Al Mudec, una mostra racconta una inedita lettura delle opere di Vincent van Gogh che mette in particolare evidenza il rapporto fra la visione pittorica e la profondità della dimensione culturale dell’artista
Van Gogh il pazzo, l’artista che si taglia un orecchio, quello dei girasoli. Nella memoria collettiva il pittore olandese è ricordato per molti stereotipi e dettagli ma in pochi sanno che era un uomo colto e dai molti interessi. La mostra al Mudec di Milano, aperta fino al 28 gennaio 2024, nasce per ribaltare i cliché e mostrare l’animo sensibile e raffinato di uno dei pittori più amati e famosi.
Attraverso un percorso che segue sia una sequenza cronologica che tematica, l’esposizione offre una nuova interpretazione delle opere di van Gogh, mettendo in evidenza in particolare il legame tra la sua visione artistica e la sua dimensione culturale. Ciò avviene attraverso lo sviluppo di due temi significativi: da un lato, il suo interesse per i libri, e dall’altro, la sua fascinazione per il Giappone.
A dispetto di quel che si è creduto per lungo tempo van Gogh era un accanito lettore e non solo, leggeva e parlava indifferentemente in inglese e francese, oltre che in olandese. Come dimostra uno dei libri esposti l’Amour di Jean-François Millet, la cui visione profondamente religiosa della natura fu il punto di riferimento da cui van Gogh trasse ispirazione per le sue tele incentrate sulla natura.
Molte delle sue letture predilette le scopriamo anche attraverso i dipinti, come rivela Natura morta con statuetta in gesso del 1887 dove in primo piano, insieme a delle rose, van Gogh ha dipinto Germinie Lacerteux dei Goncourt e Bel-Ami di Maupassant. Come provano anche le lettere al fratello Theo, il pittore amava riflettere su temi importanti della vita, oltre a raccontare ciò che lo stupiva e ossessionava come il mondo orientale.
Van Gogh rimase affascinato dalle stampe giapponesi, conosciute come “ukiyo-e”, che rappresentavano scene di vita quotidiana, paesaggi, nature morte e ritratti in uno stile distintivo: colori vivaci, composizioni audaci e una sorprendente attenzione ai dettagli. L’artista, oltre a collezionarle per ammirarle, adottò alcune delle tecniche giapponesi, come dimostrano l’uso di colori piatti e l’accentuazione dei contorni di certe sue opere.
La mostra racconta la vita artistica e intellettuale di Van Gogh seguendo un ordine cronologico, suddividendola in quattro fasi fondamentali della sua vita: dal periodo iniziale (1880-1885) trascorso nel Borinage, all’Aia e a Nuenen, al soggiorno a Parigi nel 1886-1887, passando per il periodo ad Arles nel 1888-89 fino all’internamento nell’ospedale di Saint-Rémy.
Vincent van Gogh. Pittore colto
Dal 21 settembre 2023 al 28 gennaio 2024,
Milano, Mudec
http://www.mudec.it