Il pittore e scultore Jeffrey Gibson, appartenente alla comunità Choctaw e Cherokee, rappresenterà con un solo show gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia 2024. È il primo artista indigeno a farlo.
Jeffrey Gibson, 51 anni, lo ha annunciato in un post su Instagram dove ha rivelato alcune anticipazioni sul progetto che presenterà. In programma una serie di lavori nuovi e recenti che “inviteranno alla riflessione sulle identità individuali e collettive“.
Con l’artista collaboreranno due curatrici: Abigail Winograd, curatrice indipendente, e Kathleen Ash-Milby. Ash-Milby, curatrice d’arte nativo-americana al Portland Art Museum e membro della Navajo Nation. É la prima curatrice indigena a lavorare al padiglione statunitense.
Gibson ha conseguito il Bachelor of Fine Arts nel 1995 alla School of the Art Institute di Chicago. Nel 1998 ha conseguito il Master of Fine Arts presso il Royal College of Art. Con le sue opere Gibson riflette su questioni legate all’identità e alle minoranze. Pittore e scultore, ama mischiare tecniche e stili, annettendo nelle sue opere materiali inusuali come le perline dei nativi americani, coperte, borchie di metallo, frange e jingle. Qualsiasi sia il supporto, spesso interviene con l’aerografia per completare opere che racchiudono varie ispirazioni, provenienti soprattutto dal mondo underground, dei graffiti e dei urban culture. Oltre, ovviamente, alla cultura nativo americana.
Le sue opere sono state esposte presso le sedi dell’ambasciata degli Stati Uniti a N’Djamena, la capitale del Ciad, così come a Ginevra, in Svizzera, e Vienna, in Austria. National Gallery of Art di Washington, D.C. ha in collezione alcune delle sue opere. Gibson è rappresentato da Roberts Projects a Los Angeles, Sikkema Jenkins & Co. a New York e Stephen Friedman Gallery a Londra.
La nomina di Gibson aggiunge un ulteriore tassello al mosaico di artisti già annunciati: Julien Creuzet per la Francia, Pakui Hardware per la Lituania, Edith Karlson per l’Estonia, John Akomfrah per la Gran Bretagna, Guerreiro do Divino Amor per la Svizzera, Archie Moore per l’Australia e Kapwani Kiwanga per il Canada. Oltre ovviamente alla nomina di Adriano Pedrosa come curatore della mostra principale.