In asta domani, a Bolzano, un dipinto del Seicento napoletano raffigurante San Domenico penitente attribuito al maestro dell’Annuncio ai Pastori da Nicola Spinosa e Federico Zeri
L’opera sarà battuta dalla casa d’aste sudtirolese Bozner Kunstauktionen. Andrà a conclude la tornata del 26 maggio dell’asta 43 che propone anche una serie di dipinti provenienti da una importante collezione regionale, tra cui spicca questo San Domenico penitente vincolato dal Mibac nel 1997. È stato notificato per il suo valore e potrà essere venduto solo sul mercato nazionale. Partirà da una base d’asta di 250 mila euro. Nella perizia realizzata nel maggio del 1998 da Federico Zeri, lo studioso scriveva: «… È chiaro dunque che l’opera denominata ‘S. Domenico penitente’ non è ancora stato riconosciuto in un artista preciso, se non a certo ‘Maestro dell’Annuncio ai Pastori’ (Jaun Do o Bartolomeo Passante), al quale – ad oggi – non è stata attribuita una identità ben precisa. Comunque, l’opera, visto anche il vincolo apposto dal Ministero per i Beni e le Attività – risulta essere di notevole interesse artistico, peraltro, attribuibile ad un grande maestro rappresentante il Seicento napoletano e – sebbene con giudizi contrastanti – potrebbe appartenere al Ribera stesso».
Il direttore di Bozner Kunstauktionen Stefano Consolati, accogliendo l’ipotesi attributiva di Zeri, ha commentato: «A mio avviso, studi fatti di recente sul quadro potrebbero far rivedere quella che è stata fino ad oggi l’attribuzione al Maestro dell’Annuncio». Quel che è certo, invece, sul Mestro dell’Annuncio, è che egli operò nella città di Napoli per circa trent’anni, anche se sulla sua figura e sulla sua identità aleggia, da sempre, un mistero. Tutte le varie ipotesi su chi fosse in realtà quest’artista si concentrano intorno alla bottega del Ribera, dove i vari critici di turno hanno, di volta in volta, voluto identificarlo con Bartolomeo Passante o con Juan Do, entrambi bravissimi allievi di Ribera, tant’è che in alcuni dipinti, sempre secondo i critici, si ipotizza la loro mano dietro la firma del grande maestro.
Le altre opere in asta
Nella tornata del 26 maggio l’appuntamento principale è con l’arte moderna, che vedrà all’incanto molte opere del futurismo italiano. Si segnalano “Treno + città” di Roberto Marcello Baldessari del 1916 (Base d’asta 15mila euro), un bozzetto di Fortunato Depero, “Convegno in uno smeraldo” del 1923 (Base d’asta 18mila euro ) “Incursione aerea” del 1932 di Tullio Crali (Base d’asta 30mila euro), un acquerello del pittore russo, ma di origine ucraina, Konstantin Bogaewski, “Paesaggio in Crimea” del 1924 (Base d’asta 8mila euro). “Due figure” del 1933 di Lorenzo Viani ( Base d’asta 20mila euro), un dipinto del 1948 di Ottone Rosai “Strada” (Base d’asta 12mila mila euro) e un progetto di ambiente spaziale del 1961 di Lucio Fontana (Base d’asta 10mila euro). L’arte internazionale punta invece su Ad Reinhardt con un acquarello del 1940 (Base d’asta 50mila euro) e sui multipli di Pablo Picasso. Leonor Fini, pittrice, designer, scrittrice e costumista, è in catalogo con l’opera del periodo triestino “Carceri di Capodistria” Anni ’20 ( Base d’asta 15 mila euro).
Per quanto riguarda l’arte tirolese, nella seconda tornata, sabato 27 maggio gli appassionati di Leo Putz potranno contendersi il dipinto dei primi del Novecento “Nel verde” (Base d’asta 45mila euro).