Gongola la “destra”, orrorizza la “sinistra”, ma il nome di Pietrangelo Buttafuoco alla Presidenza della Biennale di Venezia sicuramente continuerà ad accendere gli animi negli anni a venire. Già, perché la breve era di Roberto Cicutto (breve se paragonata ai precedenti anni biennaleschi, sotto la Presidenza di Paolo Baratta) nemmeno è terminata e già si attende l’ufficializzazione della nomina di Buttafuoco, giornalista, scrittore, militante in vari partiti della destra e anche convertito all’Islam dal 2015.
La futura nomina, anticipata dal vicecapogruppo vicario dei senatori di Fdi Raffaele Speranzon, è stata accolta con un bagno di complimenti sul “cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione”, collocando solamente personalità scelte per “spessore, competenza e autorevolezza”, mentre il Presidente del Veneto Luca Zaia e il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, hanno parlato della città come luogo di “futuro” e “internazionale”, mentre per il PD – chiaramente – la destra “usa lo stato come cosa di proprietà, assaltando le istituzioni culturali del Paese”. Nuova nomina, polemiche ben più che bollite. Cicutto, nel frattempo, resterà in carica fino al termine del mandato, il 2 marzo 2024.