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Mazùt alla Tosse, tra teatro, danza e nuovo circo

PH. Compagnia Baro d’Evel
PH. Compagnia Baro d’Evel

Resistere e Creare, la rassegna di danza internazionale del Teatro alla Tosse di Genova, arrivata alla IX edizione, venerdì 6 ottobre (in replica anche sabato 7) ha portato sul palcoscenico della Sala Trionfo Mazùt

Mazùt è uno dei primi spettacoli di Blaï Mateu Trias e Camille Decourtye, il duo franco catalano che ha fondato la compagnia di circo Baro d’Evel, di cui ha assunto la direzione artistica dal 2006. Mazùt ha rappresentato un punto di svolta nel percorso di ricerca della compagnia permettendo a Baro d’Evel di ampliare i propri linguaggi e diventando il punto di partenza per le creazioni successive. Lo spettacolo, tra i meno visti di questa compagnia, è un sogno fragile e sospeso che potremmo definire uno strano e romantico passo a due. Indubbiamente una visione surrealista della vita e dell’amore che scava nell’animalità dell’essere umano. Non a caso ha un ruolo determinante la testa di cavallo in cartongesso che i due protagonisti indossano a turno.

Un percorso alla ricerca di sé stessi? …forse. Quello che è certo è che in Mazùt  tutto è materia. L’acqua che scende ticchettando dall’alto formando una pioggerellina che crea una musica, la carta che rumoreggia quando viene aperta, stroppicciata, per diventare poi una grande vela, o un abito gigante per il cavallo immaginario che diventa sempre più grande. Ma soprattutto i corpi dei due attori/danzatori, forse un datore di lavoro e la sua segretaria che si incontrano, evidentemente sono attratti uno dall’altra, ma hanno il timore di conoscersi meglio. Da qui una serie di gag che fanno ridere sì, ma all’interno delle quali si evidenzia la timidezza e il timore del contatto desiderato. Un contatto che poi ci sarà e sarà la danza a fare esplodere.

PH. Compagnia Baro d’Evel

E’ chiaro che la compagnia franco catalana lavora con il movimento, la musicalità, la concezione dello spazio, la ricerca plastica e la presenza di animali (che sui palcoscenici italiani non sono permessi). Se c’è una scrittura senz’altro, però, è supportata da un lavoro di improvvisazione che viene poi codificato.

Certamente questo lavoro più che essere inserito in una rassegna di danza, troverebbe la sua collocazione perfetta in una rassegna circense, ma come ha sottolineato Marina Petrillo, organizzatrice di Resistere e Creare: «Oramai esistono spettacoli che si possono catalogare come monodisciplinari?» No di certo. E quindi Mazùt corrisponde perfettamente all’idea di spettacolo di oggi pur avendo già i suoi 20 anni di anzianità. E dello spettacolo si apprezza proprio il fatto che non faccia uso di video o altri marchingegni che esigono il supporto del computer. Per stupire bastano poche cose, semplici, come un filo che fa muovere le lattine piene d’acqua sul pavimento come ci fosse una calamita sottostante. Ed è subito magia.

PH. Compagnia Baro d’Evel

Mazùt

6/7 ottobre 2023

teatrodellatosse.it

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