Dal 7 al 10 settembre 2023, 45 gallerie di Bruxelles (e dintorni) animano il Brussels Gallery Weekend. Quattro giorni di inaugurazioni, mostre, performance e installazioni.
Per la sua 16a edizione il Brussels Gallery Weekend fa le cose in grande. 60 gli opening in programma nei quattro giorni di evento e un nuovo quartier generale, il D’Ieteren building, edificio iconico del modernismo belga. Qui troverà spazio la mostra Generation Brussels, curata da Sam Steverlynck, e i progetti paralleli Ateliers Indigo e Globe Aroma. A questi si aggiungono percorsi guidati per le gallerie della città e tante altre attività parallele. L’evento – tra i più antichi del suo genere dopo quello di Berlino – sta già scaldando i motori.
A partire dalle gallerie storiche di Bruxelles, che non mancano di prendere parte all’iniziativa. Tra queste la galleria Albert Baronian (che festeggerà il suo 50° anniversario), Michel Rein (al 10° anno in città) e la Galerie Nathalie Obadia (che ha appena festeggiato il suo 15° compleanno). A loro si aggiungono anche realtà giovanissime come la galleria Christophe Gaillard, che a Bruxelles aprirà a settembre aprirà il suo primo spazio internazionale, e la neonata KIN. Ma anche EDJI Gallery, che si dedica a una ricerca artistica ultra-contemporanea. Attività per certi versi avvicinabile a quella di Esther Verhaeghe, che riserva particolare attenzione alle artiste donne contemporanee, e a Frédérick Mouraux Gallery, che promuove artisti progressisti, impegnati e innovativi.
Alle gallerie diffuse per la città si aggiunge, come anticipato, la mostra centrale Generation Brussels. La rassegna, alla sua sesta edizione, torna a esporre una selezione di artisti che vivono e lavorano a Bruxelles. A curarla quest’anno è il critico d’arte/curatore Sam Steverlynck, che intitola l’edizione Cet obscur objet du désir, citando l’omonimo capolavoro del 1977 del surrealista Luis Buñuel. Le opere in mostra non si riferiscono specificamente al tema del film e tanto meno lo illustrano. Il riferimento alle opere è infatti tutto nel titolo: esse paiono attraenti, ma allo stesso tempo celano qualcosa di oscuro e volte persino minaccioso. La mostra invita quindi il visitatore a un viaggio surrealista tra desiderio e repulsione, fantasmi e pulsioni, oggetto e abietto, familiare e perturbante.
Sempre nel D’Ieteren building trova spazio Aroma Globo, iniziativa che raccoglie quattro mostre personali, declinate in altrettante installazioni site specific, degli artisti Egoo Dallas, Mirra Markaheva, Nastasya Kharytonova e Youssef Moukil. Come anche Atelier Indigo, che propone una selezione di 12 artisti con disabilità – Saaber Bachir, Florian Celis, Mathilde Carli, Edouardo Della Faille, Alice Forsberg, Dahlia Hamdi, Patrick Minet, Sidoline Nlandu Wa Buke, Yan Piette, Pedro Ribeiro, Clara Vandebotermet e Michael Verhoeghe – che fanno parte dell’omonima associazione, La Collective Indigo.