Il buongiorno dell’arte è un caffè con la Moka. Senza zucchero.
Faccio in modo di non parlare troppo. Leggo le etichette in silenzio. Mi soffermo dai dieci ai trenta secondi ad opera d’arte. Non deve sapere che non capisco niente d’arte. Non mi interessa. Non me ne vogliate ma non mi interessa. Giro nella prima sala espositiva, camminando, fingendo di rivedere il tutto. Mi soffermo sulla guardia all’angolo. Si vestono sempre di nero. Come dei buttafuori. Mi avvicino all’orecchio di Lei: “Sono sempre in lutto questi guarda-opere!”. Sorrido ma lei si limita ad ascoltare.
Guardo l’illuminazione in alto. Proprio fioca questa luce. Guardo a terra e calpesto consapevolmente il parquet patinato. “Oddio mi scusi Signora, non l’avevo vista!”. Intruppo prima sulla madre e poi su una sua anziana amica. Mi guardo intorno. Il controllore incrocia il mio sguardo e si alza dalla sedia sudata. Ripone la tazzina di caffè sul tavolo. Senza zucchero. Ha dei calzini bianchi di lana sotto il completo. “Che strana temperatura! L’arte fa venire i brividi vero Signora?”. Cerco di rimediare dopo il malconcio scontro precedente. La Signora non sorridee si siede sulla poltrona. Ritorno da Paola. Incredibile che sia riuscito a convincere una ragazza adincontrarmi in una mostra. Incredibile perché a me non interessa nulla.
Mi avvicino al suo orecchio “Ma lo sai che ciò vediamo con i nostri occhi è influenzato da ciò che abbiamo già visto? Dunque, ciò che vedi è già successo. Nulla è nuovo”. Paola ascolta. Rimane ferma innanzi ai Bari di Caravaggio. “Hai visto le carte nascoste del signore? Se lo facessero a me li accoltellerei!” Suona improvvisamente l’allarme. “Scusate!!! Non pensavo di essere così vicino alla tela!”. La guardia si avvicina verso me e Paola. Ha sull’orecchio la radiolina e sospira sospetto.
Paola si discosta da Caravaggio. Sette passi indietro. Gentilmente chiede a me e alla Guardia di discuterne a distanza. Paola alza lo sguardo verso sinistra: gli occhi di bontà del giovane. Lui è calmo. È sereno. Non gioca per vincere. Ha accettato l’invito per una curiosità. Tutto è concitato intorno a lui. Il mondo attende una sua mossa. Il vero atto non sarà di attendere né di prevedere. “Paola mi chiedono di uscire, non capiscono niente questi americani, manco mi fossi gettato nella Fontana di Trevi”.
Totò fece una grande truffa nel 1962. Caravaggio con questo quadro ricorda a Paola che non esiste peggior baro di colui che usa il tempo per la sua avidità. Avvicinatevi da vivi alla tela. Avvicinatevi e non mostrate mai per primi il vostro unico asso.