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Un itinerario nella Saint-Tropez puntinista di Paul Signac e Henri-Edmond Cross

Paul Signac, The Port of Saint-Tropez Paul Signac, The Port of Saint-Tropez
Paul Signac, The Port of Saint-Tropez
Paul Signac, The Port of Saint-Tropez

Spiagge famose, passeggiate, arte, cultura. Saint-Tropez, la celebrata cittadella del Var, dopo essere stata troppo osannata o troppo disprezzata, riprende quota e attira, nel suo porticciolo, yacht grandi come transatlantici che la solita folla di vacanzieri ammira estasiata dalla banchina. Come quasi sempre in tempi di crisi e di recessione, le barche dei ricchi sono diventate più grandi e sfrontate ad esibire ricchezze immense di antiche e recenti fortune. Loro, come li chiama Paolo Sorrentino, arrivano soprattutto nei mesi di giugno, settembre, ottobre, lasciando la cittadella in pasto al turismo di massa nel caldo di luglio e di agosto, quando salpano per lidi più esclusivi. 

Saint Tropez non merita comunque né l’esagerato successo regalatole dai play boy anni ’60, che la elessero a quartier generale delle loro conquiste, né il vituperio snob che si è abbattuto dopo. La St-Tropez di oggi non è più “la charmant et simple fille de la mer” come la definì Guy de Maupassant quando la vide per la prima volta dal ponte di comando del suo mitico yacht, il “Bel ami”. Per ritrovare un po’ dello charme che sedusse gli artisti, da Paul Signac, altro celebre yachtman baciato da genio e ricchezza, al vivace circolo dei suoi amici pittori (Matisse, Derain, Manguin, Wlaminck, Van Dongen), bisogna attendere quando la maggior parte della gente di passaggio è andata via, allora si possono ammirare meglio le facciate color ocra e oro delle case del porto, addentrarsi nel labirinto della città vecchia raccolta ai piedi di una bassa collina, la Cittadella.

Si può prendere come punto di partenza la centralissima statua del Bailli de Suffren, nell’omonima via sul vecchio porto e passando davanti alle rosse seggiole di Senequier, celebre salone da tè dove turisti e locali stanno a bere e farsi vedere a non far niente, si entra nella città vecchia. Piazza del Municipio, la Tour Guillame, lo Chateau de Suffren sono gli edifici più antichi, la chiesa barocca conserva il busto di Saint Tropez, che leggenda vuole sia stato qui trasportato dalle correnti liguri fin dalle foci dell’Arno. 

Boats in the Port of St. Tropez - Henri-Edmond Cross
Henri-Edmond Cross, Boats in the Port of St. Tropez

Un percorso assolutamente da non mancare è il sentiero marino che si snoda dopo la Tour du Portalet, in fondo al porto. Subito dopo la Torre si incontra uno dei luoghi più fotografati del mondo, la Ponche, vecchio quartiere di pescatori dove vennero girate scene di Et Dieu créa la Femme, il film di Roger Vadim che diede fama mondiale a Brigitte Bardot. Volendo, attraverso il sentier du littoral, si possono raggiungere, percorrendo una decina di Km, le spiagge delle Saline, di Tahiti e Pampelonne celebrate dai rotocalchi anni ’60. Merita una visita la Cittadella, fortezza militare del ‘500, dove il Museo di Storia marittima festeggia il suo decimo anniversario con la mostra di Nicolas Lavarenne. In basso, sotto i platani centenari di Place du licèe, si disputano animate partite di petanque nei giorni in cui la piazza non è invasa dalle bancarelle del mercato (martedì e sabato).

Ma l’appuntamento con l’arte a Saint-Tropez vuol dire soprattutto Museo dell’Annonciade. Grazie a Paul Signac, che scoprì il pittoresco villaggio del Var nel 1892, quando arrivò a bordo dell’Olimpia, Saint-Tropez divenne il luogo privilegiato dall’avanguardia artistica. Il pittore comprò casa e il suo atelier, La Hune, che divenne luogo d’incontro degli amici scesi dal nord della Francia: Braque, Matisse, Bonnard, Manguin, Picabia, Dufy, Seraut. Nella cappella cinquecentesca dell’Annonciade – che nel 1955, grazie a Dunoyer de Segonzac divenne il più affascinante dei piccoli Musei di Francia – sono raccolte tele e sculture di artisti fauves, nabis, pointillistes. La mostra dell’estate 2023, con una trentina di opere sui paesaggi del Var, punta i riflettori sul pittore neoimpressionista Henri-Edmond Cross (1856-1910). Nei luoghi emblematici della città si impongono invece le monumentali opere dello scultore Lorenzo Quinn (fino al 16 ottobre).

E per chi volesse ritrovare l’atmosfera che sedusse il ministro di Napoleone III Emile Ollivier, tanto da farne la sua residenza d’elezione, il Comune di St-Tropez ha aperto lo Chateau de la Moutte sulla via delle Saline. Si visita la biblioteca dello storico e politico che chiedeva alla morte ancora un po’ di tempo per terminare la sua immensa opera, L’Empire liberal. Si ricorda Franz Liszt, la cui figlia, Blandine, fu la prima, amatissima moglie di Ollivier. Una serie di commoventi lettere racconta di questo amore presto stroncato dalla morte.

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