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Cosa e come si sta vendendo a Paris+ par Art Basel 2023

Essex Street/Maxwell Graham Courtesy of Paris+ par Art Basel Essex Street/Maxwell Graham Courtesy of Paris+ par Art Basel
Essex Street/Maxwell Graham Courtesy of Paris+ par Art Basel
Essex Street/Maxwell Graham. Courtesy of Paris+ par Art Basel
Hauser & Wirth ha venduto tutte le opere presentate; Zwirner e Thaddaeus Ropac sugli scudi, Pace aspetta il grande colpo, le italiane stanno ingranando. Ecco le prime vendite da Paris+ par Art Basel 2023.

I giorni di preview di Paris+ par Art Basel 2023 si esauriscono e lasciano in eredità tanti bollini rossi in fiera. Piccoli adesivi posti sui pannelli didascalici che accompagnano le opere e marcano in modo inequivocabile la loro vendita. Il grande pubblico, che oggi ha finalmente accesso agli stand, troverà alcuni di essi leggermente modificati, con nuove opere a prendere il posto di quelle vendute. O forse vedrà solo galleristi soddisfatti, intenti a vivere serenamente gli ultimi giorni come una barca che ha già imbroccato la rotta giusta che la condurrà in porto.

Veleggia sulle ali dell’entusiasmo Hauser & Wirth, che già alle 14 del primo giorno aveva venduto tutti i lavori che aveva portato. Tra queste Female Portrait Composition di George Condo, venduta per 2.3 milioni di dollari. Da un accenno di cubismo al trionfo dell’astrattismo, con The Nature of Space di Mark Bradford acquistato a 1.8 milioni di dollari. Seguono Roni Horn con Untitled (“The heart of a blue whale is the size of a car.”) (1.5 milioni) ed Ed Clark con Untitled (Vétheuil) (1.3 milioni). Stessa sorte anche per Landscape di Nicolas Party, una foresta vagamente surrealista che accoglie i visitatori come prima opera che si vede entrando in fiera, ceduto per 955 mila dollari. E così via per le altre 12 opere presentate, il cui prezzo va scendendo fino all’Untitled su carta di Philip Guston (150 mila dollari) che chiude un clamoroso tutto venduto.

La Belle Etrusque (ou le porteur de citrouilles), 1948\\
Jean Hélion, La Belle Etrusque (ou le porteur de citrouilles), 1948

Ha venduto poco, ma bene, Applicat-Prazan (Parigi), che si presentava con uno dei pochi stand veramente curati. Una monografica sul pittore Jean Hélion, che nel ‘900 ha fatto un percorso in controtendenza, muovendosi da un astrattismo stile Mondrian a un figurativismo volumetrico e ancorato al reale. In fiera la galleria ha presentato opere appartenenti a entrambi i generi, vendendone due: La Belle Etrusque (ou le porteur de citrouille) (1-1.2 milioni di dollari) e Trois nus et le gisant (650-680 mila dollari). Discorso analogo per Peter Freeman, Inc. (New York) che ha concluso un solo affare, ma che affare: Portrait of Mr. Uhlan di Alexander Calder, venduto per 950 mila dollari.

Due pittrici fanno ricca Xavier Hufkens (Brussels). Sono Tracey Emin, con All the time I could Feel you venduto a 750 mila dollari, e Cecilia Vicuña, il cui Obstructing the Doors is Dangerous è stato ceduto a 300 mila euro. Grandi affari anche per Lisson (London, New York, Beijing, Shanghai, Los Angeles), sugli scudi con As Yet Untitled di Anish Kapoor, una tela materica e astratta venduta per 800 mila dollari. Cifra analoga (700 mila) quella necessaria per portarsi a casa Response di Lee Ufan. Sempre dell’artista minimalista coreano, Mennour (Parigi) ha venduto Dialogue per una cifra compresa tra i 700 e gli 800 mila dollari. Insieme a lui anche 1948-11 di Pierre Soulages (550-600 mila dollari).

Anish Kapoor As Yet Untitled, 2021
Anish Kapoor, As Yet Untitled, 2021

Pace (Hong Kong, Seoul, Geneva, London, East Hampton, New York, Palm Beach, Palo Alto), in attesa di vendere (spera) Untitled (Olive over Red) di Mark Rothko, valutato attorno ai 40 milioni di dollari, si consola con le cessioni di Red-Orange Brain di Loie Hollowell (450 mila) e altre sei opere che insieme garantiscono alla galleria 785 mila euro. Se Almine Rech (Paris, Brussels, Shanghai, London, New York) ha venduto ben 17 opere del suo stand, Thaddaeus Ropac (Paris, Pantin, Salzburg, Seoul, London) sigla tre delle cessioni più ricche conseguite fino ad ora: Robert Rauschenberg, Untitled (2 milioni di dollari); Georg Baselitz, Sommer in Dinard (1.2 milioni); Simon Hantaï, Les larmes de Saint Ignace (1.1 milioni).

La più soddisfatta, probabilmente, è però David Zwirner (Paris, Hong Kong, London, New York), che ha venduto ben 14 opere, la più economica a 200 mila euro. La più cara, invece, un dipinto di Kerry James Marshall venduto per 6 milioni. Seguono un’opera di Marlene Dumas a 3 milioni, una di Alice Neel a 3 milini, una di Noah Davis a 1.8 e una di Michaël Borremans a 1.5.

Crescono le vendite delle italiane, per cui si registrano le tre opere cedute da MassimoDeCarlo (Milan, London, Paris, Hong Kong, Beijing): un dipinto di Jennifer Guidi (120-160 mila dollari), Erneaux. Le jeune homme di Lenz Geerk (60 mila) e haunts hued tarried there di John McAllister (25-30 mila). Tra le emergenti è da segnalare la prestazione di LC Queisser (Tbilisi), che ha venduto ben 10 gouache di Elene Chantladze in un range di 3-4 mila dollari ciascuna.

Georg Baselitz, Sommer in Dinard
Georg Baselitz, Sommer in Dinard

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