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Colori, gioco e divinazione. I Tarocchi viventi di Pino Settanni in mostra a Venezia

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I Tarocchi – Foto di backstage – Archivio Luce Cinecittà
Le Stanze della Fotografia di Venezia dedicano una mostra a Pino Settanni (1949-2010) e alla serie fotografica che l’artista realizzò ispirandosi ai tarocchi marsigliesi. Dal 30 agosto al 26 novembre 2023.

I colori, gli attributi, le pose, i simboli, l’immaginario antico e mistico che evocano. Queste alcune delle ragioni per cui i tarocchi, anche se spesso non ne conosciamo meccanismi e funzionamenti, ci attirano ed affascinano. A sedurci, forse, è proprio questa apertura di senso, la disponibilità a catalizzare suggestioni che spaziano dal medioevo all’epoca romantica, dalla magia al gioco, dall’esaltazione di un passato misterioso al tentativo di prevedere un futuro altrettanto incerto. Le carte dei tarocchi, modificate e interpretate in decine e decine di soluzioni nel corso degli anni, sembrano ricondurre a un universo impreciso eppure puntualmente evocativo, come se effettivamente catalizzino in loro forze esoteriche, inaccessibili ma potenti. E poi, come ogni evento vive dei ricordi e delle aspettative formatesi nelle precedenti esperienze compiute, anche il mondo dei tarocchi giova delle numerosissime occasioni in cui gli artisti hanno fatto loro riferimento. Quasi una certificazione di artistica legittimità.

Anche per Pino Settanni, che nel 1994 fu il primo a fotografare con sembianze umane le figure dei tarocchi, immaginiamo sia nato più o meno così l’interesse per il mazzo di carte più celebre della tradizione europea. A suggerirlo è proprio lui, che interrogato a tal proposito disse: “Avevo letto ‘Il castello dei destini incrociati’ di Calvino. Ho osservato le carte attribuite a Bruegel il Vecchio, a Dürer, e quelle, dipinte, destinate agli Sforza Visconti. Infine, sono un discreto giocatore di scopone scientifico’’. I tarocchi sono infatti, prima di tutto, carte da gioco con una storia millenaria. Compagne di tanti pomeriggi medioevali, solo successivamente adottate da maghi e indovini per le loro presunte proprietà divinatorie. Ed è proprio questo dualismo tra ironia e aura profetica che rende i Tarocchi così attraenti, e soprattutto così in linea con la personalità di Settanni, artista che amava muoversi sui confini e contaminare nature differenti, come quella di pittura e cinema.

lo stesso Settanni, intervistato nel 1998 da Giampiero Mughini, diceva: ‘’Era un’idea che mi frullava da anni […]. La goccia che fece traboccare il vaso della mia decisione fu una frase di Franco Fontana, una sera che eravamo a cena in una trattoria romana: ‘Pino, tu sei l’unico che può fare una serie fotografica dedicata ai tarocchi’. Era il maggio 1994, l’indomani mi misi all’opera. Settantotto fotografie, tutte realizzate in studio […]. Per me è stata una scommessa importante, perché in ognuna di quelle settantotto foto erano in gioco diversi aspetti della mia poetica fotografica: la disciplina del ritratto, l’amore per la messa in scena di tipo teatrale, la valorizzazione del colore, la creatività di studio”.

La mostra de Le Stanze della Fotografia raccoglie 61 di queste immagini, di cui i 22 Arcani maggiori, 16 figure degli Arcani minori, e una selezione inedita di foto di backstage, con lo stesso fotografo che si mette in scena sul set. Opere riscoperte dopo l’acquisizione da parte dell’Archivio Luce del suo intero fondo fotografico, composto di oltre 60.000 immagini. A queste si aggiungono alcuni bozzetti preparatori con cui l’artista imbastiva la trama del progetto. Prima di fotografare definiva tutto, dai vestiti alle luci, stabiliva i colori della scena e la allestiva.

Prendendo a modello per gli Arcani maggiori e minori i tarocchi marsigliesi, il fotografo li fece interpretare ad attrici e modelle (con la sola eccezione maschile per la figura del Matto, incarnato dall’attore Mario Scaccia). Il fondale nero (un marchio di fabbrica dell’autore) era utile ad esaltare l’esuberanza degli abiti dai colori accesi (rosso, giallo, blu, verde e viola) e a creare le atmosfere caravaggesche cara all’artista. In generale, in esse si respira un profumo di messinscena teatrale e la dinamica di un set cinematografico. Una sintesi di arti rara e giocosa, una libertà combinatoria, in cui Settanni riuscì a fondere una tradizione secolare come i tarocchi con una sperimentazione d’avanguardia, sbrigliata e pop.

I Tarocchi – Regina di Coppe – Valentina Chigo – Foto Pino Settanni – Archivio Luce Cinecittà
PINO SETTANNI (1949 - 2010) Tarocchi d'oro: Il Sole, 1994
I Tarocchi – Il Sole – Foto Pino Settanni – Archivio Luce Cinecittà
I Tarocchi – Il Matto – Foto Pino Settanni – Archivio Luce Cinecittà

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