Mancano poche ore all’inizio di Artissima, giunta alla trentesima edizione, che quest’anno ospita gallerie provenienti da 33 Paesi e 4 Continenti sotto il tema delle “Relazioni di cura”, come ci aveva raccontato il suo direttore Luigi Fassi. E che oggi rincontriamo per un ultimo approfondimento di “avvicinamento” alla fiera.
Su Artslife abbiamo già parlato delle novità di Artissima di quest’anno facendo un elenco di premi e iniziative. Vorrei approfondire con te l’idea che fa da filo conduttore a questa trentesima edizione di Artissima: la relazione di cura. In che modo intendi questo tema?
La trentesima edizione di Artissima è divenuta un’occasione per pensare a tutto ciò che Artissima è stata in queste tre decenni e trarne nuove risorse per immaginare la fiera nel prossimo futuro. Accade spesso che le ricorrenze e gli anniversari diano luogo a sguardi retrospettivi. In questo caso abbiamo ragionato su come Artissima procederà in avanti nella sua operatività, facendo evolvere la sua anima istituzionale e l’essere un’impresa che ha valorizzato e fatto crescere più generazioni di professionisti dell’arte, a partire innanzitutto dai galleristi. Artissima è stata capace di generare relazioni di cura e di reciproco scambio di intelligenze tra galleristi, artisti, collezionisti, curatori e appassionati, aggregando storie di vita e proponendo inedite chiavi di lettura dell’arte del nostro tempo, sino a creare una vera comunità che ruota attorno all’esperienza della fiera a Torino.
Mi racconti meglio il pensiero di Taddei, l’antropologo a cui tu e il tuo team vi siete ispirati?
Il tema di Artissima 2023 è Relations of Care, un concetto sviluppato in un recente saggio dall’antropologo brasiliano Renzo Taddei, docente presso la Universidade Federal de São Paulo in Brasile, dedicato a formulare un’ipotesi di superamento delle crisi del nostro tempo prendendo ispirazione dal pensiero indigeno amazzonico. Nel saggio Intervention of Another Nature: Resources for thinking in (and out of) the Anthropocene, pubblicato nel volume collettaneo Everyday Matters (Ruby Press, Berlino, 2022), Renzo Taddei riflette sulla necessità di avvalorare ogni forma di conoscenza e produzione di nuovo sapere solo a partire da una radicale dimensione di cura che apra a un inedito senso di responsabilità verso il mondo naturale e tutte le specie che lo abitano. Adottando tale ribaltamento di prospettiva, il pensiero di matrice occidentale nutre la possibilità di aprirsi a un nuovo immaginario, ispirato dal modello delle comunità indigene dell’Amazzonia, che hanno da sempre posto al centro della loro esistenza la cura dell’ambiente e della natura circostante come elementi fondamentali per la sopravvivenza. Taddei invita così a seguire questo modello di pensiero, abbandonando qualsiasi ideologia di alterità e superiorità dell’uomo occidentale nei confronti della natura, per riprendere il contatto con altre forme di conoscenza e convivenza e generare così nuove possibili relazioni di cura. In tale contesto, seguendo le intuizioni di Taddei, è proprio l’arte a trovarsi in uno spazio privilegiato, quello di saper interpretare meglio di altre discipline l’approdo a una dimensione di cura, che guidi e illumini ogni nostra azione e conoscenza, dando ragione della varietà, della molteplicità e della mescolanza di tutto ciò che compone il nostro mondo. L’arte è così una fabulazione potente, capace di esercitare una forza di cambiamento, una cura che diventa convinzione e urgenza di responsabilità. È questo il messaggio che informa l’edizione 2023 di Artissima, l’invito ad avere fiducia nell’immaginario creato dagli artisti e dalle loro opere, traendone stimolo e suggestione per rimodellare i nostri pensieri e accompagnare il cambiamento delle nostre persone.
Nel concreto, cosa ci dobbiamo aspettare da questa nuova edizione di Artissima?
Tantissime cose. Innanzitutto un manifesto e continuo rafforzamento del network internazionale e italiano della fiera, come testimoniato dalle gallerie che vi partecipano e da 39 gallerie che hanno scelto quest’anno Artissima per la prima volta. La presenza di gallerie da 33 Paesi e 4 continenti assicura un panorama di ricerca e scoperta che richiederà molta attenzione e restituirà aggiornamento, visioni e opportunità a chi vi si affiderà. Penso ad esempio ai 68 progetti monografici e curati presenti in fiera, espressione di un attento percorso di valutazione e selezione. Voglio poi segnalare almeno uno dei molteplici progetti curatoriali che Artissima direttamente confeziona e produce, la mostra La condizione umana, in collaborazione con le Gallerie d’Italia – Torino e a cura di Jacopo Crivelli Visconti, che presenterà film e opere video di artisti rappresentati dalle gallerie partecipanti ad Artissima e molti dei quali esposti per la prima volta in Italia. La mostra racconterà una narrazione dell’umano che afferisce a tutti gli esser viventi. Tra ciò che accade in fiera e il filo che si dipana in città a Torino, Artissima tiene fede alla volontà di contribuire a sviluppare nuovi immaginari e nuove forme di ispirazione per progettare il prossimo futuro del nostro mondo. Questo è ciò che chiediamo all’arte e Artissima ha dimostrato di offrire molte opportunità di visione attraverso gli artisti e le gallerie che hanno nutrito la sua storia nel corso dei suoi tre decenni di vita. E intende continuare a farlo, con il sollievo di parlare di arte con chi ad essa ha dedicato la propria vita, gli artisti. i galleristi, i curatori e i collezionisti.