il nesso tra esclusione, sofferenza e guerra.
La rosa che manca.
L’Accademia della Follia conclude la giornata alle 21.00 con la performance La rosa che manca. dedicata a Franco Rotelli, recentemente scomparso, uno dei principali collaboratori di Franco Basaglia e protagonista decisivo della rivoluzione culturale che ha cambiato radicalmente la storia della salute mentale nel nostro Paese.
Sabato 27 maggio – Teatrino di Palazzo Grassi
Muoversi nel vortice * Tentativi più o meno vani di affrontare il marasma quotidiano
Dalle ore 11.00 un laboratorio esperienziale ideato e condotto da studentesse e studenti che da anni collaborano al Festival dei Matti, in un confronto intergenerazionale straordinariamente prezioso e vitale.
Tempi moderni Equilibrismi e cadute nel mondo del lavoro
Nel pomeriggio, alle ore 15.30, Gianfranco Rizzetto incontra il critico cinematografico Emanuele Di Nicola, lo psicologo e conduttore radiofonico Massimo Cirri e Marco Ferrero avvocato Asgi per parlare di Tempi moderni Equilibrismi e cadute nel mondo del lavoro: la messa a disposizione delle vite, l’iperperformatività imposta ma anche desiderata, il tempo saturato, lo sfruttamento e la sofferenza che ne viene.
Corpi, sguardi e potere
Alle ore 17.30 Gianni Montieri incontra lo scrittore Giorgio Falco per riflettere su Corpi, sguardi e potere a partire dal suo ultimo bellissimo e spiazzante romanzo ll paradosso della sopravvivenza; e alle 18.30 il filosofo Pierangelo Di Vittorio con Sabrina Ragucci artista e scrittrice, insieme ad Anna Poma e a Gianni Montieri discuteranno di Frullatori e controfrullatori. Le metamorfosi della percezione nell’era della produzione infinita di immagini. Un’indagine intorno a quella specie di ipnosi che asserve alla produzione incessante di oggetti, discorsi e rappresentazioni e ancora più potentemente ai loro duplicati digitali. E ai conseguenti stravolgimenti, spesso inavvertiti, della nostra percezione collettiva.
E noi come stronzi rimanemmo a guardare
La proiezione del film di Pif, E noi come stronzi rimanemmo a guardare alle 21.00, è l’appuntamento conclusivo della giornata.
Domenica 28 maggio – Teatrino di Palazzo Grassi
People on the move Le vite sommerse dei prigionieri dei confini
Alle 11.00 l’incontro quanto mai urgente People on the move Le vite sommerse dei prigionieri dei confini che vede la presidente di Emergency Rossella Miccio, Anna Clementi e Diego Saccora di Lungo la rotta balcanica, Sandro Metz, armatore di Mare Jonio e Mediterranea Saving Human con David Yambio: attivista, originario del Sud Sudan in fuga dalla guerra civile, detenuto nei campi in Libia. Si parlerà dei confini che diventano prigioni/fortezza, luoghi di sospensione delle vite sine die, Fucine di un dolore che non può guarire, di violenze inenarrabili e smisurati crimini di pace.
Soffro dunque siamo
Nel pomeriggio alle ore 16.00 Anna Poma e Gianfranco Rizzetto incontrano Stefano Cecconi, Spi Cgil e referente dell’osservatorio Stop Opg, Marco Rovelli scrittore e musicista; Gisella Trincas presidente Unasam per riflettere sulla fatica del vivere nel nostro tempo e i discorsi che ne parlano in Soffro dunque siamo. Da il titolo all’appuntamento il libro di Marco Rovelli, un’inchiesta tra tecnici della psiche concordi nella critica al pensiero egemonico che fa dell’individuo un assoluto, origine e fine di ogni sorte, di ogni adattamento, benessere e sofferenza.
Muoversi nel vortice
Dopo il confronto sull’esperienza del laboratorio Muoversi nel vortice alle ore 17.30 e la conversazione/reading con Francesco Targhetta e Gianni Montieri La colpa al capitalismo, partendo dall’ultimo libro di poesia del poeta trevigiano. Il Festival dei Matti chiude la tredicesima edizione con Le vite volontarie di Lisetta Carmi e Brianna Carafa che la poeta Anna Toscano e la filosofa Ilaria Gaspari racconteranno per noi.