Il Giappone in libreria, le ultime novità tra diari di viaggio, egemonia della cultura POP, streghe, orchesse e fantasmi della tradizione. I libri da non perdere
POP ポップ – Come la cultura giapponese ha conquistato il mondo (Matt Alt – Add)
L’industria dell’intrattenimento giapponese ha plasmato un nuovo immaginario mondiale: dalla fine della Seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, la nostra quotidianità è cambiata, a volte addirittura stravolta, da una serie di prodotti arrivati da Giappone. È stato un viaggio lungo, avventuroso, a volto surreale, che ha coinvolto molti protagonisti, dal Giappone al mondo occidentale, in diverse fasi e con diverse dinamiche. Ci sono state le innovazioni tecnologiche, come il walkman e il karaoke, che hanno cambiato il nostro modo di fruire l’audiovisivo («il walkman di Sony ha cambiato la percezione umana più di qualunque altro gadget per la realtà virtuale», ha scritto William Gibson), poi ovviamente i videogiochi, i manga, gli anime e il merchandising. Si parte dal primo cartone animato (anime) trasmesso dalla televisione giapponese: è il capodanno 1963, alla TV va in onda la prima puntata di Tetsuwan Atom (da noi Astro Boy), tratto da un manga di Osamu Tezuka, inizia così una lente ma irreversibile rivoluzione, «per tematiche e iconografia, tracciò una mappa per tutti gli anime televisivi a venire. Perfezionati di generazione in generazione, i manga e gli anime sarebbero con il tempo evoluti da semplici mezzi di intrattenimento per bambini a vivaci forme di espressione artistiche», spiega nel libro Matt Alt – scrittore, traduttore e reporter che vive a Tokyo. Tanto che nel 2003 l’Oscar per il Miglior film di animazione viene assegnato proprio a un anime, La città incantata. E poi ancora i videogiochi, in una ricerca continua che ha portato a cambiare l’idea stessa che avevano del videogame, fino a trasformarli da semplici passatempo a esperienze interattive sempre più vicine al cinema, basta citare Nintendo, Super Mario, Final Fantasy (ci siamo passati un po’ tutti), in un continuo sincretismo tra canali che ha sancito la fortuna globale dei grandi franchasing, come quello di Hello Kitty e dei Pokemon su tutti. Matt Alt racconta questa storia, che passa attraverso la miracolosa bolla degli anni ’80 e la crisi disastrosa degli anni ’90 – periodo che ha sancito però l’espansione dell’immaginario industriale a livello mondiale, anche grazie all’avvento di nuove tecnologie (internet, insomma) – con grande accuratezza e passione, fino ai giorni nostri, arrivando a chiedersi: a che punto siamo? Il Giappone ha dettato trend e anticipato mode, ha modificato e plasmato il nostro immaginario per decenni, continuerà a farlo? POP ポップ è un libro che ci permette di ragionare sul modo in cui la cultura si muove, smontando per l’ennesima volta i miti stanti della tradizione e dei confini nazionali. Una lettura doppio slurp!
Onibaba – Il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese (Rossella Marangoni – Mimesis)
Una sorellanza di streghe, orchesse e creature soprannaturali, nella storia del Giappone il “fantasma della donna” si aggira sotto innumerevoli forme fantasmatiche. «Nella letteratura e nelle arti giapponesi non è raro incontrare figure ricorrenti di donne inquietanti che, come spesso accade nella cultura dell’arcipelago, attraversano vari linguaggi», spiega Rossella Marangoni in questo excursus da brivido nel folklore dell’orrore. La minaccia del femminile alla sua controparte maschile, che rappresenta il potere dell’ordine sociale, in Giappone prende il volto di demoni, streghe, vecchie arcigne e fantasmi che si nutrono di carne umana infestando le foreste (il lato selvaggio, oscuro e irrazionale del mondo conosciuto). Come scrive Jude Ellison Sady Doyle «un mostro è un corpo che avrebbe dovuto essere sottomesso, ma che è diventato una smisurata minaccia». Sottrarsi al controllo dell’uomo vuol dire diventare una manifestazione mostruosa, pericolosa. Ma non è sempre stato così. Come spiega l’autrice, nel Giappone antico per la donna c’era spazio in posizioni di privilegio, di potere, era regina sciamana e imperatrice. Dalla seconda metà del VIII, in concomitanza con l’affermarsi della religione buddhista, si assiste a un declino della figura femminile all’interno del mondo politico e religioso, fino a venire relegata in luoghi sempre più liminali della narrazione storico e letteraria – solo a partire dal 1945 le donne sono state riammesse al sacerdozio Shintoista, per esempio. Gradualmente la donna viene estromessa dai meccanismi politici e dalle funzioni rituali, e parallelamente l’immaginario del Giappone inizia a popolarsi di mostri femminili: un tema di grande complessità in cui si intersecano una pluralità di posizioni, di epoche, di scuole e di teorie socio-antropologiche. In otto capitoli, Onibaba esplora questo immaginario del fantastico, specchio della realtà storico sociale, andando a indagare le temibili protagoniste di fiabe e nei racconti del folklore popolare, ci sono mogli ingannatrici, orchesse, vecchie mostruose, serpi fantasma gelose e vendicative, in un ghiotto itinerario colto che, come sottolinea l’autrice stessa, non è solamente un dotto studio, un prontuario scientifico o un saggio enciclopedico, quanto piuttosto un’indagine che muove i suoi passi partendo da una riflessione e una curiosità personale, senza proporre conclusioni di sorta, ma trovando nelle domande i punti cardine di un percorso articolato e appassionante nell’oscura foresta di un immaginario così complesso e affascinante. Il volume, per rendere la lettura ancora più suggestiva, è corredato da una vasta galleria di stampe xilografiche (ukiyoe) custodite al Metropolitan Museum of Art di New York.
Non capire il Giappone (Edoardo Lombardi Vallauri – Il Mulino)
Osservare per (non) capire. In questo libro troviamo una raccolta di frammenti di vita, in cui natura e cultura nel più straniero dei paesi sono guardate con sguardo curioso dall’autore, che con candore ammette «non posso emettere verità sul Giappone perché continuo a non capirlo». Come in un diario, troviamo incontri, scontri, errori, salvataggi, ipotesi e rivelazioni che ci raccontano lo spaesamento di un intellettuale italiano in Giappone. Edoardo Lombardi Vallauri insegna Linguistica presso l’Università Roma Tre, è una persona abituata a “capire”, ma che qui deve continuamente riconoscere la propria natura di principiante. Fra i personaggi di queste storie ci sono confezioni di caramelle, ombrelli trasparenti, gessetti colorati, orsi prudenti, terremoti da tavola e ragazze come si deve, dinosauri distruttori e poliziotti pazienti, rifiuti firmati, lo snack Big Katsu e una Lamborghini copiata, fiumi, laghi, vulcani e timbri di giada, ma anche Del Piero e Sophia Loren. «E a ogni passo si scopre che il non capire è un bene prezioso», sottolinea l’autore, che in questa raccolta di aneddoti tralascia spiegazioni e analisi, lasciando al lettore il piacere di perdersi, di ipotizzare, di sorprendersi e, in realtà, alla fine, di capire un po’ meglio quello da qui può sembrare il Paese più “straniero” che ci sia.
Tokyo – Piccolo atlante edonista (Johann Fleuri – L’Ippocampo)
Foto, foto, foto: un sacco fotografie in questo (non così) piccolo atlante che racconta per immagini una delle metropoli più affascinanti del mondo, Tokyo. Inafferrabile, frenetica, caotica, poi all’improvviso rilassata, silenziosa e pacifica, i volti di questa città sono innumerevoli, le parole possono aiutare a descriverla, ma in questo compito le immagini non hanno rivali, aiutano a catturare le suggestioni di questo mondo incredibile, sempre in bilico tra secoli di storia e proiezioni futuristiche. Come scrive l’autore: «Il viaggiatore che mette piede a Tokyo per la prima volta non può fare a meno di provare un’intensa sensazione di scoperta, di incanto e di stordimento» (e posso confermarlo anche io), frutto di una storia tutto sommato recente e frenetica, ma inarrestabile: i terremoti devastanti di inizio ‘900, i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la crisi petrolifera, nulla ha fermato l’incredibile trasformazione di questa città, tra le più vitali e popolose al mondo. «A differenza di Kyoto, dallo spirito atemporale e imperiale, Tokyo non è propriamente una città da visitare, ma una città da vivere», ogni quartiere ha caratteristiche proprie, l’unico modo per scoprire il cuore pulsante di Tokyo è immergersi nelle sue strade, perdersi nei suoi vicoli, scoprire i negozi, le botteghe, i caffè, le librerie, gli innumerevoli ristoranti. Il volume, che fa parte di una collana “edonista” con guide fotografiche dedicate alle città più importanti del mondo, compie una ricognizione per immagini, dei vari quartieri della città, con brevi introduzioni, mappe, sezioni tematiche, itinerari e schede riassuntive delle mete da non perdere.