Negli spazi della collezione di Giuseppe Panza di Biumo Laib presenta quattro grandi installazioni, di cui una inedita e realizzata appositamente
“Rimango un po’ dispiaciuto quando mi chiedono: Puoi spiegarmi? Ma è polline. Come potrei spiegarti il cielo o il sole?”. Questa filosofia, esplicata in un’intervista di alcuni anni fa, racconta l’approccio all’arte del grande artista tedesco Wolfgang Laib (Metzingen, 1950). E ne introduce efficacemente anche la mostra che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano gli dedica a Villa Panza, a Varese. Dove a far da padrone non è l’iconico polline, ma – poco cambia – il riso.
Quattro grandi installazioni – di cui una inedita e realizzata appositamente – studiate dall’artista per gli spazi delle Scuderie e delle Rimesse per le Carrozze. Passageway – questo il titolo della mostra, curata da Anna Bernardini – sarà visibile fino al 25 febbraio 2024.
Cera d’api, polline, riso, pietra, carta e ottone. Sono questi gli elementi che danno vita alle opere di Laib, e rappresentano il punto di partenza per creazioni che trascendono l’esperienza visiva, e artistica. “Per condurre lo spettatore a una dimensione più intima e meditativa”.
Materiali organici e inorganici, per un progetto espositivo dove la poetica dell’artista tedesco fonde cultura orientale e occidentale. Dimensione spirituale e approccio al misticismo che caratterizzano lo accomunano allo spirito collezionistico di Giuseppe Panza di Biumo, di cui la mostra rappresenta uno degli eventi organizzati nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita.