La natura morta record in asta di van Gogh è sparita dalla circolazione, ma oggi torna sul mercato (privatamente) dopo una serie di misteriosi intrighi
Intermediari, triangolazioni, paradisi fiscali, possibile riciclaggio di denaro sporco. Ci potrebbe essere tutto questo attorno alle tormentate vicende di Still life, Vase with Daisies and Poppies, capolavoro del 1890 di Vincent van Gogh. Una della ultime opere da lui dipinte da prima di morire. Vicende che vengono a galla grazie a un’inchiesta del New York Times, ripresa da Corriere della Sera. Qual è il centro della questione? È legato anche alle dinamiche socio-politiche cinese. L’opera venne infatti acquistata nel novembre 2014 da Sotheby’s New York da un acquirente cinese collegato al telefono. Cifra? 62 milioni di dollari, la somma più alta mai pagata in un’asta per una natura morta del maestro olandese.
L’anonimato del compratore durò pochi giorni, visto che il collezionista uscì subito allo scoperto con una serie di interviste alla stampa cinese. Si trattava di Wang Zhongjun, produttore cinematografico finanziatore di kolossal hollywoodiani, che per qualche mese tenne il dipinto a casa sua a Hong Kong. Poi della natura morta dei record si persero le tracce. In seguito Wang disse di non averlo comprato da solo, ma non volle rivelare il nome del socio.
Ora i reporter del NYT scoprono che la fattura di Sotheby’s da 62 milioni di dollari era in realtà intestata a un certo Hailong Liu, titolare di una finanziaria con domicilio fiscale alle British Virgin Islands. Evidentemente un prestanome, che viveva in un anonimo palazzone popolare a Shanghai. Da lui le tracce dell’intrigo conducono al miliardario superfinanziere Xiao Jianhua, ampiamente coinvolto con le massime cariche politiche del Paese. Insomma, dov’è il Van Gogh? Resta il mistero, ma risulta che oggi sia stato rimesso in vendita privatamente, pare a 70 milioni di dollari…