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Chi diventare? A Bergamo il neon di Valerio Rocco Orlando che parla alla città

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L’opera dell’artista e pedagogista Valerio Rocco Orlando (Milano, 1978), frutto del progetto Vite Operose diretto dalla curatrice Caroline Corbetta, e voluto e sostenuto da Academia Berlucchi, è stata inaugurata presso la GAMeC di Bergamo il 13 settembre ed è destinata a far parte della collezione permanente della Galleria. 

C’è una nuova luce nella città di Bergamo, una luce che parla e che non passa inosservata. Il bagliore del neon è forte, come altrettanto forti e presenti sono le parole che da esso fuoriescono e che pongono, a chi le osserva, un quesito di portata esistenziale: Chi Diventare?

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Quante volte ce lo siamo chiesti? Quante volte vi abbiamo posto la giusta attenzione? Oppure, quanto abbiamo detestato farci questa domanda? Forse perché ci sembrava di non avere la giusta risposta o, più semplicemente, perché la risposta invece ci dava l’idea di essere solo un desiderio irraggiungibile, e allora abbiamo deciso di ignorarla. Ciò che tale domanda può suscitare è sicuramente molto soggettivo e diverso per ognuno di noi, ma è proprio sull’importanza di tale differenza che nasce l’opera di Valerio Rocco Orlando. 

Il progetto di arte partecipata Vite Operose ideato da Orlando, ma commissionato da Guido Berlucchi e curato da Caroline Corbetta, nasce nel territorio della Franciacorta per  poi svilupparsi nel cuore delle due città della Capitale della Cultura Italiana 2023, ovvero Bergamo e Brescia. L’artista ha svolto dei laboratori in entrambe le città insieme alla comunità locale, ottenendo come risultato la creazione di due scritte a neon che possano andare ad inserirsi all’interno del contesto urbano rispettivamente dell’una e dell’altra. La domanda che pongono le opere è rivolta a tutti. L’artista si fa portavoce della comunità, chiedendo di ripensare gli spazi urbani rispettando quelle che sono le esigenze del cittadino contemporaneo: provare a ripensare le nostre città come spazi pedagogici, cercare di riportarle ad una dimensione più umana e funzionale. 

Laboratori

In particolare, a Bergamo l’artista si è confrontato con un gruppo di ragazzi del Politecnico delle Arti indagando la relazione tra il sistema educativo e il mondo del lavoro. Le riflessioni emerse, per quanto eterogenee, sono converse in un grande punto comune, ovvero quello di vedere la città come uno spazio di formazione delle generazioni odierne e future. L’opera di Orlando, infatti, non costituisce la concretizzazione di un lavoro finito, bensì è il risultato di tanti pensieri che da individuali si fanno collettivi. Un punto di partenza (e di domanda) atto ad alimentare nel vissuto di ciascuno di noi, come un mantra, l’orgoglio di una responsabilità personale e perciò anche sociale. Chi Diventare? Orlando lo chiede ai cittadini, ai passanti, alle istituzioni. A tutti noi. Alla città. 

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