Nel suo libro Anna D’Elia indaga il modo in cui alcuni artisti contemporanei interrogano la natura, per cercare nuove armonie con l’universo
“Saraceno inaugura l’epoca dell’aerocene e con le sue opere-ragnatele ci rende consapevoli di modelli di comportamento non umani e che potrebbero aiutarci a migliorare”. È una delle osservazioni proposte da Anna D’Elia nel suo libro Arte per il pianeta, pubblicato recentemente da Meltemi Linee. Un testo che indaga il modo in cui alcuni artisti contemporanei interrogano la natura, per cercare nuove armonie con l’universo. In un contesto nel quale l’antropocentrismo e i suoi eccessi sono indicati come le cause principali dei mali del pianeta Terra. Pugliese di origine, Anna D’Elia è narratrice e critica d’arte, da sempre attenta ai rapporti tra arte e letteratura.
Anche gli artisti si domandano: si possono ancora riparare i gesti ottusi e tracotanti dell’uomo sull’ambiente? E questa domanda è al centro delle sperimentazioni artistiche indagate attraverso la lente narrativa dell’autrice, supportata dalle idee critiche di importanti filosofi e scrittori, tra i quali Nicolas Bourriaud e Stefano Mancuso. Agli artisti internazionali piú famosi (Tomas Saraceno, Olafur Eliasson…), D’Elia affianca il lavoro di artisti notevoli italiani, come Gianfranco Barucchello e Gea Casolaro. Che, nella sua opera dal titolo “Prima che la notte duri per sempre”, denuncia la gravità degli sversamenti di petrolio nella val d’Agri, in Basilicata. Rendendoci spettatori e testimoni silenti dello scempio ambientale, che ha provocato anche molti danni anche agli umani e che è stato occultato per anni, a causa di interessi economici.