“Cadere a Roma” è la prima mostra dedicata al lavoro performativo di Richard Mascherin, una mostra collettiva e un archivio documentario che presenta le sue azioni attraverso collaborazioni con diversi artisti. Da Cosmo Trastevere
Roma città eterna, Roma città aperta, Roma caput mundi…e chissà quante altre cose abbiamo sentito negli anni su una delle città più antiche e più belle del mondo.
Roma è anche sede di un’affascinante rete di antichi tunnel e cunicoli sotterranei chiamati “catacombe”. Questi sistemi di collegamento si estendono per oltre 300 chilometri sotto la città e hanno svolto un ruolo significativo nella sua storia, fungendo da luoghi di sepoltura, rifugi durante le invasioni barbariche e nascondigli durante la seconda guerra mondiale.
Di quell’epoca sono anche rimaste fotografie che ne documentano l’uso in tempo di guerra, con annessi racconti dei superstiti dei bombardamenti e fantomatici gladiatori moderni che si dovevano guadagnare la pagnotta.
Qualche giorno fa, in barba alla calura terribile della Capitale, e complice la mia amica curatrice Yasmine Helou mi sono ritrovato a zonzo per la città in maniera diversa.
Roma è anche e sopratutto arte di tutti i generi e di tutte le epoche e questo è indubbio, e ad esempio sono incappato un pò per caso e un pò perché non si poteva perdere a “Cadere a Roma”, una mostra davvero interessante a cura di Roberto Majano. “Cadere a Roma” è la prima mostra dedicata al lavoro performativo di Richard Mascherin, una mostra collettiva e un archivio documentario che presenta le sue azioni attraverso collaborazioni con diversi artisti, e durante l’inaugurazione del 15 luglio Mascherin ha eseguito una performance site-specific che completava il progetto dello spazio espositivo, ma forse è meglio partire dall’origine.
L’inizio di questa ricerca si trova in Caer, caer, caer, un’opera audiovisiva nata nel 2020 in cui l’artista si propone di condividere le sue cadute emotive e le sue frustrazioni, così i suoi primi risultati lo portano a intraprendere una serie di versioni che daranno vita a un’intera costellazione di immagini e azioni in diversi formati creando un collage intenzionale frutto di queste esperienze, un programma il cui stile frammentato nasce dalla somma di tutte le tecniche presenti in questa mostra. Il progetto è arricchito da opere di altri artisti come le fotografie di Lúa Ribeira, dell’Agenzia Magnum Photos, che ha realizzato con Richard Mascherin nel corso di diversi incontri avvenuti nel 2021, oltre le fotografie una nuova versione del cortometraggio He aquí un cuerpo que cae (2023) di Sam Fuentes. In esposizione troviamo anche le immagini che Juan Borgognoni ha creato appositamente per l’occasione e anche un’opera di Mateo Casariego incentrata sul processo creativo come soggetto della mostra. L’intero progetto è Patrocinato dall’Ambasciata di Spagna in Italia e con il supporto della Real Academia de España en Roma: due istituzioni da sempre attente alla cultura.
Insomma, una collettiva internazionale che vale davvero la pena di una trasferta romana.
Avete tempo fino al 30 luglio 2023 per andarla a vedere, a Cosmo Trastevere in Piazza di Sant’Apollonia 13, e per scoprire che “Cadere a Roma” vi entrerà sottopelle come poche altre mostre.