Domani il sipario di “Panorama” calerà sull’edizione aquilana del 2023, e le indiscrezioni parlano di un necessario “viaggio al nord” per l’edizione 2024, e dell’ingresso di un nuovo curatore
In queste ultime ore all’Aquila il mondo dell’arte italiano si è riunito intorno alla terza edizione di “Panorama”, il progetto culturale itinerante promosso dal consorzio di galleristi ITALICS, sotto la curatela di Cristiana Perrella.
Come vi abbiamo già raccontato sono 19 le sedi espositive, sparse nel centro del capoluogo d’Abruzzo ancora segnato dalle scosse sismiche del 2009, che hanno accolto singole installazioni o mostre collettive, performance e opere nate e connesse con il territorio.
E questa, probabilmente, è la caratteristica che ITALICS con il suo “Panorama” dovrebbe assiduamente cercare nei suoi prossimi appuntamenti: la possibilità di innestare arte contemporanea nei luoghi dove la manifestazione sceglierà di passare.
Una sfida decisamente complessa, specialmente perché ben conosciamo la lentezza italica (e molto spesso la miopia) che accompagna gli Enti Pubblici in riferimento alla cultura contemporanea.
Ma ITALICS ha scelto di essere nomade, di solcare l’Italia come un cavaliere errante, scoprendo luoghi che talvolta possano essere più o meno ricettivi di altri…d’altronde fa parte del gioco e della scoperta dell’arte e di chi sceglie di avvicinarsi a essa.
Domani il sipario di “Panorama Aquila” calerà sull’edizione 2023, e le prime indiscrezioni parlano di un “viaggio al nord” per l’edizione 2024, in un territorio decisamente fecondo per l’arte contemporanea e le collezioni private, ovvero quello del Piemonte a cavallo tra Langhe e Monferrato.
Un modo per raccogliere anche una maggior affluenza di addetti ai lavori e, soprattutto, collezionisti, a due passi da Milano, Torino e in generale dai grandi centri del nord Italia, per un bel week end di metà settembre?
E stando alle indiscrezioni raccolte all’Aquila, per “Panorama 2024” si cambierà anche curatore. Una figura decisamente diversa, e magari più legata all’arte moderna, visto l’ingresso di gallerie improntate alla promozione dello storico?