Sono oltre 130 le gallerie che quest’anno partecipano a Frieze Masters, una delle fiere più belle e attese dell’anno. All’interno del padiglione di Regent’s Park, si trova riunito il meglio della proposta artistica dall’antichità fino ai giorni nostri. A Londra dall’11 al 15 ottobre 2023.
Organizzata nello stesso luogo e nelle stesse date della cugina Frieze London, Frieze Masters ha presentato la selezione di oltre 130 gallerie che compongono la sua edizione 2023. L’evento riparte dalle sue certezze, ovvero le top galleries che tornano a Regent’s Park con la loro offerta di prima fascia: tra queste Colnaghi, Galerie Eric Coatelem, De Jonckheere, Simon C. Dickinson, Peter Finer, Gagosian, Richard Green, Johnny Van Haeften, Hakgojae Gallery, Peter Harrington, Hauser & Wirth, Gallery Hyundai, Annely Juda Fine Art, Pace Gallery, Galerie G. Sarti, Skarstedt, Sprüth Magers, Craig Starr Gallery, Axel Vervoordt, Waddington Custot e Offer Waterman.
Spazio, poi, a tante novità. A partire da Modern Women, una nuova sezione tematica guidata da Camille Morineau (Co-fondatrice dell’organizzazione no-profit AWARE – Archive of Women Artists, Research and Exhibitions) che si comporrà di presentazioni personali di donne: In particolare, il focus è sulle opere realizzate tra il 1880 e il 1980, un periodo cruciale per i diritti delle donne e il femminismo. Tra le artiste invitate ci sono Tarsila do Amaral (Almeida & Dale Art Gallery), Anna-Eva Bergman e Germaine Richier (Perrotin), Lisetta Carmi (Ciaccia Levi e Galleria Martini & Ronchetti), Émilie Charmy (Galerie Bernard Bouche), Kangja Jung (Arario Gallery ), Maria Lai (M77), Vera Molnár (Vintage Galéria), Faith Ringgold (ACA Galleries), Paule Vézelay (England & Co) e Ethel Walker (Piano Nobile).
Un’altra novità di quest’anno è Studio, a cura di Sheena Wagstaff (Leonard A Lauder Chair of Modern and Contemporary Art al Metropolitan Museum of Art, New York fino al 2022). Come lascia intendere il nome, la sezione vuole mettere in luce il processo creativo degli artisti invitati – tra cui Maggi Hambling, Mona Hatoum, Lucia Laguna, Arlene Shechet, Hyun-Sook Song – ed evidenziarne meccanismi e dinamiche delle loro pratiche. Per questo, parte integrante di ogni presentazione sono le immagini e gli oggetti d’archivio, accumulati nel corso di decenni nel laboratorio di un artista e ora esposti per raccontare l’evoluzione della loro pratica.
Continua il processo di riscoperta operato da Spotlight. La sezione, curata per la prima volta da Valerie Cassel Oliver (Sydney e Frances Lewis Family Curator of Modern and Contemporary Art presso il Virginia Museum of Fine Arts), la sezione vuole valorizzare le opere di alcuni artisti che, tra gli anni ’50 e ’60, non sono stati esposti a dovere. Tra questi Rose Finn-Kelcey, Maren Hassinger, Zenzaburo Kojima, Anna Mark, Mehdi Moutashar, I Gusti Ayu Kadek Murniasih, Gianni Piacentino, Simona Runcan, Ethel Schwabacher e Toshiko Takaezu.
Terzo anno consecutivo anche per la sezione Stand Out, nuovamente guidata da Luke Syson (direttore e curatore Marlay del Fitzwilliam Museum, Cambridge). Anche per questa edizione il suo obiettivo è chiaro: rivendicare le potenzialità di opere d’arte una volta liquidate come “decorative”. Quest’anno, la sezione esplora la miriade di modi in cui il colore diviene chiave estetica dell’arte plastica.